Un fatto sconcertante ha scosso la cittadina di Varese: il ritratto della madre del famoso scultore Angelo Frattini è stato sottratto dal cimitero di Sant’Ambrogio. Questo atto non è solo un crimine contro il patrimonio culturale, ma colpisce profondamente la famiglia Frattini, che ora lancia un appello per recuperare l’opera. La scultura, risalente al 1951, non è solo un’affermazione artistica, ma rappresenta la memoria di una vita, quella della madre Giacomina Gervasini in Frattini.
L’opera e il suo valore per la famiglia
Il ritratto rubato è considerato da Max Frattini, nipote dell’artista, un pezzo inestimabile della loro storia familiare. Realizzato con cura e abilità nel 1951, l’opera ritrae Giacomina in modo talmente convincente da renderla viva agli occhi di chi la osserva. Questo legame personale influisce enormemente sul valore dell’opera, che non risiede solo nei materiali utilizzati o nella notorietà del suo creatore, ma nei ricordi e nell’eredità affettiva che porta con sé.
La famiglia Frattini ha sempre riconosciuto l’importanza di questa scultura, non solo come opera d’arte ma come simbolo di continuità e di memoria. Dopo il furto, la situazione appare ancor più drammatica. La perdita di un simile pezzo non è semplicemente una questione economica, ma anche di rispetto verso le radici familiari e la storia che ogni membro della famiglia ha vissuto in relazione a quest’opera.
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Le indagini e le ipotesi sul furto
Attualmente, le indagini sulla sottrazione del ritratto sono in corso e diverse piste sono state aperte dagli inquirenti. Una delle ipotesi più credibili è che il furto possa essere stato orchestrato su commissione, data la peculiarità e il valore affettivo dell’opera. Eliminare la scultura dalla vista del pubblico e rivenderla ai collezionisti di pezzi rari può rappresentare una motivazione valida per i ladri, che sembrano agire con una certa professionalità .
Questo solleva interrogativi inquietanti sul mercato nero dell’arte, dove opere rubate vengono spesso smerciate a collezionisti senza scrupoli. La famiglia Frattini, consapevole di queste dinamiche, chiede a chiunque possa avere informazioni sul furto di farsi avanti. Ogni dettaglio è fondamentale e anche una piccola segnalazione potrebbe risultare cruciale per il recupero dell’opera.
Un appello alla comunitÃ
Max Frattini ha fatto un appello aperto a tutti i cittadini e a chiunque faccia parte del mondo dei collezionisti, evidenziando l’importanza di fermare la vendita di opere d’arte rubate. Questo gesto non è solo un modo per voler recuperare un bene materiale, ma è anche un invito a proteggere la cultura e la storia collettiva. La famiglia spera che la comunità di Varese possa unirsi in questo tentativo di recupero.
Ogni cittadino, presente in questo cammino, può svolgere un ruolo significativo. La scultura ha un’anima, un valore che va oltre il suo aspetto fisico, e ogni partecipazione al suo recupero è un passo verso il mantenimento di una parte di storia culturale e personale. I Frattini, legati a questa opera, continuano la loro ricerca nel tentativo di restituirle il posto che merita, tra le memorie della loro famiglia e nei cuori di chi l’ha amata.