Un capriolo giovane è stato recuperato dalla recinzione della piscina comunale di via Gerbido, a Chivasso, sabato 3 maggio 2025. Il salvataggio ha richiesto un intervento preciso per liberare l’animale senza causargli danni, a seguito dell’allarme lanciato da alcuni cittadini.
Come il capriolo è finito intrappolato nella recinzione della piscina comunale
Il capriolo, probabilmente disorientato, si è avvicinato troppo al limite del centro abitato. In cerca di una via di fuga, ha infilato la testa e parte del corpo tra le sbarre metalliche che delimitano la piscina. Così si è trovato bloccato, incapace di liberarsi da solo. La recinzione esterna, pensata per evitare accessi non autorizzati, ha invece intrappolato il giovane ungulato, causando preoccupazione a chi vive nelle vicinanze.
I residenti di via Gerbido hanno notato la presenza agitata dell’animale già di prima mattina e subito hanno contattato i Carabinieri Forestali delle stazioni di Volpiano e Chivasso. La rapidità di questa segnalazione ha permesso un intervento immediato, evitando che l’ungulato si facesse male nel tentativo di liberarsi.
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Difficoltà durante il salvataggio
Il capriolo, spaventato e in difficoltà , ha reso complesse le operazioni. I Carabinieri Forestali hanno dovuto muoversi con attenzione per evitare di aumentare lo stato di stress dell’animale e per non causargli ulteriori ferite. L’ora trascorsa cercando di disincastrare il giovane esemplare ha richiesto pazienza e precisione, dimostrando l’importanza di coordinare il lavoro di soccorso con conoscenze specifiche sulla fauna selvatica.
Le cure veterinarie dopo il salvataggio: visita e rilascio nel bosco
Una volta liberato, il capriolo è stato affidato al Centro Animali Notturni e di Continuità di Grugliasco, specializzato nel recupero e trattamento della fauna selvatica ferita o in difficoltà . I veterinari lo hanno sedato per poter fare una visita approfondita senza provocare ulteriore stress all’animale.
La visita ha confermato che il capriolo era in buone condizioni di salute, senza lesioni gravi nonostante la lunga e difficile esperienza vissuta nella recinzione. Non appena si è ripreso dalla sedazione, l’animale è stato riportato in libertà nei boschi circostanti, a distanza dall’abitato.
Rilascio e ambiente naturale
Questa procedura ha garantito un ritorno sicuro del giovane capriolo al suo ambiente naturale, senza il rischio di imbattersi nuovamente in situazioni pericolose. Il centro di Grugliasco continua a rappresentare un punto di riferimento cruciale per la tutela della fauna nella regione.
Il rapporto tra fauna selvatica e ambiente urbano: un equilibrio delicato
L’episodio di Chivasso richiama l’attenzione sul rapporto tra animali selvatici e centri abitati. Con l’arrivo della primavera, infatti, molti esemplari si spingono verso le città e i paesi per cercare risorse come cibo e acqua, soprattutto quando la copertura della vegetazione diminuisce.
Questo fenomeno, che si ripete ogni anno, evidenzia come l’ambiente urbano possa diventare un’aggressione involontaria agli spazi naturali degli animali. Le recinzioni, le strade e gli edifici creano ostacoli inediti per specie come il capriolo, che si trovano spesso disorientate.
Ruolo delle istituzioni e cittadini
Gli interventi tempestivi di forze specializzate come i Carabinieri Forestali sono fondamentali per evitare incidenti gravi. È chiaro che la convivenza richiede non solo attenzione da parte delle istituzioni, ma anche la sensibilità dei cittadini, che possono segnalare situazioni di rischio.
Il salvataggio di sabato a Chivasso testimonia quanto rapide e attente manovre possano fare la differenza tra la vita e la morte per un animale selvatico spinto troppo vicino ai luoghi abitati. Lo sappiamo bene, e ogni volta che si presenta un caso simile le forze dell’ordine e i centri di recupero rispondono pronti a intervenire.