Il governo italiano ha definito il fondo ordinario per il 2025 destinato agli enti pubblici di ricerca sotto la vigilanza del ministero dell’Università e della Ricerca . La cifra complessiva supera 1,4 miliardi di euro, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente. Il contributo mira a garantire la continuità nel funzionamento delle istituzioni scientifiche più importanti del Paese, ma anche a sostenere nuove iniziative progettuali. Tra le novità, c’è il ritorno dell’Italia nella Commissione Inter-governativa per la Ricerca nel Mar Mediterraneo , organismo in cui era assente dal 2016.
Il fondo ordinario per gli enti pubblici di ricerca nel 2025
Per il 2025, il fondo ordinario per gli enti e istituzioni di ricerca ha raggiunto la somma di 1.485.883.600 euro, segnando un incremento di 10 milioni rispetto alla dotazione del 2024. Questo finanziamento copre il funzionamento ordinario di realtà scientifiche sotto il controllo del ministero dell’Università e della Ricerca. Il ministro Anna Maria Bernini ha sottolineato come queste risorse non solo garantiscano la gestione quotidiana degli enti, ma siano anche indirizzate a sostenere progetti nuovi e di rilievo, evidenziando il ruolo chiave di queste strutture nei programmi nazionali di sviluppo scientifico.
Il finanziamento è distribuito tra diversi enti nazionali, ognuno con un aumento rispetto all’anno passato per permettere di affrontare le spese correnti e ampliare l’attività di ricerca. Questi aumenti non rappresentano grandi salti ma danno continuità e stabilità, fondamentali per un settore che deve mantenere progetti a medio-lungo termine. Nel 2025 il Foe conferma dunque l’attenzione del ministero verso la ricerca pubblica, con un budget deciso in linea con le esigenze attuali degli enti.
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Il ritorno dell’Italia nella commissione inter-governativa per la ricerca nel mar mediterraneo
Un elemento importante del fondo 2025 riguarda il reinserimento finanziario dell’Italia nella Commissione Inter-governativa per la Ricerca nel Mar Mediterraneo, conosciuta come Ciesm. Il contributo italiano al bilancio di questo organismo ammonta a 365.024 euro e riporta il nostro Paese con diritto di partecipare e votare nelle decisioni della commissione. L’Italia era assente da questo ruolo ufficiale dal 2016, una lunga assenza che ora viene superata con questo finanziamento.
Ciesm svolge un ruolo cruciale nel coordinare ricerche scientifiche e monitoraggi del bacino del Mediterraneo, fondamentali per la conoscenza ambientale e biologica di quest’ampia area geografica. La partecipazione italiana a questo organismo ha ripercussioni dirette sul lavoro degli istituti di ricerca che operano lungo le coste ed è segno di un impegno rinnovato nella cooperazione scientifica internazionale tipica del bacino mediterraneo.
Ripartizione delle risorse tra i principali enti nazionali di ricerca
La maggior parte delle risorse del fondo ordinario 2025 è destinata ai quattro principali enti nazionali di ricerca, che da anni rappresentano la spina dorsale del sistema scientifico italiano. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche riceve la quota più alta, pari a 735.609.098 euro. Rispetto all’anno precedente si registra un incremento di 134.000 euro, una crescita lieve che conferma una linea di sostegno costante alle sue attività.
L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ottiene un finanziamento di 354.859.910 euro, con un aumento più consistente di oltre 4,5 milioni rispetto al 2024. Questo incremento può riflettere l’avvio o la prosecuzione di esperimenti e infrastrutture scientifiche nel campo della fisica delle particelle e della ricerca avanzata.
L’Istituto Nazionale di Astrofisica riceve 152.515.674 euro, al quale si aggiunge un aumento di oltre 2 milioni. Questi fondi sono essenziali per supportare i programmi osservativi, lo studio degli astri e la gestione di telescopi e laboratori sul territorio nazionale e all’estero.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia si conferma con 84.995.113 euro, in crescita di circa 1,2 milioni. L’Ingv gioca un ruolo centrale nel monitoraggio sismico e vulcanico dell’Italia, attività che richiede investimenti costanti in infrastrutture tecnologiche e personale specializzato.
Le altre destinazioni del fondo e le risorse residue disponibili
Oltre ai principali enti, il fondo presenta una quota residua disponibile pari a 40.314.760 euro, superiore all’anno precedente di circa 470.000 euro. Questa parte è destinata a enti di rilievo minore ma non meno importanti per la ricerca italiana. Tra i beneficiari ci sono Elettra-Sincrotrone Trieste, centro di ricerca specializzato nell’uso di raggi X per vari studi scientifici, l’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa e l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione .
Questi enti svolgono ormai funzioni specifiche e rilevanti, che vanno dal supporto alla ricerca in campo didattico all’effettuazione di misurazioni e sperimentazioni nelle scienze fisiche e materiali. Il crescendo delle risorse disponibili permette di mantenere attive queste realtà, necessarie per la diversificazione e la completezza del sistema della ricerca pubblica italiana.