Fincantieri pronto a espandere produzione militare senza riconversioni civili attraverso rete integrata

Fincantieri pronto a espandere produzione militare senza riconversioni civili attraverso rete integrata

Fincantieri punta a incrementare la produzione militare fino al 30% del fatturato entro il 2027, sfruttando la flessibilità dei cantieri di Castellammare di Stabia e Palermo senza ridurre l’attività civile.
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Fincantieri punta a incrementare la produzione militare fino al 30% del fatturato entro il 2027, sfruttando la flessibilità dei suoi siti produttivi senza ridurre l’attività civile, in risposta alla crescente domanda europea nel settore difesa. - Gaeta.it

Fincantieri si prepara a incrementare la capacità produttiva nel settore militare, sfruttando le sue infrastrutture senza la necessità di riconvertire le attività civili. Il gruppo punta a sfruttare la crescente spesa per la difesa in Europa attraverso una rete industriale flessibile, che consente di riallocare risorse e aumentare la specializzazione di alcuni siti produttivi. L’azienda navale italiana prevede di far crescere la quota dei ricavi legata all’unità militare fino al 30% entro il 2027.

La strategia di espansione militare di fincantieri

Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, ha dichiarato all’agenzia Bloomberg che l’azienda è pronta ad ampliare la produzione militare senza dover sospendere o riconvertire le attività civili. La flessibilità della rete industriale permette di riallocare le risorse tra siti e linee produttive. In altre parole, la crescita non passerà da una riduzione dell’attività civile, ma da una migliore gestione e specializzazione degli stabilimenti.

Questa scelta arriva in un momento di grande fermento per il settore della difesa in Europa. Gli investimenti pubblici stanno aumentando, spinti da contesti geopolitici che richiedono un rafforzamento degli apparati militari. Fincantieri, con la sua esperienza nei cantieri navali, si propone come interlocutore chiave per realizzare nuove unità militari e rafforzare quelle esistenti.

Investimenti globali e opportunità per fincantieri

Secondo Folgiero, la fase che si sta aprendo offre un’opportunità significativa. La domanda crescente di mezzi navali militari coincide con la capacità produttiva già presente in Italia e con la possibilità di incrementare la specializzazione dei siti. L’azienda intende adattarsi rapidamente agli ordini, gestendo sia la produzione civile sia quella militare senza interruzioni.

I volumi industriali nei cantieri saranno ampliati e ottimizzati, puntando a una maggiore professionalità e a linee dedicate. L’obiettivo è avere un sistema capace di rispondere alle esigenze a breve termine senza compromettere i contratti civili. Le prospettive di crescita sono rafforzate anche dalla posizione di Fincantieri come leader europeo nella costruzione di navi, sia da crociera che da guerra.

Specializzazione dei siti di castellammare di stabia e palermo

Tra le sedi che potrebbero vedere un aumento della loro focalizzazione militare figurano i cantieri di Castellammare di Stabia e Palermo. Entrambi attualmente gestiscono produzioni sia civili che militari, ma il piano del gruppo prevede un accrescimento della specializzazione militare.

Questa scelta permetterà di consolidare la presenza di Fincantieri nella costruzione di unità navali destinate alla difesa. I siti, infatti, potranno concentrarsi maggiormente su tecnologie e processi adatti alla produzione militare, aumentando efficienza e capacità produttiva. Dal punto di vista organizzativo sarà possibile gestire flussi di lavoro differenziati, senza creare conflitti tra le linee di prodotto.

La decisione gioca un ruolo decisivo nel disegno industriale del gruppo, visto che punta a una crescita sostenibile e coerente con gli impegni presi con lo Stato e i clienti internazionali. La possibilità di distinguere chiaramente attività civili e militari nei cantieri contribuirà a tenere alta la qualità dei prodotti finiti.

Le prospettive di ricavo e sviluppo industriale del gruppo

Fincantieri ha fissato l’obiettivo di arrivare a far pesare le navi militari per circa il 30% del fatturato entro il 2027. Un traguardo ambizioso, ma sostenuto dal contesto europeo che spinge per un rilancio della produzione militare nazionale e continentale. La crescita di questa quota richiede investimenti mirati in tecnologie, risorse umane e infrastrutture.

Allo stesso tempo, mantenere un volume solido nella produzione civile resta fondamentale per l’equilibrio finanziario del gruppo. L’azienda continua quindi a garantire impegni importanti nel settore delle navi da crociera, oltre a lavorare per sviluppare nuove linee in ambito militare, come navi di supporto e corvette.

Il rafforzamento del comparto militare rappresenta una risposta concreta alle nuove esigenze dei governi europei. Le ricadute industriali, sia in termini di occupazione che di competenze specialistiche, interesseranno diversi territori italiani, creando un indotto significativo.

L’impresa intende approfittare del trend in atto per consolidare la sua posizione tra i protagonisti dell’industria navale globale, rimanendo fedele alle proprie radici e al contempo orientandosi verso una diversificazione industriale più marcata.

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