In Emilia-Romagna, da due decenni una fondazione lavora accanto a chi ha subito gravi crimini, sostenendo vittime di violenza e i loro familiari. Dal 2004 a oggi, ha raccolto quasi seimila richieste di aiuto, erogando milioni di euro per cure, assistenza legale e supporto psicologico. I numeri rivelano una realtà complessa, dove soprattutto donne e minori affrontano le conseguenze delle violenze subite.
Un sostegno concreto nel cuore dell’emilia-romagna
La fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato è attiva dal 2004, offrendo un supporto immediato a chi ha subito crimini gravi. In questi vent’anni sono state presentate 589 istanze, con 1.217 persone che hanno ricevuto un aiuto diretto per un totale di oltre 4 milioni e 250 mila euro erogati. Tra le vittime si segnalano 327 donne colpite da violenza di genere e 77 minori in difficoltà. Numeri che spiegano bene l’urgenza di fornire sostegno a chi vive situazioni di estrema fragilità.
Cifre drammatiche di violenza e perdita
Tra i casi più drammatici, spiccano 69 femminicidi e 17 tentati femminicidi, con 62 minori rimasti orfani. Per questi ultimi, soltanto negli ultimi anni sono stati destinati più di 900mila euro per garantire assistenza e continuità. Nel 2025 la fondazione ha già accolto 18 nuove richieste, distribuendo circa 122mila euro per aiuti urgenti. Questo flusso di interventi mostra come i bisogni restino grandi e costanti. La fondazione agisce soprattutto dove le istituzioni faticano a far arrivare risorse immediate, soprattutto per cure psicologiche specializzate e sostegno alle famiglie colpite da violenza.
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Un modello unico per la tutela delle vittime
Il presidente della regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale definisce la fondazione un “unicum a livello nazionale“. Dietro a questa definizione si nasconde un sistema costruito nel tempo, con il sostegno delle amministrazioni locali. Sono proprio i sindaci dei comuni di residenza delle vittime a segnalare i casi, dopo una verifica approfondita che valuta i bisogni immediati delle persone coinvolte. Questo passaggio è fondamentale per agire con rapidità, indirizzando risorse verso cure mediche, assistenza legale e supporto scolastico per i figli di chi è stato vittima di reato.
Il valore delle istituzioni sul territorio
De Pascale sottolinea come la regione e gli enti locali abbiano voluto dare risposte concrete, facendo sì che “la legge uguale per tutti” diventi pratica e non solo frase. Si tratta di un impegno vero, che coinvolge direttamente chi amministra i territori, in modo da creare un meccanismo snello ma efficace di aiuto. Ogni nuova segnalazione viene analizzata con attenzione e seguita nel tempo, così da rispondere alle esigenze reali di chi vive dopo un trauma.
Richieste di aiuto e necessità di maggiori risorse
Il presidente della fondazione, Carlo Lucarelli, ha evidenziato la mancanza di un numero adeguato di donatori. “Vorremmo avere più contributi – ha detto – in particolare da aziende del territorio”. L’attività si concentra spesso su bisogni di carattere finanziario e psicologico. Tra le richieste più frequenti ci sono cure psicologiche per superare traumi, assistenza per spese legali e anche aiuti concreti per interventi medici. Non mancano richieste per sostenere i figli delle vittime, con borse di studio o aiuti scolastici.
Il ruolo di operatori sociali e volontari
L’intervento della fondazione spesso fa la differenza tra un percorso di ricostruzione possibile e una situazione di isolamento e difficoltà crescente. Lucarelli ha ribadito la necessità di aumentare il coinvolgimento di privati e imprese, per ampliare i fondi disponibili e sostenere un numero maggiore di persone. L’attività va avanti anche grazie al lavoro di numerosi operatori sociali e volontari che valutano i casi sul territorio.
Vent’anni di impegno celebrati al cinema modernissimo di bologna
Per celebrare i 20 anni di attività è stata organizzata una rassegna cinematografica presso il cinema modernissimo di Bologna. Questa iniziativa nasce dalla collaborazione con la cineteca di Bologna e vuole raccontare, attraverso immagini e testimonianze, le storie spesso difficili ma anche di rinascita delle vittime.
Un dialogo tra testimonianze e istituzioni
Il primo evento della rassegna si è svolto alle 18, con la proiezione del documentario “Cerchi”, prodotto dalla regione Emilia-Romagna e diretto da Margherita Ferri. Prima della visione del film, si è tenuto un dialogo tra Carlo Lucarelli, presidente della fondazione, e Gianluca Farinelli, direttore della cineteca. L’appuntamento ha offerto uno spazio di riflessione sul lavoro svolto in questi anni e sulle sfide ancora aperte.
Questa celebrazione non vuole essere solo un momento di ricordo ma anche un’occasione per richiamare l’attenzione sul tema della violenza e sul diritto delle vittime a ricevere sostegno e rispetto. Le proiezioni a ingresso libero sono rivolte a cittadini, operatori sociali, istituzioni e chiunque voglia approfondire una questione che coinvolge la società tutta.