Giovane licenziata dopo il grido 'palestina libera' durante il concerto con il premier a milano

Giovane licenziata dopo il grido ‘palestina libera’ durante il concerto con il premier a milano

A Milano, durante un concerto blindato con la presenza del premier, una giovane addetta di sala è stata licenziata dopo aver protestato a favore della Palestina; la Digos ha subito fermato l’azione.
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A Milano, durante un concerto con la presenza del premier, una giovane addetta ha manifestato a favore della Palestina ed è stata immediatamente fermata dalla Digos e poi licenziata, suscitando polemiche su libertà di espressione e sicurezza negli eventi istituzionali. - Gaeta.it

Un episodio avvenuto a Milano durante un concerto del 4 maggio ha portato al licenziamento di una giovane donna, impiegata nel personale di sala. Il gesto, un urlo a favore della Palestina, è stato immediatamente interrotto dalla Digos, presente per la partecipazione del premier alla serata. L’evento si svolgeva a porte chiuse, senza presenza di tv o giornalisti, motivo per cui la notizia è emersa solo di recente tramite il sindacato Cub della Scala.

Il concerto blindato e l’inizio della protesta

Il 4 maggio, in una sala concerti milanese, una giovane addetta al personale di sala ha cercato di manifestare un messaggio politico mostrando anche uno striscione. L’intento della ragazza era di gridare lo slogan «Palestina libera» dalla prima galleria, ma è stata rapidamente fermata dagli agenti della Digos. La polizia, presente in forze a causa della partecipazione del premier alla serata, ha evitato che il messaggio si diffondesse nel pubblico.

Il clima nell’auditorium era quello di un evento riservato, senza telecamere o giornalisti, una circostanza che ha ritardato la diffusione dell’accaduto. L’urlo della giovane si è appena percepito tra gli spettatori perché bloccato sul nascere. Nonostante ciò la vicenda ha avuto ripercussioni importanti per la ragazza, che ha agito nel contesto di un momento ad alta sicurezza e sensibilità politica.

L’intervento tempestivo della digos

La presenza numerosa della Digos, motivata dalla partecipazione del premier, ha fatto sì che ogni segnale di protesta fosse prontamente neutralizzato. Quando la giovane ha tentato di srotolare lo striscione e gridare lo slogan, la risposta delle forze dell’ordine è stata immediata e decisa. La strategia di sicurezza ha impedito alla protesta di emergere, confermando la rigidità delle misure adottate per l’evento.

L’azione della polizia ha evitato che la manifestazione potesse coinvolgere altri partecipanti o creare disordini durante una serata prevista come chiusa e tranquilla. La situazione ha evidenziato, da un lato, la tensione legata ai temi politici affrontati e, dall’altro, la rigida organizzazione di un evento con ospiti di alto profilo istituzionale.

Il licenziamento e la posizione del sindacato

Qualche giorno dopo l’episodio, il sindacato Cub della Scala ha annunciato il licenziamento della giovane coinvolta. In un comunicato, il sindacato ha definito il provvedimento come un «verdetto ghigliottina» emesso dalla direzione nei confronti di chi ha pronunciato «Palestina libera» dalla prima galleria. La nota evidenzia la severità della reazione del datore di lavoro nei confronti di un gesto di dissenso avvenuto durante una serata ritenuta delicata dal punto di vista politico.

Il licenziamento ha scatenato dibattiti su libertà di espressione e limiti imposti in contesti con alta sorveglianza istituzionale. Il fatto che l’evento fosse blindato e senza media ha contribuito a mantenere la vicenda sconosciuta per diverse settimane, fino al momento in cui il sindacato ha deciso di rendere pubblica la vicenda.

Sicurezza e controllo in occasioni istituzionali

L’episodio si inserisce in un quadro più ampio dove la sicurezza e il controllo degli eventi con personalità istituzionali diventano stringenti. Militare o paramilitari spesso sono schierati per fronteggiare possibili contestazioni o manifestazioni imprvidenti. La vicenda del 4 maggio mostra la linea dura adottata nei confronti di chi tenta di rompere il protocollo, anche in modo immediato e simbolico.

Non è raro che eventi privati, ma con ospiti istituzionali, prevedano controlli severi e interventi preventivi per evitare qualsiasi forma di dissenso pubblico. La presenza del premier ha aumentato il livello di attenzione e ha determinato la reazione immediata della Digos. Questo fa parte di un più ampio dibattito sui limiti della protesta in occasioni di apparizioni pubbliche di figure politiche di rilievo.

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