Forze israeliane aprono il fuoco su sito umanitario a rafah, oltre 40 morti e decine di feriti

Forze israeliane aprono il fuoco su sito umanitario a rafah, oltre 40 morti e decine di feriti

L’attacco israeliano a un centro di aiuti a Rafah nella Striscia di Gaza provoca almeno 40 morti e 150 feriti, mentre aumentano le vittime palestinesi dall’ottobre 2023 e crescono tensioni diplomatiche internazionali.
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Un bombardamento in un centro di aiuti a Rafah, Striscia di Gaza, ha causato almeno 40 morti e 150 feriti, alimentando tensioni diplomatiche e richieste di indagini internazionali nel contesto del conflitto iniziato nell’ottobre 2023. - Gaeta.it

L’attacco contro un punto di raccolta aiuti umanitari nella Striscia di Gaza ha provocato un numero pesante di vittime, mentre cresce il conto dei palestinesi deceduti dall’inizio degli scontri nell’ottobre 2023. I fatti hanno suscitato una nuova ondata di tensioni diplomatiche e richieste di inchieste internazionali.

Attacco al centro di distribuzione aiuti a rafah: almeno 40 vittime e 150 feriti

Il bombardamento israeliano ha colpito un luogo deputato alla distribuzione di aiuti nel sud della Striscia di Gaza, precisamente nella città di Rafah. Qui si trovavano decine di persone in attesa di ricevere viveri e medicinali quando sono stati sorpresi dal fuoco dell’esercito israeliano. Secondo fonti locali, almeno quaranta persone hanno perso la vita, mentre centocinquanta risultano ferite. Hamas ha subito denunciato l’attacco definendolo un massacro ingiustificato contro civili inerme.

Le autorità israeliane, invece, hanno negato il coinvolgimento diretto, affermando di aver intenzione di avviare un’indagine interna per chiarire le dinamiche dell’episodio. La Fondazione umanitaria per Gaza, finanziata da Israele e Stati Uniti, ha escluso un attacco contro il sito assistenziale. Da parte sua, Hamas ha chiesto all’Onu di istituire una commissione internazionale che possa muoversi liberamente a Gaza, con l’obiettivo di verificare i presunti crimini commessi contro la popolazione civile.

Polemiche sugli aiuti come strumento di guerra

Nel frattempo, la questione ha riacceso le polemiche sul presunto uso degli aiuti come strumento di guerra, una denuncia che Hamas sostiene essere sistematica e voluta da Israele in questa fase del conflitto. Il luogo colpito a Rafah rappresenta uno dei punti nevralgici per la distribuzione di beni di prima necessità nella regione, aggravando ulteriormente la già difficile condizione umanitaria.

Tragedia familiare: muore il medico ferito, nove figli uccisi

Tra le vittime dell’ultima ondata di violenza c’è Hamdi Al-Najjar, un medico palestinese la cui storia ha colpito l’opinione pubblica internazionale. L’uomo era rimasto ferito durante un raid contro la sua abitazione a Khan Younis. Nel bombardamento, nove dei suoi dieci figli sono stati uccisi. Solo Adam, undicenne, è sopravvissuto insieme alla madre, anch’essa medico, che però al momento dell’attacco si trovava al lavoro in ospedale.

Adam è ancora ricoverato in ospedale ed è previsto il suo trasferimento in Italia per essere curato. La famiglia Al-Najjar rappresenta il dramma umano dietro i numeri del conflitto, mostrando la devastazione che colpisce interi nuclei familiari nel giro di pochi istanti. Questi eventi hanno portato a un ulteriore aumento della tensione fra le comunità locali e internazionali, richiamando l’attenzione sulle conseguenze umane della guerra.

La situazione delle vittime palestinesi e i negoziati di tregua

I dati aggiornati forniti da Hamas riportano che, dall’inizio degli attacchi israeliani il 7 ottobre 2023, sono morte 54.418 persone nella Striscia di Gaza. Il numero degli feriti è ancora più alto, attestandosi intorno a 124.190. Questi numeri riflettono l’intensità delle operazioni militari e le perdite subite dalla popolazione civile.

Tensioni diplomatiche e proposta di cessate il fuoco

Nel frattempo, si sono sviluppate tensioni diplomatiche legate ai tentativi di negoziare una tregua. L’inviato statunitense Steve Witkoff ha proposto un cessate il fuoco, proposta che Hamas ha negato di aver rifiutato. Il movimento palestinese ha sostenuto che la risposta israeliana non rispettava gli accordi precedentemente stabiliti, così da impedire il raggiungimento di un’intesa diretta.

Questi sviluppi mantengono alta la pressione internazionale e il rischio di nuovi scontri. La richiesta di una commissione di inchiesta indipendente, centrata sulla verifica delle violazioni contro civili, è uno dei punti caldi nelle discussioni multilaterali attorno alla crisi. La difficile situazione della popolazione di Gaza, sommata alle vittime recenti, continua a essere un problema centrale nel panorama del conflitto mediorientale nel 2025.

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