Francesco Borasi, figura di riferimento nel campo dell’ecologia legale, è scomparso lasciando un vuoto incolmabile nel panorama della difesa ambientale in Italia. Nato nel 1948 a Bergamo, oggi avrebbe compiuto 76 anni. La sua carriera è stata caratterizzata da un impegno costante per la tutela dell’ambiente e dei diritti delle persone colpite dall’inquinamento. È ricordato come un pioniere dell’ambientalismo giuridico, avendo dedicato la sua vita professionale alla lotta contro i crimini ambientali e alla difesa delle vittime.
La formazione e i primi passi nella professione legale
Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto Zaccaria di Milano, Borasi si laureò in giurisprudenza presso l’Università Statale. Fin dai primi anni di attività, si dedicò con passione alle problematiche ambientali, iniziando a seguire le cause legate a malattie professionali e inquinamento. Borasi si distinse per il suo approccio rigoroso e per l’attenzione ai diritti delle persone colpite da situazioni di ingiustizia ambientale. Un esempio emblematico del suo operato include la storica causa legale legata al disastro dell’Industria Chimica Meda di Seveso, dove assistette numerose parti civili colpite dalla contaminazione.
La sua competenza non si limitava a singoli casi. Borasi si fece portavoce delle istanze di molte persone e comunità danneggiate da eventi catastrofici per l’ambiente, come nel caso dei procedimenti nei riguardi di Montecatini ed Enichem, per i gravi danni causati dall’ex Acna di Cesano Maderno. Borasi si dimostrò sempre un avvocato instancabile e pronto a dare voce a chi non l’aveva, creando una rete di solidarietà tra le vittime.
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L’impegno sociale e le iniziative di sensibilizzazione
Oltre alla sua dedizione come legale, Francesco Borasi partecipò attivamente alla fondazione di Legambiente, un’importante associazione ecologista. Si distinse in particolare per il suo lavoro all’interno dei centri di Azione Giuridica, dove promosse numerose cause in difesa dell’ambiente. Il suo impegno lo portò anche a far parte di battaglie legali significative, come quella del disastro Farmoplant a Massa.
Borasi non si fermò mai davanti alle difficoltà. Ricevette riconoscimenti per la sua dedizione alla causa, tra cui la medaglia d’oro dalla Regione Lombardia. Questo onore fu conferito in seguito a un gesto eroico compiuto durante l’incidente aereo del 2002 al grattacielo Pirelli, dove Borasi, nonostante fosse ferito, si distinse per la sua prontezza nell’aiutare i presenti, salvando vite umane in un momento tragico.
Un uomo appassionato e altruista
Francesco Borasi è ricordato dai suoi amici come un uomo generoso e innamorato della vita. La sua passione per la montagna si univa all’amore per la bicicletta, attività che spesso condivideva con le persone a lui care. La sua rettitudine ed il suo fervore per la giustizia e il benessere degli altri lo resero un uomo di riferimento non solo tra i suoi colleghi avvocati, ma anche tra tutte le persone che hanno avuto modo di incontrarlo nella vita quotidiana.
Non meno importante è stata la sua sensibilità nei confronti delle donne malate di tumore. Fondatore dell’associazione Go5 – per mano con le donne, Borasi si dedicò a quei progetti di volontariato volti a sostenere le pazienti oncologiche, dimostrando così la sua capacità di unire il lavoro legale con attività di beneficenza. La sua eredità continua a vivere attraverso i molti che hanno beneficiato del suo lavoro e della sua dedizione incondizionata verso i diritti e l’ambiente.