Il rapporto tra i giovani italiani e il sistema di welfare resta una questione cruciale per il futuro della società. Con un mercato del lavoro segnato da instabilità e difficoltà di accesso all’autonomia personale ed economica, i giovani faticano a sentirsi parte di un sistema che sembra pensato per altre generazioni. Al forum pa 2025, il presidente dell’inps gabriele fava ha sottolineato l’esigenza di un welfare che non si limiti a erogare prestazioni, ma che sappia creare opportunità concrete e un dialogo diretto con i più giovani.
La situazione del lavoro giovanile in italia
Secondo i dati riportati da gabriele fava al forum pa, in italia ci sono 10,4 milioni di giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni. Di questi, circa 7 milioni hanno un’occupazione, e l’80% di loro presenta una contribuzione stabile negli ultimi cinque anni, coprendo nella media l’80% del periodo considerato. Numeri che sembrano positivi a prima vista, ma che nascondono una realtà più frammentata e complessa.
La fascia più fragile dei giovani
Il restante milione e trecentomila rappresenta infatti la fascia più fragile: precari, disoccupati, giovani che non studiano né lavorano, conosciuti come Neet, oltre a molte donne che hanno abbandonato il lavoro. Questa parte consistente dei giovani rischia di restare esclusa non solo dal mercato del lavoro ma anche dal sistema di welfare e protezione sociale. Anche tra chi è occupato, pochi hanno realmente consapevolezza di cosa significhi contribuire al sistema previdenziale. Molti non controllano l’estratto conto contributivo e non percepiscono che il lavoro di oggi è legato alla pensione futura.
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Questo quadro rende evidente la distanza tra un sistema di welfare tradizionale e le esigenze di una generazione alle prese con un lavoro spesso intermittente e condizioni economiche precarie.
Il welfare generativo: nuovi orizzonti per l’inps
Gabriele fava ha definito la situazione attuale come una stagione di trasformazioni non solo tecnologiche ma anche culturali, sociali e “antropologiche”. Questi mutamenti impattano profondamente sui legami tra persone, istituzioni e conoscenza. Per questo motivo, l’inps deve andare oltre la mera applicazione di norme e prestazioni.
Il ruolo dell’inps come motore di intelligenza sociale
Secondo il presidente, l’istituto deve farsi “motore di intelligenza sociale”, cioè capace di comprendere, anticipare e generare soluzioni nuove. Significa ascoltare, interpretare i dati, trasformare le tendenze in politiche efficaci e raccontare storie dietro ai numeri. Un approccio innovatore che trasforma l’inps in un organismo che pensa e dialoga, non solo in un erogatore di risorse.
La transizione verso un welfare generativo rappresenta anche uno sforzo di modernizzazione interno all’istituto. L’obiettivo è avvicinare servizi e prestazioni alle esigenze reali di cittadini, imprese e società nel suo insieme. Il welfare deve promuovere non solo l’assicurazione contro i rischi, ma anche la partecipazione attiva e lo sviluppo personale dei beneficiari.
Un aspetto centrale di questa trasformazione sarà l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrà aiutare l’inps a elaborare dati complessi e rispondere meglio alle mutevoli condizioni sociali.
Innovazioni digitali per l’accesso ai servizi inps
Il presidente fava ha portato esempi concreti di questa trasformazione nel welfare. La nuova app inps mobile, lanciata a dicembre 2024 con la versione 4.0, ha già raggiunto risultati rilevanti. In soli cinque mesi, è stata scaricata da oltre 2 milioni di utenti e registrata da 6,1 milioni di persone, con un incremento del 36% rispetto ai 3,9 milioni del 2024.
Gli accessi registrati nei primi cinque mesi superano i 23 milioni, cifra che mostra la crescente domanda di strumenti digitali per gestire autonomamente e velocemente questioni legate a contributi, prestazioni e servizi. Grazie a questa app, il welfare diventa “tascabile”, accessibile ovunque e in qualsiasi momento, un passo avanti per avvicinare il sistema alle abitudini dei giovani.
Partecipazione attiva e consapevolezza previdenziale
L’inps punta a integrare sempre di più funzioni digitali che favoriscano la partecipazione attiva nella società e permettano a chiunque, a partire dai giovani, di prendere coscienza del proprio percorso lavorativo e previdenziale. Questi strumenti, pur nella loro semplicità d’uso, rappresentano un tassello fondamentale nella costruzione di un welfare capace di intercettare nuovi bisogni e far sentire la propria presenza a chi si affaccia al mondo del lavoro.
Le parole del presidente inps evidenziano come digitalizzazione e welfare siano destinati a muoversi insieme per rendere il sistema più trasparente e coinvolgente. Una sfida che resta aperta ma decisiva per garantire una miglior tutela delle nuove generazioni.