L’attore franco nero, icona del cinema italiano con una carriera di oltre 60 anni, ha appena terminato le riprese di un cameo a cinecittà per il film “roma elastica“, diretto dal regista francese bertrand mandico. L’opera rende omaggio ai maestri del cinema italiano e si svolge nella roma degli anni ’80. Questo progetto arriva dopo diversi riconoscimenti e omaggi ricevuti da nero in tutta Europa e negli Stati Uniti, riflettendo il suo ruolo di figura storica del grande schermo.
Il set di roma elastica tra omaggi e atmosfere anni ’80
Franco nero ha interpretato nel film “roma elastica” un personaggio ispirato a federico fellini, grande maestro che ha segnato la storia della cinematografia italiana. Sul set, ha condiviso la scena con la celebre attrice marion cotillard, contribuendo ad arricchire il racconto con la sua presenza carismatica. La pellicola, coprodotta da italia e francia, si ambienta in una roma degli anni ottanta dove una star del cinema internazionale si prepara a girare la sua ultima pellicola.
Il ruolo di bertrand mandico
Il regista bertrand mandico, appassionato dei lavori di nero, lo ha voluto fortemente per questo ruolo simbolico. Dopo le riprese, mandico ha definito nero “l’attore dei suoi sogni” in un messaggio di apprezzamento. Nero stesso ha ammesso di non essere stato del tutto sicuro della sua performance, ma il riconoscimento ricevuto dagli autori ha consolidato il suo contributo. L’opera rappresenta un omaggio al cinema italiano e ai suoi protagonisti, e trae forza dalla convivenza di talenti internazionali sullo schermo.
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Una carriera lunga e variegata tra premi, ruoli e progetti internazionali
Con più di 200 pellicole all’attivo, franco nero continua a occupare un posto di rilievo nell’ambito cinematografico. Nato nel 1941, ha saltato il palco della walk of fame di hollywood qualche tempo fa, un riconoscimento riservato a pochi italiani celebri come sophia loren e ennio morricone. Negli ultimi anni ha ricevuto anche il titolo di senatore della cultura europea e onorificenze per la sua carriera a praga e budapest.
Ruoli e collaborazioni importanti
Dal 1966, anno del suo debutto con “la bibbia” di john huston, nero ha alternato ruoli in film di generi diversi. Ha lavorato con registi come sergio corbucci sul celebre “django” e ha incontrato la sua musa vanessa redgrave sul set di “camelot“. Negli ultimi anni si è accostato anche a parti insolite, interpretando addirittura figure come dio e papa clemente vii in cortometraggi e produzioni minori.
Le opportunità arrivano da tutto il mondo, dalla germania all’australia. Nel 2024 ha girato a cuba un film in cui guida un’orchestra con giovani coristi, realizzando un sogno coltivato da sempre. Non manca l’impegno verso i giovani attori a cui spesso offre supporto e consigli.
Sguardo sul cinema italiano e progetti sospesi
Franco nero dedica parole di rispetto a matteo garrone, regista italiano che ammira per la capacità di spostarsi tra diversi generi con disinvoltura. Descrive garrone come una figura simile a elio petri, celebrando il suo lavoro più recente “io capitano“. Nero avrebbe potuto contribuire a un progetto in ungheria incentrato su una giovane migrante africana, ma la produzione è ferma e il film sembra sia saltato.
Il disco verde del cinema italiano passa anche attraverso la capacità di raccontare le storie contemporanee e affrontare temi difficili, come le migrazioni. Sul fronte delle produzioni, si registrano ritardi e cancellazioni dovuti a diversi motivi, tra cui la difficoltà di gestire filoni drammatici e sociali in un contesto spesso complicato.
Il ruolo del cinema nel dialogo tra i popoli e la solidarietà
Il global film & music festival di ischia, evento che franco nero sostiene da 23 anni, continua a focalizzarsi sui temi della solidarietà e del dialogo interculturale. Questi argomenti sono al centro anche dei dibattiti e delle programmazioni, con l’obiettivo di offrire strumenti per riflettere sulla pace. Nero si mostra consapevole della difficoltà di modificare realtà drammatiche con l’arte, come la crisi umanitaria nella striscia di gaza.
Il suo pensiero si concentra soprattutto sui bambini vittime della guerra, considerati simbolo di questa tragedia. Nel corso di interviste e apparizioni pubbliche, manifesta spesso il suo dolore e il desiderio che l’arte possa, se non cambiare il mondo, almeno mantenere viva l’attenzione su situazioni di emergenza. Il cinema rappresenta per lui un canale per coltivare empatia e raccontare storie capaci di far riflettere.