Lo chef Giorgio Locatelli, celebre giudice di Masterchef Italia, è stato ospite a Verissimo lo scorso 3 maggio. Nel corso dell’intervista, ha ripercorso le tappe più difficili della sua carriera culinaria, dal trattamento subito all’inizio in una cucina francese fino alla recente chiusura della sua storica locanda a Londra. Ha parlato anche della sua famiglia e dell’impatto che alcune esperienze personali hanno avuto sul suo lavoro in cucina.
La famiglia e le difficoltà alimentari di margherita che hanno cambiato la cucina di locatelli
Negli ultimi anni la famiglia di Giorgio Locatelli ha avuto un ruolo centrale non solo nella sua vita privata, ma anche nel lavoro. È sposato da trent’anni con Plaxy, collaboratrice nel suo ristorante. Insieme hanno una figlia, Margherita, che convive con una serie complessa di allergie alimentari. Questa situazione ha costretto lo chef a osservare con maggiore attenzione le preparazioni in cucina.
Locatelli ha sottolineato che le difficoltà, anche quelle personali, non si presentano solo per mettere in crisi le persone ma possono insegnare molto. Grazie alle esigenze di Margherita, lui e la famiglia hanno sperimentato ricette e combinazioni nuove per venire incontro alle sue necessità. Questa sfida ha, di fatto, ampliato la sua visione e la ricerca in cucina. Con questo approccio, ha trovato nuovi modi di preparare i piatti senza compromettere il gusto e la qualità.
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La chiusura della locanda a londra dopo 25 anni di attività e la svolta professionale
Lo scorso 31 dicembre Locatelli ha chiuso definitivamente la sua storica locanda a Londra, dopo un quarto di secolo di attività. La decisione non è stata semplice: il locale era diventato un punto di riferimento per la cucina italiana di qualità nella capitale britannica. Ha raccontato che l’ultimo giorno il ristorante era pieno come non mai. Molti clienti sono voluti tornare per un’ultima esperienza, un modo per salutare il locale e la sua storia.
Per lo chef quella chiusura ha segnato la fine di un capitolo importante. Ha detto che sentiva il bisogno di cambiare strada, forse per cercare nuovi stimoli e idee. Questo momento di transizione rappresenta un cambio di passo, un segnale che anche chi ha raggiunto grandi traguardi è pronto ad affrontare nuove sfide.
Amicizia e scherzi con bruno barbieri e antonino cannavacciuolo a masterchef italia
Durante la trasmissione non sono mancati i contributi scherzosi e affettuosi degli amici e colleghi Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo, con cui Locatelli condivide il ruolo di giudice a Masterchef Italia. Cannavacciuolo lo ha definito l’amico che tutti vorrebbero, sottolineando la simpatia e il carattere di Locatelli.
Non sono mancati però anche dei rimproveri amichevoli: Cannavacciuolo ha preso in giro Locatelli per il suo modo di mangiare il riso, che fa sempre con il cucchiaio. È un dettaglio che ha fatto sorridere il pubblico. Barbieri ha voluto invece ricordare quando andava a mangiare nella locanda di Locatelli prima che diventassero colleghi a Masterchef. Questi ricordi hanno aggiunto un tono leggero all’intervista e hanno dato modo al pubblico di vedere il lato più umano e amichevole di questa squadra di grandi chef.
Gli esordi difficili nelle cucine francesi e il trauma della locanda in fiamme
Giorgio Locatelli ha raccontato come i suoi primi passi nella ristorazione siano stati segnati da episodi spiacevoli. In Francia ha vissuto esperienze dove l’umiliazione faceva parte della metodologia di insegnamento. In certe cucine, ha spiegato, era considerato normale trattare male chi era alle prime armi, ma per lui quel sistema è stato subito chiaro: crudele e controproducente. Ha detto di non aver mai condiviso quel modo di fare, né come cuoco né come educatore in cucina.
Un altro episodio che ha segnato la sua carriera è stato l’incendio che ha colpito la sua locanda. Da un’attività che serviva 600 coperti a settimana, si è trovato nel giro di poco tempo senza nulla. È stata una perdita drammatica e difficile da superare. Tuttavia, Claro, sfidare questa crisi ha lasciato in lui un segno profondo. Ha raccontato l’esperienza con lucidità, senza nascondere il dolore ma anche la forza che ne è scaturita.