Il festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio 2025, dedica la giornata di apertura a un focus sull’Ucraina invasa dalla Russia. L’evento, chiamato ‘Ucraina day‘, presenta tre documentari che raccontano il conflitto da prospettive diverse, tra testimonianze dirette e biografie. Questa iniziativa mette in luce l’impegno culturale del festival nel dare spazio a storie che raccontano le difficoltà del presente europeo.
Un giorno interamente dedicato all’Ucraina nell’ambito del festival di Cannes
Il 13 maggio, nella sala Bazin, si svolgerà un programma mattutino che comprende la proiezione di tre documentari incentrati sull’Ucraina e la guerra scoppiata nel 2022. Questo momento rappresenta una scelta significativa per il festival, che riconosce da tempo la centralità del conflitto nel quadro politico e sociale europeo. L’organizzazione ha spiegato che questa giornata vuole essere un ricordo concreto della realtà ucraina, fatta di sofferenza ma anche di forza, tramite la voce di artisti, autori e reporter impegnati a raccontare cosa accade sul campo.
L’offerta filmica include produzioni francesi e internazionali, con una particolare attenzione ai protagonisti ucraini che si trovano a vivere una situazione di crisi umanitaria e militare persistente da ormai tre anni. L’obiettivo dichiarato è quello di far emergere la verità quotidiana oltre i titoli di cronaca, per mostrare come i cittadini comuni affrontano questa guerra. La scelta di collocare la rassegna il primo giorno del festival vuole sottolineare quanto questa tematica sia rilevante nei dibattiti pubblici contemporanei.
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Zelensky, la biografia che ripercorre la trasformazione da attore a presidente
Il primo documentario, firmato da Yves Jeuland, Lisa Vapné e Ariane Chemin, si concentra su Volodymyr Zelensky. Il film narra la sua vita dalla nascita a Kryvyï Rih nel 1978, passando per gli anni in cui si è dedicato alla comicità e allo spettacolo, fino all’inaspettato salto nella politica che lo ha portato a guidare l’Ucraina in un momento critico. La narrazione segue le tappe che hanno formato la sua identità e il suo impegno nel difendere la nazione, mettendo in luce aspetti poco noti del suo percorso personale.
La descrizione dettagliata di questi momenti serve a comprendere come un personaggio del mondo dello spettacolo si sia trasformato in un capo politico sotto pressione, chiamato a prendere decisioni decisive di fronte a un’aggressione esterna. La riflessione sulla sua evoluzione permette di capire meglio la complessità del conflitto e il peso che alcuni individui possono avere nel plasmare la storia nazionale.
Notre guerre, un reportage immersivo sui fronti e la vita sotto assedio
Bernard-Henri Lévy insieme al co-regista Marc Roussel ha realizzato Notre guerre seguendo le tracce del conflitto nell’est ucraino tra febbraio e aprile 2025. Il documentario si concentra sul fronte di Pokrovsk e Soumy, mostrando i combattenti della brigata Anna di Kiev, supportata da armi francesi, e catturando la vita delle persone che vivono in queste zone colpite da bombardamenti russi. La pellicola si distingue per l’attenzione rivolta ai civili, alle loro paure e alla modalità con cui cercano di andare avanti nonostante le distruzioni.
Il reportage include un’intervista con Zelensky, che appare riluttante a recarsi a Washington; inoltre viene mostrato un incontro con i soldati in un bunker, mettendo in evidenza il coraggio di chi rimane sconosciuto ma resiste in prima linea. Il racconto ha una struttura simile a un diario di guerra, con riferimenti a eventi partiti sin dal 2014, quando il conflitto ha trovato origine. Il lavoro di Lévy riflette le tensioni e le sfide attuali, senza perdere di vista il coinvolgimento diretto con il territorio e le persone colpite.
2000 metri da andriivka, un documentario sulla resistenza e la liberazione di un villaggio strategico
Il terzo film proiettato durante l’Ucraina day è 2000 metri da Andriivka, firmato dal regista Mstyslav Chernov, premiato per il suo lavoro a Mariupol. Questo documentario segue gli eventi sul campo mentre le forze ucraine cercano di riconquistare il villaggio di Andriivka, situato in una zona strategica dell’est del paese. Chernov si mette in prima linea accanto ai militari, attraversando boschi carbonizzati e campi minati, per documentare sia la distruzione che la volontà di riconquistare il territorio.
Il lavoro si concentra sulle difficoltà affrontate da chi si impegna quotidianamente in una guerra che non dà pause, mettendo in risalto non solo battaglie e strategia, ma anche le condizioni di sopravvivenza dei civili e dei combattenti. La scelta di mostrare immagini così ravvicinate e personali pone l’attenzione sulle conseguenze umane di una guerra lunga e distruttiva, facendo emergere un quadro completo della realtà sul terreno.