Generale luciano portolano e la nuova fase di tensione lungo il fianco est della nato

Generale luciano portolano e la nuova fase di tensione lungo il fianco est della nato

Le tensioni sul fianco est della Nato aumentano per le strategie ibride di Mosca e altri regimi autoritari, mentre il Mediterraneo allargato assume un ruolo chiave nella sicurezza europea secondo il generale Luciano Portolano.
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L'articolo analizza le crescenti tensioni geopolitiche sul fianco est della Nato, evidenziando le minacce ibride di Mosca e regimi autoritari, e sottolinea il ruolo strategico del Mediterraneo nella sicurezza europea. - Gaeta.it

Negli ultimi mesi le tensioni geopolitiche lungo il fianco orientale della Nato hanno mostrato segnali di crescente criticità. Il generale luciano portolano, capo di stato maggiore della Difesa, ha illustrato in audizione davanti alla Commissione della Camera le preoccupazioni riguardanti le mosse di Mosca e altri attori internazionali che puntano a mettere in crisi l’influenza occidentale attraverso strategie miste di sovversione e disinformazione. Questi elementi descrivono uno scenario instabile, in cui il confronto tra modelli politici e interessi strategici rischia di diventare ancora più acceso.

La minaccia sul fianco est della nato tra strategie offensive e operazioni di disinformazione

L’intervento del generale luciano portolano ha messo in luce come la zona orientale che confina con i paesi della Nato sia sotto pressione da parte di Mosca e altri “competitors”. Il riferimento è a uno scenario dove non si combatte solo con armi tradizionali, ma anche attraverso tattiche più elusive e complesse, come campagne di disinformazione e persuasione. Questo tipo di guerra “ibrida” mira a smontare il consenso e la credibilità dell’occidente, indebolendo le alleanze e creando divisioni interne. La sovversione non è solo politica, ma coinvolge anche la sfera pubblica e mediatica, condizionando l’opinione pubblica e spostando equilibri strategici a favore degli autocrati.

Strumenti della pressione politica

La preoccupazione evidenziata è la volontà di certi stati di aumentare la propria leva politica a scapito delle democrazie occidentali. Questi attori utilizzano strumenti diversificati, che spaziano dagli attacchi cibernetici, all’ingerenza nelle elezioni, fino al controllo delle informazioni diffuse attraverso canali ufficiali e non. L’obiettivo rimane chiaro: diminuire l’influenza dell’occidente all’interno dell’area euro-atlantica. Il generale ha poi sottolineato che questa dinamica di pressione sull’est degli alleati Nato rappresenta un fattore di destabilizzazione permanente, con il rischio che si trasformi in un conflitto aperto.

La divisione tra paesi democratici e regimi autoritari al centro delle tensioni

Portolano ha evidenziato come la differenza tra sistemi politici sia uno degli aspetti che maggiormente complicano le relazioni internazionali attuali. Da un lato ci sono le democrazie, che sostengono valori come la libertà e la partecipazione, dall’altro i regimi autoritari di paesi come Russia, Iran e Corea del Nord. Questo scollamento politico ideologico si riflette nella maniera in cui questi paesi competono sul piano globale. L’accesso a risorse energetiche e materie prime diventa terreno di scontro, anche attraverso interferenze sulle rotte commerciali strategiche.

Aree di conflitto e influenza globale

La conflittualità si manifesta in diverse aree, in particolare in Ucraina e medio oriente, dove conflitti armati e crisi politiche si intrecciano con le strategie di potere e alleanze. Oltre ai conflitti aperti, si registrano sfide e contese meno evidenti, ma ugualmente pericolose perché agiscono in zone grigie del confronto internazionale. Questa competizione incide sulla stabilità globale, aumentandone la complessità e la frammentazione. La frammentazione tra modelli di governo si traduce in una competizione che va al di là delle frontiere politiche, influenzando anche la sicurezza economica e l’approvvigionamento energetico.

Il ruolo strategico del mediterraneo allargato nelle dinamiche di sicurezza europea

Il generale portolano ha notato come il mediterraneo allargato stia riconquistando un ruolo di primo piano nelle scelte di sicurezza dell’Europa. Quest’area assume un’importanza cruciale per la difesa degli interessi nazionali e continentali, soprattutto per i paesi che si affacciano sul fianco sud della Nato. Il mediterraneo è infatti un crocevia strategico che collega continenti e vie commerciali fondamentali, e quindi le tensioni in questa zona possono avere ripercussioni su tutto l’assetto geopolitico europeo.

Fattori della centralità mediterranea

I fattori che contribuiscono a questa centralità includono la vicinanza a aree di conflitto, la presenza di rotte energetiche essenziali, e la necessità di monitorare flussi migratori e scambi commerciali. Questo spazio diventa così teatro di una competizione indiretta tra potenze che cercano di consolidare la propria influenza. Il mediterraneo si trasforma in un punto nevralgico per il coordinamento delle strategie e delle alleanze militari, chiamate a reagire a possibili crisi o minacce. La sua centralità emerge come un elemento chiave per mantenere l’equilibrio di sicurezza nell’area euro-mediterranea, soprattutto in un contesto segnato da sfide nuove e crescenti.

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