Genitori di figli con disabilità a Cerveteri: come organizzarsi per non perdere i finanziamenti pubblici

Genitori di figli con disabilità a Cerveteri: come organizzarsi per non perdere i finanziamenti pubblici

A Cerveteri e Ladispoli, famiglie con figli autistici affrontano difficoltà nell’accesso ai finanziamenti pubblici per terapie a causa di rigide regole burocratiche; Roberta Arseni propone un comitato di genitori per supporto e coordinamento.
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L'articolo evidenzia le difficoltà delle famiglie di Cerveteri nell’accesso ai finanziamenti per terapie autismo, sottolineando l’importanza di un coordinamento tra genitori per superare le complesse procedure burocratiche. - Gaeta.it

Il tema della disabilità nelle famiglie richiede un confronto dettagliato sulle difficoltà pratiche che si incontrano, soprattutto nell’accesso ai finanziamenti pubblici. A Cerveteri, una recente denuncia ha portato alla luce problemi legati alla partecipazione ai bandi regionali destinati a rimborsare terapie per disturbi come l’autismo. Roberta Arseni, madre di una ragazza disabile e attivista locale, ha spiegato quali ostacoli frequenti si frappongono alle famiglie e perché è necessario un coordinamento tra genitori per non perdere risorse disponibili.

Le criticità nella gestione del bando autismo a cerveteri e ladispoli

Lo scorso ottobre, la Regione Lazio ha promosso un bando dedicato ad aiutare le famiglie con bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. Il progetto, riservato ai Comuni di Cerveteri e Ladispoli, prevedeva un rimborso parziale delle spese sostenute per terapie costose e spesso non coperti dal sistema sanitario nazionale. La gestione è stata affidata a una commissione composta da una neuropsichiatra infantile e assistenti sociali dei due comuni.

Sono arrivate 19 domande, ma ben 9 sono state escluse per la mancanza di documenti considerati essenziali, come la certificazione medica ufficiale e le fatture delle terapie. Questo ha comportato la non assegnazione di quasi 15.000 euro, cifra che è tornata alla Regione per l’impossibilità di assegnarla. Il problema centrale riguarda proprio la documentazione richiesta, che deve essere precisa e completa secondo le indicazioni del bando senza eccezioni.

La protesta di un padre di cerveteri

Un padre di Cerveteri, non raggiunto per l’intervista, ha criticato la procedura perché, a suo dire, la documentazione alternativa presentata non è stata accettata. Ad esempio, ha prodotto certificazioni relative alla legge 104 e all’indennità di accompagnamento, ritenendo che fossero equivalenti al certificato medico specifico indicato nel bando. Anche l’assenza temporanea delle fatture è stata giustificata con l’ipotesi di esibirle in seguito. Nonostante questo, la commissione non ha concesso deroghe, rigettando tali richieste.

Esigenze stringenti per la partecipazione ai bandi pubblici sulle disabilità

I bandi pubblici seguono regole rigide che non ammettono interpretazioni o sostituzioni nella documentazione richiesta. Se il bando precisa il bisogno di un certificato medico specifico, non basta allegare un documento che indichi una disabilità diversa o correlata. Lo stesso vale per le fatture: sono obbligatorie per comprovare le spese reali sostenute e ottenere il rimborso.

Anche le scadenze sono tassative: presentare i documenti anche un solo giorno oltre il termine indicato comporta l’esclusione dalla procedura. La certezza delle regole mira a garantire trasparenza e correttezza nelle assegnazioni, ma rende indispensabile conoscere bene i requisiti e preparare la documentazione con anticipo e attenzione.

Spesso i genitori, soprattutto se da poco coinvolti in queste situazioni, si trovano a dover affrontare incomprensioni o procedure complesse senza adeguato supporto. Questo accresce il rischio di perdere opportunità concrete, come è avvenuto per diverse famiglie a Cerveteri.

La testimonianza di roberta arseni: il bisogno di un coordinamento tra genitori

Roberta Arseni non ha partecipato direttamente al Bando Autismo, ma ha maturato esperienza negli anni assistendo da vicino famiglie con figli disabili. La sua testimonianza mette in luce alcune difficoltà che accomunano tante persone in questi contesti.

Arseni spiega che la certificazione medica della ASL è indispensabile per documentare la diagnosi specifica prevista nei bandi, perché altri attestati, come quelli della legge 104 o dell’indennità di accompagnamento, non evidenziano in modo chiaro condizioni come l’autismo. Questo fa capire perché molte domande sono state escluse, nonostante i genitori disponessero di documenti collegati.

Sul tema delle fatture, la madre sottolinea che il modulo del bando era chiaro nello stabilire la necessità di allegarle per chiarire l’ammontare delle spese sostenute. Senza questi elementi, diventa impossibile assegnare i rimborsi richiesti. L’errore quindi non è solo burocratico, ma riguarda anche l’interpretazione delle regole da parte delle famiglie.

La sua esperienza la porta a evidenziare l’urgenza di una collaborazione tra genitori per superare queste difficoltà. Propone di creare un comitato in cui chi ha più esperienza aiuti le famiglie che si affacciano ora a questo percorso. Il supporto includerebbe la corretta compilazione dei moduli e l’orientamento su scadenze e documenti utili.

Una proposta di collaborazione concreta

L’idea è quella di un gruppo solidale che possa fungere da punto di riferimento per chi spesso si trova disorientato tra documenti e normative, favorendo così una maggiore efficacia nella partecipazione ai bandi e nell’ottenimento di aiuti.

Le iniziative locali per un sostegno concreto e il rischio di esclusione definitiva

Roberta Arseni aveva già provato a promuovere la costituzione di un gruppo di genitori a Cerveteri, insieme a una consigliera comunale con figlio disabile. L’idea era offrire un aiuto gratuito e volontario nella gestione delle pratiche burocratiche e nel riconoscere le opportunità di finanziamento.

Nonostante qualche riunione, la partecipazione è stata limitata e il comitato non si è ancora formalizzato. Ciò indica una difficoltà diffusa a organizzarsi sistematicamente, nonostante il bisogno sia evidente.

Quanto alle famiglie escluse dal bando, Arseni spiega che è possibile presentare ricorso, ma la mancanza di documenti richiesti rende le probabilità di successo molto basse. In genere, quando un atto viene respinto, al richiedente arriva comunicazione ufficiale con le motivazioni del diniego. Da quel momento, si può intervenire per integrare le mancanze, purché entro termini stabiliti.

Il problema resta che molti candidati non sono messi in condizione di seguire questi passaggi, specie se privi di conoscenze specifiche o sostegno. Perciò la proposta di un comitato di genitori, che faccia da supporto organizzato durante tutto l’iter burocratico, appare come una risposta necessaria per non perdere risorse disponibili a sostegno delle famiglie con disabili.

Modalità di contatto e appello alla partecipazione da parte di roberta arseni

Il gruppo di genitori in fase di formazione a Cerveteri non ha ancora un nome ufficiale né una struttura definita. Roberta Arseni ha fatto un appello diretto ai genitori affinché si uniscano e contribuiscano allo scambio di informazioni e supporto reciproco.

Ha lasciato il proprio numero di cellulare per facilitare il contatto: 334 983 5181. L’obiettivo è moltiplicare le occasioni di confronto e assistenza, magari con l’aiuto delle istituzioni locali senza appesantire le procedure.

L’esperienza evidenzia, infine, quanto sia difficile orientarsi nei meandri delle pratiche burocratiche per ottenere servizi a favore di persone con bisogni speciali. L’organizzazione informale tra famiglie può rappresentare una risposta concreta in attesa di soluzioni più strutturate.

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