Finanziamento pnrr da oltre 1,6 milioni per superare insediamenti abusivi e combattere il caporalato nel saluzzese

Finanziamento pnrr da oltre 1,6 milioni per superare insediamenti abusivi e combattere il caporalato nel saluzzese

Il saluzzese riceve 1,693 milioni di euro dal piano nazionale di ripresa e resilienza per migliorare l’accoglienza di 4.000 lavoratori stagionali, contrastare il caporalato e potenziare la rete di comuni entro giugno 2026.
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Il saluzzese riceve un finanziamento di quasi 1,7 milioni di euro dal PNRR per migliorare le strutture abitative dei lavoratori stagionali, contrastare il caporalato e potenziare la rete di comuni coinvolti, con l’obiettivo di garantire legalità e sicurezza entro il 2026. - Gaeta.it

Il territorio del saluzzese si prepara a ricevere un significativo finanziamento legato al piano nazionale di ripresa e resilienza , destinato a migliorare le condizioni abitative dei lavoratori stagionali e a contrastare il caporalato. La zona ospita migliaia di persone impiegate nella raccolta di frutti come mirtilli, pesche, mele e kiwi. Il progetto coinvolge diversi comuni e punta a interventi concreti per ristrutturare strutture di accoglienza esistenti e ampliare i posti disponibili, in un’ottica di legalità e sicurezza.

Il contesto degli insediamenti abusivi e del lavoro stagionale nel saluzzese

Nel saluzzese operano oltre 4.000 lavoratori stagionali provenienti soprattutto dall’Africa. Questi addetti sono impegnati nella raccolta di diverse coltivazioni frutticole presenti nel territorio, attività che si concentra in particolari periodi dell’anno. Nel passato la zona ha registrato episodi di assembramenti e bivacchi, spesso creati ai margini della città, generando problemi di ordine pubblico e condizioni di vita precarie per molte persone. Queste situazioni sono legate sia alla carenza di strutture di accoglienza, sia a fenomeni di sfruttamento illegale come il caporalato.

Interventi delle autorità locali e regionali

Questo contesto ha spinto le autorità locali, insieme a enti regionali e nazionali, a intervenire con soluzioni strutturali per migliorare le condizioni abitative e per ridurre le aree abusive attorno alla città. Le tensioni generate da questi fenomeni hanno visto crescere l’attenzione sulla necessità di un impegno concreto per tutelare i lavoratori e migliorare il territorio.

Dettagli del progetto e finanziamenti stanziati

Il progetto che recepisce i fondi del Pnrr è stato presentato dal Comune di Saluzzo, in provincia di Cuneo, coadiuvato da una rete composta da altri dieci comuni limitrofi. L’importo stanziato si aggira intorno a 1,693 milioni di euro. Più del 70% di tale somma è destinata a interventi di ristrutturazione degli immobili e delle strutture destinate all’accoglienza, mentre la restante parte copre i costi di gestione delle strutture nel periodo di applicazione del progetto.

Obiettivi e scadenze

Il piano mira a consolidare la rete di accoglienza diffusa già attiva, ampliandola di 52 posti con l’obiettivo di raggiungere un totale di 377 posti disponibili. Gli interventi dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026. Alcune opere programmate non saranno realizzate a causa di cambiamenti nelle normative e ritardi nell’approvazione delle procedure, ma resta comunque un passaggio rilevante per migliorare la situazione nel saluzzese.

La commissione europea ha riconosciuto questa iniziativa come una delle best practice italiane per la gestione delle emergenze abitative legate al lavoro stagionale e alla lotta contro lo sfruttamento.

Il ruolo delle istituzioni e il nuovo protocollo territoriale

Lo sblocco di queste risorse ha ricevuto un riscontro positivo da parte delle autorità locali. Il sindaco di Saluzzo, Franco Demaria, ha definito il finanziamento “fondamentale” per il territorio, sottolineando l’importanza di garantire legalità in un’area dove l’agricoltura ha un ruolo economico di primo piano. Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di collaborazione tra istituzioni, enti locali e associazioni, che recentemente ha portato alla firma di un nuovo protocollo territoriale per l’accoglienza.

Ampliamento della rete di comuni

Questo protocollo include l’ingresso di Revello nella rete di comuni impegnati nell’accoglienza dei lavoratori stagionali e nella gestione delle politiche sociali connesse. Già una dozzina di comuni collaborano all’interno della rete di accoglienza diffusa, creando un modello di gestione che mira a migliorare le condizioni in cui si trovano gli stagionali e a limitare fenomeni di sfruttamento come il caporalato.

L’inclusione di nuovi comuni amplia lo spazio di intervento e rende più capillare il controllo degli insediamenti e la gestione dei flussi di manodopera legale. Il protocollo è pensato per mettere insieme competenze e risorse, in modo da rafforzare la risposta alle necessità di ospitalità e vigilanza nei confronti del lavoro stagionale.

Impatti attesi e sfide future nel saluzzese

L’arrivo di questi fondi e l’ampliamento delle strutture di accoglienza rappresentano un passo importante per migliorare la vita dei lavoratori stagionali nel saluzzese. Migliori condizioni abitative possono ridurre i rischi di bivacchi e situazioni di degrado nei dintorni della città, intervento atteso anche dalle comunità locali.

La lotta al caporalato resta una delle sfide principali. Il caporalato è una forma di sfruttamento che dura da anni nel territorio e si lega direttamente al lavoro informale e alle condizioni precarie di molti stagionali. Migliorare l’accoglienza mette pressione a chi opera fuori dalla legalità, limitando la possibilità di soluzioni abusive.

Ma non manca qualche difficoltà organizzativa, vista l’esclusione di alcuni interventi previsti e i tempi stretti per la realizzazione delle opere. La scadenza del 30 giugno 2026 impone di mantenere il progetto sotto controllo e seguire tutte le fasi con attenzione per garantire che gli obiettivi siano raggiunti.

Il coinvolgimento di più comuni della zona e la partecipazione di associazioni e istituzioni offre la possibilità di un coordinamento solido. Lo sviluppo di questo modello induce a ipotizzare un rafforzamento delle politiche sociali e di controllo territoriale orientate a sostenere i lavoratori e combattere lo sfruttamento nel tempo.

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