Gabriella Greison porta al teatro comunale di Gonzaga uno spettacolo sulla vita e il genio di Paul Dirac

Gabriella Greison porta al teatro comunale di Gonzaga uno spettacolo sulla vita e il genio di Paul Dirac

Gabriella Greison debutta al teatro comunale di Gonzaga con “Dove tutto può accadere”, uno spettacolo che unisce scienza, musica e storia per raccontare la vita e il genio solitario di Paul Dirac.
Gabriella Greison Porta Al Tea Gabriella Greison Porta Al Tea
Gabriella Greison debutta al teatro comunale di Gonzaga con "Dove tutto può accadere", uno spettacolo che unisce scienza, musica e teatro per raccontare la vita e il genio solitario di Paul Dirac, pioniere della meccanica quantistica, esplorando il suo mondo interiore e il contesto culturale della Londra anni ’60. - Gaeta.it

La fisica Gabriella Greison debutta con uno spettacolo al teatro comunale di Gonzaga, Mantova, intitolato “Dove tutto può accadere”. Il lavoro racconta la storia di Paul Dirac, scienziato premio Nobel e figura chiave della meccanica quantistica. Il racconto unisce scienza, storia e musica per esplorare l’universo e la mente di un uomo straordinario. Lo spettacolo incarna il connubio tra rigore scientifico e arte scenica.

Il protagonista: Paul Dirac, un genio tra scienza e solitudine

Paul Dirac, nato nel 1902, è riconosciuto come uno dei fondatori della meccanica quantistica. La sua equazione, pubblicata nel 1928, ha segnato una svolta nella comprensione delle particelle subatomiche e delle loro proprietà. Nel 1933 fu insignito del premio Nobel per la fisica per le sue scoperte fondamentali. Dirac era noto per il suo carattere riservato e solitario, molto diverso dall’immagine tipica dei grandi scienziati pubblici. La sua mente funzionava su binari distinti, fatta di formule matematiche precise e di intuizioni rare. Lo spettacolo di Greison mette in luce questa duplicità: da un lato la fredda logica delle equazioni, dall’altro il mondo intimo di un uomo che ha trasformato l’universo in una formula di straordinaria bellezza.

Il rapporto con la figlia

Il racconto si svolge anche attraverso il rapporto con sua figlia, che rappresenta un punto di vista umano e personale, alla ricerca di risposte sulla figura del padre. Il conflitto interno di Dirac tra una vita defilata e il peso delle sue scoperte dà al pubblico uno spaccato autentico della complessità umana dietro l’icona scientifica. Questo modo di narrare spinge a riflettere su cosa significhi essere se stessi in un mondo che spesso premia la convenzione.

Ambientazione e atmosfera: la londra degli anni sessanta tra arte e scienza

La storia si inserisce nel contesto della Londra degli anni ’60 e ’70, un’epoca di fermento culturale intenso. Il quadro che si dipana attorno a Dirac include la rivoluzione musicale dei Beatles, il cinema innovativo e l’esplosione delle arti. La città si muove in un ritmo frenetico e creativo, in netta contrapposizione con il silenzio interno dello scienziato intento a meditare sulle sue formule.

La colonna sonora e la regia

La colonna sonora affidata a Luca Pasqua alla chitarra elettrica offre un sottofondo che richiama le sonorità tipiche di quegli anni, creando un legame sensoriale con il pubblico. La musica intreccia passaggi energici e momenti delicati, riflettendo lo stato d’animo del protagonista e la tensione tra esterno caotico ed interno raccolto. Il regista Alessandro Spadari, noto docente all’Accademia di Belle Arti di Brera, costruisce la scena come un quadro animato, dove ogni elemento visivo contribuisce a trasportare lo spettatore oltre la semplice narrazione, in un’esperienza immersiva.

L’unione tra spettacolo e libro: un racconto che attraversa più forme d’arte

“Dove tutto può accadere” non è solo uno spettacolo teatrale, ma accompagna la pubblicazione del tredicesimo libro di Gabriella Greison, uscito per Mondadori l’8 aprile. Il romanzo nasce dallo stesso nucleo creativo dell’opera sul palco, ed esplora in modo più ampio i temi della fisica quantistica e della vita interiore. Il libro invita a riscoprire le nostre aspirazioni, a riconoscere quella scintilla che spesso resta nascosta dentro ognuno di noi.

La metafora del gatto di Schrödinger

La narrazione punta a creare una connessione tra il pensiero scientifico e l’esperienza quotidiana. Il riferimento al paradosso del gatto di Schrödinger viene usato come metafora per uscire dalle limitazioni mentali e abbracciare il possibile, valorizzando la possibilità di scegliere e cambiare. In un’epoca dove la tecnologia avvolge le nostre vite e la quantità di informazioni può paralizzare, Greison propone la fisica quantistica come uno strumento per riflettere sulla libertà, il coraggio e la bellezza. La fisica, come in questo spettacolo, diventa un modo concreto per ritrovare senso nell’esistenza e aprire nuove strade per la mente e i sogni.

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