Il regista premio Oscar gabriele salvatores ha partecipato a milano come presidente di giuria del progetto “corti senza confine“, una rassegna dedicata ai cortometraggi ambientati lungo il confine italo-sloveno. L’iniziativa si inserisce nelle attività di GO! 2025, evento che celebra la Capitale Europea della Cultura condivisa tra gorizia e nova gorica. Salvatores ha sottolineato il valore simbolico di unire due città con un passato segnato da conflitti e tensioni, evidenziando l’importanza di superare i confini culturali e sociali attraverso il cinema e l’arte.
L’evento a palazzo morando e il messaggio di unione tra città di confine
A palazzo morando di milano, salvatores ha presentato i cortometraggi selezionati per “corti senza confine”. La mostra “un viaggio da fare“, dedicata ai maestri di frontiera, ha fatto da cornice all’evento. Il regista ha insistito sul momento storico segnato da rancori e diffidenze, definendo significativo che gorizia e nova gorica, pur con un passato difficile, riescano a lavorare insieme. Questa collaborazione tra le due città di confine rappresenta un messaggio forte per altri territori con storie analoghe.
Il suo richiamo ai conflitti attuali ha portato in primo piano un esempio concreto dal suo ultimo film, dove professionisti ucraini e russi hanno collaborato agli effetti speciali. Questa cooperazione artistica ha prodotto risultati concreti, sottolineando come anche in presenza di divisioni profonde, il lavoro comune può portare a costruire invece che distruggere.
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Il ruolo del cinema nella rimozione dei confini e nella rappresentazione dell’invisibile
Salvatores ha accolto la proposta di presiedere la giuria di “corti senza confine” con entusiasmo, richiamando la necessità di spostare continuamente i confini. Il cinema, secondo il regista, ha un potere particolare perché riesce a rievocare i fantasmi che ci abitano, restituendo allo spettatore immagini che non mostrano solo la realtà visibile ma anche ciò che è nascosto o mediato dalle nostre percezioni.
Cita jacques derrida e il mito della caverna di platone per spiegare come il cinema possa documentare l’invisibile, andando oltre la mera rappresentazione. Questa prospettiva ha spinto salvatores a apprezzare la varietà di linguaggi tra i corti presentati, molti dei quali si distanziano dal realismo o dal semplice documentario per inventare modalità espressive più libere e sperimentali.
Il tema del diverso e il superamento dei confini nel cinema di salvatores
Salvatores ha affrontato il tema del diverso, definendolo una paura comune ma anche una risorsa per crescere e scoprire nuovi punti di vista. Nei suoi film i personaggi spesso devono oltrepassare confini fisici o metaforici per rivedere la propria esistenza. Il riferimento al film “mediterraneo” e all’opera di henri laborit è centrale nel raccontare il suo approccio.
Quando arriva una tempesta, l’unica possibilità è lasciarsi trasportare, esplorando terre sconosciute. La metafora del viaggio senza una rotta precisa rappresenta la vita stessa, fatta di cambiamenti e imprevisti. Salvatores insiste che il valore sta nel percorso più che nell’arrivo, un invito ad adattarsi al mutare delle condizioni e a cercare il senso nel continuo movimento.
La scena culturale del friuli e i prossimi progetti di salvatores
Durante l’evento, salvatores ha mostrato un particolare affetto per il friuli, definendo la regione unica per caratteristiche e atmosfera. Ha confessato di essere innamorato di trieste, città scelta come ambientazione per ricostruire la new york del film “napoli new york“.
Trieste sarà anche la location per la prossima opera del regista, basata sul romanzo “la variante di luneburg” di paolo mauresing. Questo progetto è un noir ambientato a vienna e monaco, con un cast misto italiano e tedesco. La trama ruota attorno a due personaggi che si sfidano nel mondo degli scacchi lungo decenni, un allusione a “i duellanti” di ridley scott.
L’idea è quella di osservare il confronto umano e psicologico tramite una disciplina strategica e complessa.
La presentazione dei cortometraggi e la nuova generazione di registi
I cortometraggi di “corti senza confine” saranno presentati dal 30 settembre al 3 ottobre durante le giornate FICE di gorizia e nova gorica. Ogni opera ha ricevuto finanziamenti fino a 100mila euro.
Tra i titoli spiccano “confini, canti” di simone massi, che rappresenta l’unica animazione del progetto, e “l’estate che verrà” di mauro lodi. Altre produzioni arrivano da registi come emma jaay, australiana, con “meja, frontiera“, insieme a lavori italiani di lorenzo fabbro, chiara cremaschi, alberto fasulo, davide del degan e giacomo bendotti.
Salvatores ha parlato di questa rassegna come un segnale di nascita per una nuova generazione di cineasti, evidenziando la fertile scena culturale del territorio e la vitalità di giovani talenti pronti a esplorare temi complessi legati a confini e identità.