L’attenzione crescente verso modelli produttivi sostenibili trova nelle filiere circolari un ambito chiave per l’industria italiana. Un’indagine IPSOS mette in luce come la percezione dei cittadini sul riciclo dell’olio minerale usato sia spesso imprecisa o negativa. Riccardo Piunti, presidente del Conou, ha condiviso queste osservazioni durante ecoforum, evidenziando le incomprensioni che persistono tra la popolazione. Il quadro che emerge mostra distanze significative tra realtà operative e opinioni pubbliche sull’economia circolare in Italia.
I risultati dell’indagine ipsos sulla percezione dei cittadini
L’indagine svolta da IPSOS ha raccolto la visione di numerosi italiani riguardo alla gestione dell’olio minerale usato, elemento cruciale per la filiera circolare nei materiali lubrificanti. Secondo i dati, la maggior parte degli intervistati immagina che almeno metà dell’olio usato finisca bruciato come combustibile, una visione distante dall’effettiva pratica di rigenerazione. Questa convinzione riflette una scarsa informazione sulle metodologie adottate e la qualità del recupero.
Inoltre, una parte significativa degli italiani crede che la raccolta del rifiuto spetti al meccanico locale, segno di un equivoco sulla natura del sistema di raccolta e smaltimento, che invece richiede un coordinamento più complesso. Solo una minoranza ritiene che questo processo sia affidato a singole aziende specializzate autonome; molti pensano che manchi un’organizzazione centrale che gestisca il ciclo completo.
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Preoccupazioni e disinformazione diffuse
Tra i dati più preoccupanti emerge che circa il 6% della popolazione pensa che l’olio usato venga smaltito direttamente nelle fogne, una falsa credenza che sottolinea il grado di disinformazione presente. Questo sentimento diffuso può condizionare negativamente la fiducia verso le iniziative di economia circolare attuate sul territorio nazionale.
Come funziona la filiera consortile e il recupero gratuito dell’olio usato
Riccardo Piunti ha chiarito alcuni punti riguardanti il modello adottato dal Conou, spiegando che la raccolta dell’olio usato avviene senza costi per i cittadini o le imprese. Il sistema consortile organizza e coordina il recupero, evitando che il materiale diventi rifiuto dannoso per l’ambiente. L’olio raccolto viene poi avviato a processi di rigenerazione industriale, che trasformano il residuo in un prodotto nuovo, mantenendo in circolo risorse preziose.
Organizzazione e tecnologie per il recupero
Questo modello si basa su regole comuni e su una rete distribuita di punti di raccolta, che lavorano in sinergia sotto l’egida di un coordinamento centrale. Allo stesso tempo, la qualità dell’olio rigenerato resta elevata grazie a tecnologie all’avanguardia che assicurano un prodotto sicuro e performante, idoneo ad essere riutilizzato come lubrificante.
Piunti sottolinea che il merito non è solo della tecnologia ma principalmente della struttura organizzativa, che rende possibile il recupero completo con un impatto ambientale ridotto e vantaggi economici in termini di risparmio di materie prime. Senza questo modello coordinato, la filiera incontrerebbe maggiori difficoltà e rischi di dispersione o smaltimento scorretto.
L’importanza di una maggiore informazione e la fiducia nel sistema circolare
Le opinioni emerse dall’indagine mostrano come una maggiore informazione possa modificare i comportamenti e le aspettative dei cittadini. Piunti ha ribadito la necessità di comunicare con precisione i risultati già raggiunti, in particolare il fatto che buona parte dell’olio usato raccolto in Italia viene effettivamente rigenerato con qualità riconosciuta.
Far sapere con chiarezza che il sistema di raccolta è gratuito e gestito da un consorzio che tutela ambiente e consumatori potrebbe rafforzare la partecipazione attiva della popolazione. La consapevolezza potrebbe spingere a un coinvolgimento maggiore e a un supporto più convinto alle iniziative di economia circolare.
Contributo di tutti per un futuro sostenibile
Infine, Piunti ha evidenziato che l’obiettivo di rafforzare questo modello dipende dal contributo di tutti, sia delle aziende che dei cittadini, attraverso comportamenti responsabili e informati. Solo così si potrà progredire in altre filiere e affrontare le sfide ambientali e sociali legate alla sostenibilità industriale.