Franco Abruzzo, una figura di spicco nel panorama giornalistico italiano, ci ha lasciato all’età di 85 anni. Il suo contributo al campo del diritto dell’informazione è incommensurabile, e le sue opere, in particolare il celebre “Codice dell’informazione e della comunicazione”, rappresentano ancora oggi un punto di riferimento per studenti e professionisti. La notizia della sua scomparsa, avvenuta nella sua abitazione a Sesto San Giovanni, ha suscitato un profondo cordoglio tra colleghi e lettori. Abruzzo è stato accompagnato fino all’ultimo dai suoi più cari affetti: la moglie Diana e le figlie Vittoria e Anna Maria.
Vita e carriera di Franco Abruzzo
Nato a Cosenza il 3 agosto 1939, Franco Abruzzo si è laureato in Scienze politiche e storiche all’Università statale di Milano, dove ha conseguito il massimo dei voti. Il suo percorso professionale come giornalista è iniziato il 3 febbraio 1963, dopo un’interessante esperienza nelle redazioni calabresi dei quotidiani “Il Tempo” e “Giornale d’Italia”. Nel 1962 decide di trasferirsi a Milano, dove ha avuto l’opportunità di lavorare per “Il Giorno”, dove ha ricoperto vari ruoli, dal cronista giudiziario al caposervizio per la cronaca giudiziaria e per le rubriche settimanali dedicate alla vita politica e sociale.
Durante il suo lungo soggiorno a “Il Giorno”, dal giugno 1965 fino al novembre 1983, ha avuto il privilegio di lavorare sotto la direzione di importanti esponenti del giornalismo, come Italo Pietra, Gaetano Afeltra e Guglielmo Zucconi. Queste esperienze formative hanno influenzato il suo approccio alla professione, portandolo a diventare una voce autorevole nel panorama informativo italiano.
Un esperto di diritto dell’informazione
Oltre alla carriera giornalistica, Franco Abruzzo si è distinto come un’autorità nella sfera del diritto dell’informazione. Il suo libro “Codice dell’informazione e della comunicazione” è considerato un testo fondamentale da generazioni di praticanti che si preparano all’esame di stato. Questo voluminoso lavoro – un vero e proprio compendio – affronta in modo chiaro e dettagliato le normative che regolano la comunicazione, fornendo strumenti utili per comprendere le dinamiche del settore.
La sua visione del giornalismo come un servizio pubblico ha lasciato un’eredità indelebile, proponendosi sempre come un difensore dei diritti dei giornalisti e dei cittadini. Abruzzo ha avuto un ruolo fondamentale nel dibattito sulla libertà di stampa, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di questo diritto fondamentale. La sua opera come presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia è stata caratterizzata da una costante attenzione alle problematiche del settore.
Riconoscimenti e lascito
Franco Abruzzo non è stato solo un giornalista e un accademico, ma anche un mentore per molti giovani, formando nuove generazioni di professionisti. Il suo approccio educativo ha ispirato la crescita di numerosi studenti e praticanti, che hanno trovato nei suoi insegnamenti non solo una preparazione teorica, ma anche un forte richiamo alla responsabilità etica nel raccontare i fatti.
Nel panorama giornalistico nazionale, la sua figura rappresenta una guida e un modello di riferimento. La solidità del suo lavoro e il suo impegno costante per il miglioramento della professione hanno consolidato la sua reputazione come uno dei più stimati esperti di diritto dell’informazione. La scomparsa di Franco Abruzzo lascia un vuoto difficile da colmare, ma il suo contributo al giornalismo e alla cultura dell’informazione rimarrà vivo nelle opere e nei ricordi di chi lo ha conosciuto e stimato.