Gip rigetta 13 misure cautelari per ammiragli e dirigenti Tirrenia-Cin in inchiesta su frode e corruzione

Gip rigetta 13 misure cautelari per ammiragli e dirigenti Tirrenia-Cin in inchiesta su frode e corruzione

L’inchiesta su ammiragli, funzionari delle capitanerie di porto e dirigenti Tirrenia-Cin per frode, falso e corruzione subisce un arresto: respinte le misure cautelari nonostante accuse gravi e sequestro navi annullato.
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L'inchiesta su presunte irregolarità nella Tirrenia-Cin, tra cui frode e corruzione, ha subito un rallentamento: la giudice ha respinto le misure cautelari richieste, evidenziando la solidità economica della compagnia e l'assenza di rischi per le indagini. - Gaeta.it

L’inchiesta che coinvolge ammiragli, funzionari di capitanerie di porto e dirigenti della Tirrenia-Cin ha subito un’importante battuta d’arresto dopo la decisione della giudice per le indagini preliminari . Le richieste di misure cautelari avanzate dalla procura sono state respinte, in assenza di condizioni che giustifichino un intervento restrittivo. Le accuse di frode, falso e corruzione continuano a pesare, ma l’aspetto cautelare non ha trovato terreno favorevole.

La richiesta del pm e le accuse rivolte ai militari e dirigenti

Il pubblico ministero Walter Cotugno aveva richiesto, oltre un mese fa, 13 misure cautelari, comprendenti due arresti domiciliari e 11 interdittive, nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione di biglietti gratuiti o scontati e nella manutenzione delle motonavi della compagnia Tirrenia-Cin. L’ipotesi contestata agli indagati include la frode, la corruzione e il falso, con particolare riferimento a 87 biglietti concessi senza regolare pagamento per un valore stimato attorno ai 20mila euro. In aggiunta, sono state disposte misure cautelari patrimoniali con il sequestro di quattro navi, il cui valore complessivo supera i 64 milioni di euro.

Accuse ai militari delle capitanerie

I militari delle capitanerie coinvolti nel procedimento sono accusati di aver gestito in modo irregolare i biglietti e di aver possibili responsabilità nella contraffazione di componenti delle motonavi. La procura ha quindi avanzato la richiesta cautelare per evitare il rischio di reiterazione del reato o inquinamento delle prove, ma la gip non ha ritenuto tali esigenze presenti.

L’annullamento del sequestro e la valutazione della solidità economica della compagnia

I giudici del tribunale del riesame, col presidente Massimo Cusatti, hanno recentemente annullato il sequestro delle quattro navi, sottolineando che la Tirrenia-Cin resta una realtà economica solida, con adeguata liquidità. Questo elemento è risultato decisivo per escludere il pericolo che la compagnia non possa sopperire a un eventuale risarcimento qualora dovesse essere riconosciuta colpevole in futuro.

Questa valutazione ha influito anche sull’assenza di misure restrittive. La solidità finanziaria della compagnia è stata considerata un fattore che riduce il rischio di danno per i creditori pubblici, oltre a non concretizzare un pericolo chiaro di fuga o di occultamento di beni.

Rilievi giuridici sulla solidità economica

Il tribunale ha valorizzato la capacità economica della compagnia come elemento che attenua la pericolosità sociale degli indagati, senza compromettere la tutela del patrimonio pubblico.

Le contestazioni sulle marcature dei motori: falso ma non frode in pubbliche forniture

Il cuore delle accuse riguarda la contraffazione di alcune marcature Imo sui componenti dei motori delle motonavi. L’analisi dei supporti informatici e della documentazione sequestrata ha evidenziato che gli indagati, venuti a conoscenza delle verifiche in corso da parte delle autorità di controllo, hanno apposto marcature false su diversi pezzi senza marcatura originale.

Questa episodio configura un’alterazione dei dati e modiche documentali, ma per i giudici non arriva a configurare la frode in pubbliche forniture.

Infatti, il tribunale ha richiamato una sentenza della Cassazione che limita la nozione di “pubblica fornitura“. In pratica, l’attività contestata non rientrerebbe nei reati di frode legati a forniture a pubbliche amministrazioni, ma piuttosto si tratta di una concessione di servizi che non attiva lo stesso tipo di responsabilità penale.

Cosa può accadere dopo il rigetto delle misure cautelari

Nonostante il rifiuto della gip alle misure cautelari, il pubblico ministero conserva la facoltà di impugnare il provvedimento e di proporre nuovamente richieste per applicare misure restrittive nei confronti degli indagati. Il fascicolo resta aperto e la prosecuzione delle indagini potrebbe portare a nuovi sviluppi.

Focus dell’indagine in corso

L’indagine punta a fare luce su eventuali comportamenti illeciti nella gestione dei biglietti e nelle modifiche ai motori, aspetti che si riflettono sulla sicurezza e la trasparenza dei servizi marittimi. I dirigenti coinvolti, così come gli ufficiali delle capitanerie, sono chiamati a rispondere nel merito.

Lo svolgimento del processo e i successivi passaggi giudiziari permetteranno di chiarire le responsabilità individuali e di accertare la presenza o meno di reati gravi nel funzionamento della compagnia e degli organi di controllo marittimo.

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