Forza italia propone di raddoppiare il numero di firme e consigli regionali necessari per i referendum abrogativi

Forza italia propone di raddoppiare il numero di firme e consigli regionali necessari per i referendum abrogativi

Forza Italia propone al Senato di aumentare da 500.000 a un milione le firme e da cinque a dieci i consigli regionali necessari per indire referendum abrogativi, per limitarne l’uso eccessivo in Italia.
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Forza Italia propone al Senato di aumentare i requisiti per i referendum abrogativi, raddoppiando le firme necessarie e il numero di consigli regionali coinvolti, per evitare abusi e rafforzare la democrazia diretta. - Gaeta.it

La questione dei referendum abrogativi torna al centro del dibattito parlamentare con una proposta di modifica costituzionale presentata dal gruppo di Forza Italia al Senato. L’iniziativa mira a incrementare in modo significativo i requisiti per indire un referendum, sia aumentando le firme necessarie, sia il numero di consigli regionali che devono approvarlo. Una scelta che nasce da una riflessione sulla forma e l’uso attuale di questo strumento di democrazia diretta.

La proposta di modifica dell’articolo 75 della costituzione

In Senato il gruppo di Forza Italia ha depositato un testo che prevede la variazione del primo comma dell’articolo 75 della Costituzione. L’atto propone di far passare da 500.000 a un milione il numero minimo di firme richieste per promuovere un referendum abrogativo. Contestualmente, il requisito relativo al coinvolgimento delle Regioni aumenterebbe da cinque a dieci consigli regionali.

La proposta nasce dalla volontà di limitare un uso eccessivo e – a detta dei proponenti – talvolta strumentale dei referendum abrogativi. L’idea è – spiegano fonti parlamentari – rafforzare la soglia di accesso, senza però eliminare lo strumento dalla partecipazione politica. La decisione punta a mettere un freno alla possibilità di utilizzo troppo frequente o superficiale di tale meccanismo di democrazia diretta, considerato essenziale nel bilanciamento tra cittadini e istituzioni.

Chiarimenti di forza italia sul referendum come strumento di democrazia diretta

Maurizio Gasparri, capo della delegazione di Forza Italia al Senato, ha fatto chiarezza sulle ragioni della proposta. Secondo lui, lo strumento referendario va tutelato da abusi che potrebbero portare alla sua crisi, rischiando di svuotarne il significato e l’efficacia.

Gasparri ha sottolineato come l’aumento delle firme necessarie e il maggior coinvolgimento regionale siano risposte concrete anche a una situazione mutata. Le nuove tecnologie hanno reso più semplice raccogliere firme, per cui la soglia attuale non garantirebbe più un consenso ampio e concreto. Ecco perchè servono requisiti più stringenti per evitare che venga banalizzato.

Allo stesso tempo, il senatore ha negato intenti di ostacolare la partecipazione popolare. Il cambiamento richiesto è stato definito un modo per far sì che i referendum abbiano un peso politico reale e non siano frutto di iniziative troppo ridotte o isolate. Il messaggio del gruppo di FI è chiaro: sostenere la democrazia diretta, ma chiedendo al contempo una base più solida prima di attivarla.

Contesto politico e reazioni sulla proposta

L’iniziativa di Forza Italia arriva in un momento in cui il dibattito sulla legge elettorale e strumenti di partecipazione si rinnova con forza. Antonio Tajani, segretario nazionale del partito, ha ridato enfasi a questo tema nelle ultime dichiarazioni pubbliche, legandolo alla necessità di una regolamentazione più rigorosa.

La proposta è stata depositata con rapidità, a testimonianza della volontà di accelerare una discussione che coinvolge non solo Forza Italia, ma anche altre forze politiche. La raccolta delle firme è diventata più facile rispetto al passato grazie alle nuove tecnologie, una certezza che ha spinto verso la ridefinizione delle soglie di accesso ai referendum abrogativi.

Prospettive future della modifica costituzionale

Ciò potrebbe aprire un confronto ampio, con opinioni diverse sulle modalità di tutela della democrazia partecipativa. La modifica costituzionale invece non è semplice: richiede tempi lunghi e maggioranze qualificate, motivo per cui il gruppo di FI prevede una valutazione immediata per avviare un percorso legislativo.

Questa proposta sottolinea l’attenzione al bilanciamento fra garantire la partecipazione diretta dei cittadini e preservare la stabilità e serietà delle procedure referendarie nel quadro costituzionale. I mesi a venire saranno decisivi per capire se l’ipotesi di aumento dei requisiti avrà forza politica e consenso in Parlamento, e come questo influirà sulla pratica dei referendum in Italia.

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