Gender gap occupazionale e retributivo in Friuli Venezia Giulia: dati aggiornati e criticità

Gender gap occupazionale e retributivo in Friuli Venezia Giulia: dati aggiornati e criticità

Disparità di genere nel lavoro in Friuli Venezia Giulia: donne con tassi di occupazione inferiori, più part-time involontario, contratti precari e minor presenza in ruoli dirigenziali rispetto agli uomini.
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L'articolo analizza le disparità di genere nel lavoro in Friuli Venezia Giulia, evidenziando gap occupazionali, salariali e di rappresentanza femminile in ruoli dirigenziali, e sottolinea l'impegno sindacale per promuovere la parità e migliorare le condizioni lavorative delle donne. - Gaeta.it

Il tema della disparità tra uomini e donne nel mondo del lavoro resta centrale anche in Friuli Venezia Giulia. Nel corso dell’assemblea regionale delle Donne della Cgil Fvg, tenutasi a Trieste, sono stati presentati dati che evidenziano le distanze ancora presenti in termini di occupazione, stipendi e ruoli dirigenziali. Questo approfondimento mette a fuoco numeri e aspetti legati al lavoro femminile nella regione, confrontandoli con il contesto nazionale ed europeo.

La situazione occupazionale delle donne in friuli venezia giulia

I dati elaborati dall’Ires indicano che il tasso di occupazione femminile in Friuli Venezia Giulia nel 2024 si attesta al 63,9%. Si tratta di un valore che pone la regione al terzo posto in Italia, ma rimane comunque al di sotto della media europea che raggiunge il 66,2%. Il divario rispetto all’occupazione maschile locale supera gli 11 punti percentuali, una forbice più ampia rispetto alla media Ue, che si attesta intorno ai 9 punti.

Commenti sul divario occupazionale

Questo divario segnala una partecipazione femminile al mercato del lavoro ancora limitata, soprattutto se si considerano aspetti quali la continuità dell’occupazione e la stabilità del lavoro. Secondo quanto riferito dalla responsabile pari opportunità della Cgil Fvg, Daniela Duz, la condizione del lavoro femminile in regione si caratterizza per frequente discontinuità, contratti precari e una retribuzione spesso inferiore rispetto a quella maschile.

Nell’ambito della regione, un elemento che incide sul gap è il ricorso significativo al part-time da parte delle lavoratrici. Il 35% delle donne lavora con questo tipo di contratto, principalmente involontario nel 34% dei casi, mentre solo il 5% dei lavoratori maschi si trova in questa condizione. Questi dati sottolineano come il lavoro a tempo ridotto, spesso imposto e non scelto, limiti la possibilità di raggiungere una piena autonomia economica.

Le condizioni contrattuali e la qualità del lavoro femminile in friuli venezia giulia

Il tema del precariato emerge chiaramente dall’analisi dei contratti a termine. Tra la forza lavoro femminile della regione, il 15% è occupata con contratti temporanei, contro l’11% degli uomini. Questo dato racconta come le donne si trovino più spesso in condizioni lavorative meno stabili e meno protette dal punto di vista contrattuale.

Concentrazione in ruoli meno remunerati

In aggiunta, la distribuzione delle donne all’interno del mercato del lavoro mostra una forte concentrazione in ruoli con qualifiche medio-basse e in settori caratterizzati da retribuzioni inferiori alla media. Questo squilibrio conferma l’esistenza di barriere strutturali che limitano la presenza femminile nelle posizioni di più alto livello e con retribuzioni più elevate.

Il mix di part-time involontario, contratti a termine e collocazione in fasce di lavoro meno remunerate genera una disparità retributiva di rilievo. La differenza media tra stipendi femminili e maschili in Friuli Venezia Giulia è pari al 33%, una percentuale che persiste anche quando si confrontano lavoratori con la stessa qualifica.

La presenza femminile nei ruoli dirigenziali e le battaglie sindacali

Un altro aspetto indicativo della differenza di genere nel mondo del lavoro riguarda la rappresentanza delle donne in posizioni apicali. In Friuli Venezia Giulia, le donne coprono solo il 15% delle cariche dirigenziali, mentre la loro presenza nei quadri intermedi si ferma al 29%. Queste cifre testimoniano una sottorappresentanza che si riflette nelle decisioni aziendali e nelle politiche interne, limitando le opportunità di carriera e riconoscimento economico per le lavoratrici.

Impegno sindacale per la parità

Il sindacato, rappresentato dalla segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di modificare leggi e regolamenti che, al momento, penalizzano in modo particolare il lavoro femminile e compromettono la parità retributiva. La Cgil vede nel prossimo referendum una tappa decisiva per rafforzare diritti e tutele sul lavoro, con l’intento di intervenire sul gap occupazionale e sulle condizioni di precarietà che affliggono molte lavoratrici.

L’appuntamento con la mobilitazione pubblica e con il dibattito politico pone nuovamente al centro dell’attenzione temi come l’equità salariale, la lotta contro il lavoro a orario ridotto imposto e la carenza di donne in ruoli decisionali. Questi fattori hanno un impatto diretto sulla vita quotidiana di migliaia di lavoratrici in Friuli Venezia Giulia e più in generale in Italia.

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