Una grave situazione ha colpito la cooperativa sociale Altereco di Cerignola, in provincia di Foggia. La cooperativa, nota per il proprio impegno nella gestione di terreni confiscati alla mafia, ha subito un furto di olive che ha ridotto drasticamente il raccolto. Per discutere della situazione e supportare il recupero, è stata avviata una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe. Questo articolo esplora i dettagli dell’incidente, l’impatto sulla comunità e l’importanza dei beni confiscati.
Il furto e la denuncia
Il 19 settembre scorso, un gruppo di ignoti ha fatto irruzione in un terreno gestito dalla cooperativa Altereco, situato a diversi chilometri dal centro di Cerignola. Il terreno è dedicato alla memoria di Michele Cianci, un commerciante ucciso dalla criminalità organizzata nel 1991 per essersi opposto a un furto. Durante l’incursione, un operatore della cooperativa ha notato i ladri e li ha filmati mentre sottraevano le olive. La reazione dei malfattori è stata violenta: hanno aggredito l’operatore per impedirgli di documentare il furto.
Dai controlli effettuati, è emerso che i ladri sarebbero riusciti a sottrarre circa il 90% del raccolto di olive, corrispondente a circa 40 quintali. La cooperativa ha sporto denuncia presso la polizia, allegando materiale fotografico come prova del furto. Sicuramente, l’azione ha provocato un ingente danno economico e rappresenta una ferita profonda per una realtà che si fonda su valori di legalità e giustizia.
Le parole di Vincenzo Pugliese
Vincenzo Pugliese, presidente della cooperativa, ha espresso il desiderio di vedere i responsabili puniti per il danno arrecato. Ha sottolineato la necessità di ottenere giustizia e ha espresso curiosità riguardo ai compratori delle olive rubate, evidenziando che non ci sono molte strutture che lavorano un prodotto di qualità come quello delle olive Dop. Il terreno, intitolato a Michele Cianci, non è facilmente accessibile, ma il giorno dopo l’accaduto, la cooperativa è tornata a lavorare, continuando la raccolta di peperoni e melanzane.
Pugliese ha voluto rimarcare che, nonostante l’episodio traumatizzante, la cooperativa continua a coltivare speranza, sottolineando come il lavoro agricolo rappresenti un importante strumento di riscatto e reinserimento sociale in un contesto segnato dalla criminalità.
La raccolta fondi e l’importanza dei beni confiscati
La raccolta fondi avviata su GoFundMe non ha solo l’obiettivo di attutire le perdite subite dalla cooperativa, ma anche di coinvolgere la comunità locale. Pugliese ha affermato che è fondamentale che i beni confiscati non siano considerati solo proprietà di chi li gestisce, ma un patrimonio collettivo di tutta la cittadinanza. Le terre confiscate rappresentano opportunità per dare vita a idee di cittadinanza attiva e per ricostruire un tessuto sociale fortemente compromesso dalla mafia.
Incoraggiare la partecipazione della comunità è parte integrante di un processo che mira a rafforzare il senso di appartenenza civica e a promuovere la legalità. La cooperativa Altereco, attraverso le sue attività agricole, non solo contribuisce all’economia locale, ma stimola anche una riflessione importante sulle questioni di giustizia e cittadinanza. Ogni contributo alla raccolta fondi rappresenta un gesto di solidarietà e un passo verso la valorizzazione dei beni confiscati.
La situazione della cooperativa Altereco evidenzia una lotta continua contro la criminalità e il desiderio di costruire una comunità coesa e responsabile, che si oppone attivamente alle ingiustizie e ai soprusi.