Una tragica fatalità si è consumata nel pomeriggio di ieri a Venezia, quando una giovane marinaia è caduta da un catamarano ormeggiato riportando ferite gravissime che non le hanno lasciato scampo. Il fatto ha richiamato l’attenzione sulla sicurezza a bordo delle imbarcazioni e sulle dinamiche di incidenti in ambienti acquatici.
Descrizione della tragica caduta durante la festa
La vittima, Anna Chiti, proveniva da Treviso e al momento della tragedia si trovava a bordo per il suo primo giorno di lavoro come marinaia. La barca, un catamarano ormeggiato nelle acque veneziane, ospitava una festa in costume organizzata da un gruppo di giovani africani. La festa stava animando il pomeriggio quando la giovane è accidentalmente caduta in acqua.
La caduta è avvenuta con la ragazza che, nel tentativo di rimanere a contatto con la barca, è rimasta impigliata a una cima attaccata all’elica dell’imbarcazione. L’incidente ha generato una situazione complessa e immediata difficoltà nelle operazioni di soccorso. L’orario e la posizione fissa della barca hanno permesso però un rapido intervento.
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Intervento tempestivo del comandante
Il primo a rendersi conto di quanto accaduto è stato il comandante del catamarano, che senza esitazioni si è tuffato per provare a liberare la giovane. Nonostante gli sforzi immediati, la cima impediva a Anna Chiti di emergere dall’acqua in sicurezza. Questa situazione ha richiesto l’intervento di specialisti.
I soccorsi e il ruolo dei vigili del fuoco
Pochi minuti dopo è arrivato un sommozzatore dei vigili del fuoco, che ha lavorato per sganciare la ragazza dalla cima attaccata all’elica. Una volta liberata, Anna è stata portata a riva dove l’attendevano i soccorritori del Suem. Gli operatori sanitari hanno tentato molteplici tentativi di rianimazione senza successo.
Motivi del decesso e ferite riportate
Le analisi immediate hanno evidenziato che la giovane presentava una ferita molto profonda alla testa, conseguenza probabilmente dell’impatto con l’elica durante la caduta. Il trauma ha avuto un esito fatale nonostante la tempestività degli interventi.
La connessione tra la cima attaccata all’elica e la ferita grave rende il caso un episodio complesso di incidente sul lavoro in mare, pur trattandosi del primo turno di Anna al catamarano. La vicenda ha suscitato attenzione sulla necessità di maggiori controlli in fase di ormeggio e nelle situazioni di feste a bordo, specie in presenza di gruppi che non sono del tutto preparati alle dinamiche della navigazione.