A Milano, un ragazzo di 21 anni ha raccontato attraverso i social le ripetute aggressioni subite in quartieri come Corvetto e Lambrate. Le sue testimonianze descrivono una realtà fatta di violenze da parte di piccoli gruppi di teppisti, spesso chiamati “maranza“, che negli ultimi mesi hanno preso di mira diversi cittadini. L’ultimo episodio ha rischiato di degenerare di nuovo, spingendo il giovane a denunciare pubblicamente quanto accade lungo le scale mobili, nelle strade e negli angoli nascosti della metropolitana.
L’aggressione sulle scale mobili e la prima denuncia social
Secondo il racconto del ragazzo, l’aggressione più violenta è avvenuta mentre stava usando le scale mobili della metro di Milano. Era solo quando quattro giovani si sono avventati su di lui, facendolo cadere, poi lo hanno spinto contro il muro e lo hanno colpito con pugni ripetuti. L’attacco non è stato casuale: probabilmente legato a un diverbio o a tentativi di intimidirlo. Quel giorno il ragazzo ha riportato una ferita a un dito, ma è riuscito ad allontanarsi prima che la situazione peggiorasse.
Subito dopo l’episodio, ha deciso di utilizzare la sua pagina social per dare visibilità al problema. Ha voluto mostrare cosa significa essere presi di mira in aree della città dove le aggressioni sembrano diventare una routine, e dove la presenza di gruppi violenti mette a rischio le persone comuni. Le sue parole e i video pubblicati hanno attirato l’attenzione di molti, mettendo in luce la difficoltà di muoversi in certe zone senza paura.
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La recrudescenza delle violenze tra corvetto e lambrate
I quartieri di Corvetto e Lambrate non sono nuovi a episodi di violenza legati a bande di giovani considerati maranza. Questi gruppi agiscono spesso in modo informale, senza un vero e proprio controllo da parte delle forze dell’ordine. Negli ultimi mesi, la tensione si è alzata in particolare lungo alcune strade e nelle fermate della metropolitana.
La situazione è peggiorata a fine aprile, quando il giovane è stato nuovamente preso di mira da un tentativo di aggressione, con modalità simili al precedente episodio. Questi contrasti non solo creano allarme nei residenti, ma segnalano un problema più ampio, cioè la difficoltà nel mantenere ordine in quartieri densamente abitati. Le autorità, pur intervenendo su richiesta, faticano a garantire controllo costante soprattutto nelle ore serali e notturne.
L’impatto delle aggressioni sul tessuto urbano e sui cittadini
Le aggressioni dei maranza contribuiscono a modificare la percezione che i milanesi hanno delle loro zone di vita e spostamento. Nel racconto del giovane di 21 anni, si percepisce quanto la paura limiti le libertà quotidiane. Camminare da soli, prendere i mezzi pubblici o semplicemente uscire la sera, diventano azioni cariche di tensione.
Questa situazione alimenta insicurezza e frustrazione, soprattutto tra i più giovani che vivono in questi quartieri. Non a caso la denuncia social è diventata uno strumento per sensibilizzare più persone, affinché si possa richiedere una maggiore attenzione da parte delle autorità e la presenza visibile di pattuglie nelle aree più problematiche.
Le risposte delle istituzioni e le iniziative locali
A fronte delle segnalazioni e degli episodi denunciati, alcune autorità milanesi hanno promesso interventi più mirati per contrastare la presenza di questi gruppi violenti. Le forze dell’ordine hanno incrementato i controlli, soprattutto nelle stazioni della metropolitana e nelle vie ad alta frequentazione di Corvetto e Lambrate.
Parallelamente, diversi comitati di residenti hanno avviato campagne di sensibilizzazione e iniziative per aumentare la sicurezza. Si segnalano incontri con le amministrazioni comunali per discutere soluzioni come il potenziamento dell’illuminazione pubblica e l’installazione di telecamere. Questi passi sono fondamentali per rendere più vivibili le zone colpite da queste tensioni.
Nonostante gli sforzi, la strada per tornare a una tranquillità diffusa resta lunga, vista la complessità delle dinamiche sociali e la difficoltà di tenere a bada gruppi che agiscono senza regole certe. I cittadini colpiti, come il giovane 21enne, continuano a raccontare le loro esperienze, chiedendo una risposta concreta e immediata.