La città di genova sceglie una nuova guida dopo una tornata elettorale che ha visto la vittoria netta di silvia salis, ex atleta e volto civico proposto dal Pd ligure. Il voto arriva dopo un clima politico teso, segnato da una crisi amministrativa e un profondo cambiamento nei rapporti tra i principali partiti in città . La coalizione di centrosinistra ha imposto un’alleanza ampia e inedita, capace di superare le diffidenze di diversi gruppi e di unire l’elettorato dietro un progetto condiviso.
Silvia salis, la sindaca civica che rompe gli schemi politici tradizionali
Silvia salis si presenta come una figura fuori dai circuiti abituali della politica genovese. A 39 anni, con un passato da campionessa di atletica e vicepresidente uscente del Coni, ha accettato la sfida proposta dal Pd ligure proprio in un momento critico per la città . La sua candidatura è stata una sorpresa, ma anche la scelta di una persona che ha radici profonde in città : il padre, scomparso nei giorni dell’annuncio, era un militante storico del Pci e un punto di riferimento nel suo quartiere. Salis non si definisce politica di professione, ma una civica capace di legare l’esperienza nello sport a una nuova idea di amministrazione pubblica.
Il suo messaggio è stato chiaro durante la campagna elettorale: cambiare una città che chiedeva da tempo un netto governo diverso. Il percorso non è stato privo di difficoltà , con contrasti e momenti tesi, ma la coalizione ha saputo presentare una proposta solida e convincente. La lista civica che ha sostenuto salis ha raccolto quasi l’8% dei consensi, diventando la seconda forza all’interno del fronte di centro-sinistra. Un segnale concreto di fiducia da parte degli elettori, che hanno premiato questa nuova figura con un voto chiaro fin dal primo turno.
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La coalizione ampia e plurale che ha conquistato genova
Una delle peculiarità di questa tornata elettorale è stata la costruzione di una coalizione molto variegata che ha superato divisioni e pregiudizi politici. Il Pd a genova ha stretto intese con i Cinquestelle, Avs, Italia Viva, Azione e +Europa, raggiungendo un’intesa più ampia di quella vista recentemente in sardegna con la candidatura di alessandra todde. Questo campo largo del centrosinistra ha raccolto il 51,92% dei voti, dando un segnale di unità e stabilità a una città che era uscita da anni difficili.
All’interno di questa alleanza, le liste civiche e i piccoli partiti hanno svolto un ruolo chiave. Avs ha raggiunto circa il 7%, mentre i Cinquestelle si attestano intorno al 6%. I riformisti si fermano al 2,5% ma contribuiscono comunque al risultato finale. Questa mescolanza di forze, con sensibilità diverse ma convergenti, ha permesso di superare un centrodestra alla ricerca della propria identità .
Il centrodestra perde genova: i motivi dietro la sconfitta di piciocchi
Pietro piciocchi, candidato del centrodestra e delfino dell’ex sindaco marco bucci, ha perso senza neppure arrivare al ballottaggio. La sconfitta è riconducibile a diversi fattori concreti. Innanzitutto, la precedente amministrazione di centrodestra era uscita con un voto debilitato alle ultime regionali, punita anche da scandali e tensioni. Bucci aveva raccolto consenso soprattutto per la gestione della tragedia del ponte morandi, ma il suo erede non è riuscito a mantenere questo favore.
La coalizione di centrodestra, composta da fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha pagato un progressivo calo di consensi, che molti attribuiscono sia al logoramento politico naturale sia alla mancanza di figure forti come quella di toti e del suo movimento. Alcune scelte sulle grandi opere hanno creato malumori nei quartieri più coinvolti, innescando una crisi di fiducia che non si è più recuperata. Piciocchi ha ringraziato i suoi sostenitori ma ha ammesso la difficoltà di partire dopo una legislatura finita in anticipo e macchiata da problemi.
L’affluenza e il ritorno del civismo nelle urne di genova
Il dato sull’affluenza alle urne segna un ritorno della partecipazione politica a genova. Ha votato il 51,92% degli aventi diritto, un dato aumentato rispetto al 44,17% registrato nelle precedenti elezioni del 2022, che si erano tenute solo di domenica. Questo aumento indica che molti cittadini si sono sentiti coinvolti dalla sfida e hanno voluto esprimere un giudizio forte sul futuro della città .
Questa maggiore partecipazione conferma il radicamento della nuova proposta civica e il desiderio di novità rispetto a scelte tradizionali o a vecchie figure della politica. La vittoria della prima sindaca donna dopo una lunga parentesi maschile porta anche una ventata di cambiamento culturale, che molti genovesi hanno voluto sottolineare con il loro voto.
Il ruolo di andrea orlando e il peso politico della vittoria del centrosinistra
Andrea orlando, ex ministro e figura di spicco del Pd, ha avuto un ruolo nel definire l’intesa dietro la candidatura di salis. Negando però che la sua presenza implichi una primogenitura politica per la neo sindaca, orlando ha sottolineato di aver contribuito alla chiusura dell’accordo con tutta la coalizione. Alle regionali precedenti, la sua lista aveva raccolto il 52,3% a genova, contro il 44,3% di bucci, anticipando quindi un trend favorevole al centrosinistra.
La vittoria di questa coalizione rappresenta un segnale chiaro della rinascita del Pd nel capoluogo ligure, consolidando una posizione di dominio che si era già vista a livello regionale. Questo risultato apre anche nuove possibilità di governo e gestione pubblica, aprendosi a una stagione diversa rispetto al passato recente dominato dal centrodestra.