giornalisti di Fanpage e altri obiettivi dello spyware israeliano Paragon Solutions: il caso resta aperto a cinque mesi dalla scoperta

giornalisti di Fanpage e altri obiettivi dello spyware israeliano Paragon Solutions: il caso resta aperto a cinque mesi dalla scoperta

Francesco Cancellato e altri giornalisti di Fanpage scoprono spyware di Paragon Solutions sui loro telefoni, ma le istituzioni italiane non forniscono risposte chiare né trasparenza sul caso.
Giornalisti Di Fanpage E Altri Giornalisti Di Fanpage E Altri
Il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e altri giornalisti sono stati spiati tramite uno spyware di Paragon Solutions; nonostante le indagini in corso, le autorità italiane non hanno ancora fornito risposte chiare, alimentando richieste di trasparenza e tutela della privacy. - Gaeta.it

Da più di cinque mesi, il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, denuncia di non sapere ancora chi abbia spiato il suo telefono tramite il software spia prodotto dall’azienda israeliana Paragon Solutions. Il caso riguarda anche altri giornalisti e personaggi noti, ma le risposte da parte delle istituzioni continuano a scarseggiare, mantenendo alta la tensione sulla vicenda.

Il primo allarme: la scoperta dello spyware su fanpage e i casi collegati

Il messaggio Whatsapp che ha informato Francesco Cancellato della presenza dello spyware sul suo telefono risale ormai a più di cinque mesi fa. Da allora, non è arrivata alcuna risposta chiara su chi abbia installato questo software, per quanto tempo sia rimasto attivo e con quale scopo. Il caso non si limita a Cancellato. Un altro giornalista di Fanpage, Ciro Pellegrino, che lavora nella sede di Napoli, ha scoperto di avere lo stesso software spia sul suo telefono. Ancora più preoccupante è il fatto che anche telefoni di altre figure pubbliche come Roberto D’Agostino, fondatore di Dagospia, e della giornalista olandese Eva Vlaardingerbroek sono stati colpiti. Questi elementi indicano un possibile monitoraggio sistematico di alcune categorie di persone legate al mondo dell’informazione e dell’attualità.

Le autorità italiane, compreso il governo e il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica , non hanno fornito spiegazioni concrete finora. Francesco Cancellato ha ribadito all’ANSA che il suo intento non è di accusare qualcuno senza prove, ma di chiedere rispetto e trasparenza. I giornalisti vogliono chiarezza sulla vicenda, auspicando che l’impegno proprio di Paragon Solutions nel collaborare con le istituzioni porti a fare luce su questa serie di intercettazioni.

Approfondimenti tecnici e indagini in corso sul caso paragon solutions e i telefoni interessati

Il telefono di Francesco Cancellato è stato analizzato tecnicamente da The Citizen Lab, un team dell’università di Toronto specializzato in sicurezza informatica. Lo studio ha confermato la presenza del software spia di Paragon Solutions e la sua attività sul dispositivo a partire dal momento della scoperta. Successivamente la procura di Napoli ha disposto ulteriori accertamenti sul dispositivo di Cancellato, per approfondire le modalità dell’intrusione e raccogliere elementi utili all’indagine.

I dettagli tecnici riguardano il modo in cui il software permetteva di intercettare conversazioni, accedere ai file e seguire i movimenti del telefono. Questi strumenti fanno parte delle tecnologie di sorveglianza che spesso vengono vendute a governi o enti con richieste riservate. La gravità del caso emerge soprattutto dal fatto che non è chiaro chi abbia ordinato l’installazione dello spyware e nemmeno per quali scopi.

Le persone coinvolte nel caso – oltre a Cancellato e Pellegrino – sono figure di rilievo nel giornalismo o nell’informazione, fattore che aggiunge un elemento di preoccupazione sulle motivazioni dietro la violazione della privacy. La vicenda resta sotto osservazione in attesa delle verifiche della magistratura e di eventuali sviluppi da parte politica.

Le reazioni istituzionali e la richiesta di trasparenza da parte di fanpage

Nonostante le numerose segnalazioni, il silenzio o la mancanza di risposte da parte dei soggetti istituzionali coinvolti alimenta una sensazione di isolamento tra i giornalisti vittime della vicenda. Nel corso degli ultimi mesi il governo non è riuscito a destinare chiarimenti sull’uso e la diffusione dello spyware Paragon. Il Copasir ha fatto poca progressione nei suoi accertamenti. Francesco Cancellato ha sottolineato come la politica, specie la maggioranza parlamentare, debba smettere di vedere questo caso come un disturbo o un elemento scomodo ma iniziare a trattare chi è stato violato come un cittadino che merita tutele. L’appello è rivolto a un ascolto più attento da parte delle autorità, oltre a un impegno serio nel comprendere e eventualmente intervenire su chi ha compiuto queste azioni.

In più, si chiede che si valuti la situazione con strumenti nuovi e con un atteggiamento concreto che vada oltre le dichiarazioni di facciata. Lo stesso Paragon Solutions ha dichiarato di volersi mettere a disposizione della magistratura e delle istituzioni italiane per chiarire ogni aspetto. Questa disponibilità potrebbe aprire scenari nuovi per capire come si sia arrivati alla diffusione dello spyware e chi ne abbia tratto beneficio.


Questa storia si muove tra i corridoi del potere e della sicurezza digitale, in un contesto dove la tutela della privacy e la libertà di informazione rischiano di scontrarsi con tecnologie invasive. A cinque mesi dalla prima segnalazione, rimane un nodo irrisolto quello di chi abbia deciso di spiare questi telefoni e perché. La posta in gioco è alta, non solo per i diretti interessati, ma per tutti gli italiani.

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