L’indagine della Cisl Lombardia si è concentrata su un campione di 3.571 iscritti, prevalentemente giovani con un’età media poco sopra i 30 anni, per ascoltare le loro esigenze e priorità nel mondo del lavoro. Il sondaggio ha evidenziato una nuova visione del rapporto tra vita e lavoro, alla ricerca di condizioni che permettano di vivere senza sacrificare il benessere personale e la stabilità familiare.
Il peso dello stipendio e l’importanza del clima aziendale
Secondo l’indagine, per i giovani il primo aspetto che rende interessante un lavoro resta lo stipendio. Alle soglie del 2025, la retribuzione rimane la base per la stabilità economica e l’indipendenza personale. Un posto che paga poco, anche se altrimenti sereno, non risulta attrattivo. Dopo la questione economica, i giovani indicano come valori centrali l’equilibrio tra tempo dedicato al lavoro e libero, così come la qualità del clima aziendale. Questo significa che l’ambiente dove si lavora, la relazione con colleghi e superiori, la possibilità di gestire il proprio tempo sono elementi fondamentali per trattenere i lavoratori e stimolare il loro impegno.
Profilo demografico dei giovani intervistati e caratteristiche principali
L’analisi si è basata su un gruppo numeroso di giovani lavoratori con età mediamente sopra i 30 anni, e quasi un quarto di loro ha meno di 27 anni. La componente femminile rappresenta il 55%, mentre l’8,8% degli intervistati ha origini straniere. La formazione accademica è significativa: oltre il 40% ha conseguito una laurea. Questi dati indicano un campione giovane, preparato, in prevalenza femminile e con un’ampia presenza di persone di differenti origini. Il quadro suggerisce una nuova generazione di lavoratori con aspettative e bisogni diversi rispetto al passato.
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Crisi del posto fisso, precarietà e disparità di genere
L’indagine segna una chiara frattura con il passato su un punto: il lavoro a tempo indeterminato non appare più il mito irraggiungibile e assoluto. I giovani preferiscono lavoro dignitoso e stabile, ma il posto fisso non li seduce più come un tempo. Restano, tuttavia, questioni aperte sul fronte della precarietà: tirocini lunghi, contratti a termine fragili, straordinari non pagati. A questi problemi si aggiunge la disparità di genere, ancora presente nelle condizioni di lavoro, e un livello salariale troppo basso che complica l’avviamento di progetti di vita come mettere su famiglia. Queste criticità creano una situazione difficile per chi vorrebbe costruire un futuro solido.
Il sindacato alla prova: ascoltare e rispondere ai bisogni delle nuove generazioni
Fabio Nava, segretario generale della Cisl Lombardia, ha sottolineato che l’indagine nasce dall’esigenza di capire meglio le esigenze dei giovani iscritti. L’obiettivo è definire un ruolo sindacale più aderente ai bisogni reali, sia di tutela che di valorizzazione. Dai risultati emerge chiaro che i ragazzi cercano un lavoro che li rispetti e lasci spazio alla vita oltre il lavoro. Vogliono un rapporto che riconosca il loro impegno senza schiacciarli, che non li costringa a rinunciare a desideri e passioni. Il sindacato deve muoversi su questi temi per fornire risposte concrete e fare pressione su condizioni di lavoro che ancora mantengono sacche di sfruttamento e precarietà.
Le nuove generazioni sognano dignità e futuro, non paghette
I giovani non rifiutano l’idea di avere famiglia o figli, come spesso si sente dire. Appena lo permettono le condizioni materiali, la prospettiva di costruire un progetto familiare diventa realistica e desiderata. Il problema resta che troppo spesso le difficoltà economiche e la fragilità contrattuale costringono a rimandare certe scelte o addirittura a rinunciarvi. La richiesta è chiara: dignità nei salari e condizioni che permettano stabilità, non paghette o soluzioni temporanee. Questo è il messaggio emerso dal sondaggio, che evidenzia un gap fra aspettative dei giovani e realtà del mercato del lavoro lombardo attuale.