Il festival dei paesi narranti del Gran Sasso torna a Navelli con la seconda edizione, confermandosi un momento importante per parlare di rilancio e valorizzazione delle zone interne dell’Abruzzo. L’evento raccoglie istituzioni, esperti e comunità locali attorno al tema del futuro sostenibile dei piccoli comuni, tra sfide demografiche e opportunità di rigenerazione culturale, sociale e turistica.
Il festival come evento e piattaforma di confronto territoriale
Il festival dei paesi narranti del Gran Sasso mantiene una doppia valenza. Da un lato è una festa del luogo, delle sue storie e delle sue comunità, capace di attrarre interesse e curiosità. Dall’altro si conferma una piattaforma dove amministratori, esperti e cittadini si incontrano per condividere idee e progetti, superando il rischio di isolamento delle aree interne.
Durante le giornate di Navelli si costruisce un dialogo concreto, che coinvolge in modo diretto chi vive il territorio e chi lo governa. Questa edizione ha ribadito l’importanza di comunicare il valore delle identità locali per prevenirne lo spopolamento. Guardando ai paesi come risorse da sostenere con azioni misurate e condivise.
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Non a caso il festival ha trovato spazio all’interno di un percorso regionale più ampio, che riconosce nelle zone interne una fondamentale risorsa per l’Abruzzo. Le nuove forme di mobilità, l’attenzione alla cultura, la promozione del turismo lento sono esempi concreti già avviati, che devono essere rafforzati nel tempo.
A Navelli, con il coinvolgimento delle quindici amministrazioni che hanno creato l’associazione paesi narranti, si gettano le basi per un lavoro collettivo a lungo termine. I piccoli paesi della dorsale appenninica sembrano determinati a sostenersi reciprocamente, a preservare la loro storia e a offrire nuove prospettive di vita a chi li sceglie come casa.
Strategie e progetti per la rigenerazione dei borghi abruzzesi
Tra gli interventi di rilievo quello dell’ingegner Raffaello Fico, che ha descritto gli sforzi portati avanti dall’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere. Ha sottolineato l’approccio multilivello adottato negli ultimi anni, che unisce infrastrutture, cultura e coinvolgimento diretto delle comunità.
Ha spiegato i risultati del progetto “Cammini degli altipiani”, che ha collegato in rete 43 comuni attraverso un percorso di mobilità lenta lungo più di 400 chilometri. Il sistema utilizza segnaletica smart e narrazioni digitali per valorizzare le attrazioni naturali e storiche, creando un’offerta turistica sostenibile e condivisa. Questo modello mira a mantenere vive le comunità incentivandone il ritorno e la permanenza.
L’ingegner Fico ha poi presentato il progetto Neo – nuove esperienze ospitali – che punta a dare stimoli concreti al ritorno nei borghi più fragili. La strategia consiste nel creare opportunità nuove per chi decide di abitare questi luoghi, sostenendoli con servizi e iniziative che rispondano ai bisogni veri della popolazione.
Il ruolo dell’ecomuseo del cratere
Infine, ha ricordato l’Ecomuseo del Cratere, una realtà culturale diffusa che gestisce il patrimonio locale non solo come museo tradizionale, ma come infrastruttura capace di stimolare conoscenza e rafforzare l’identità territoriale, attraverso eventi, ricerche e attività per tutti.
Tavola rotonda e riflessioni sul futuro delle aree interne
Al centro del secondo giorno del festival, il 13 aprile 2025, c’è stata una tavola rotonda dal titolo “Rigenerazione urbana e sociale dei piccoli paesi e delle aree interne d’Abruzzo”. Il confronto ha coinvolto varie figure istituzionali, sia in presenza che in collegamento video, e ha focalizzato l’attenzione su azioni concrete a favore delle comunità e delle nuove generazioni che vivono o scelgono di stabilirsi nei borghi.
Tra i partecipanti spiccavano il ministro del turismo Daniela Santanchè, collegata da remoto, e i senatori Alberto Bagnai, Luciano D’Alfonso, Quintino Liris ed Etel Sigismondi, oltre all’onorevole Nazario Pagano. A rappresentare la regione Abruzzo c’era anche il sottosegretario al turismo Daniele D’Amario, e per la gestione post-sisma erano presenti Raffaello Fico, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, e Rocco Micucci della Struttura di Missione Sisma 2009.
La discussione ha messo in luce l’importanza di ricostruire non solo edifici, ma relazioni sociali, reti culturali e modalità di vita che valorizzino il senso di appartenenza al territorio. È emerso come il riabitare i borghi rappresenti un atto di cura verso il passato, ma anche una visione concreta per il futuro, da costruire attraverso politiche integrate e partecipate.
Una nuova edizione per rafforzare l’identità degli abitanti e promuovere il territorio
Dopo la prima edizione, che aveva già dato segnali di interesse, il festival ha proposto un programma ampio e articolato, con eventi pensati per rappresentare le difficoltà e le potenzialità dei comuni delle aree interne abruzzesi. Nelle giornate di Navelli si alternano incontri, dibattiti e tavole rotonde, con l’obiettivo di spingere verso modelli di sviluppo che coinvolgano direttamente le comunità locali.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione fra il GAL Gran Sasso Velino, la cooperativa Il Bosso e i comuni aderenti, e si collega al più ampio progetto “Abruzzo E-Quality Experience”, dedicato alla costruzione di un’offerta turistica integrata e al recupero dell’identità culturale abruzzese. La collaborazione punta a creare un sistema che valorizzi la storia, la natura e le tradizioni dei territori interni, spesso trascurati rispetto alle zone costiere.
Nascita dell’associazione paesi narranti del gran sasso
Una novità consistente di questa seconda edizione è stata la nascita dell’associazione Paesi Narranti del Gran Sasso. Questa rete riunisce 15 comuni, che vanno da Barisciano a Villa Santa Lucia degli Abruzzi e include centri noti come Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio e Prata d’Ansidonia. L’associazione ha come scopo far fronte insieme alle problematiche dello spopolamento e di costruire forme di sviluppo che tengano conto della ricchezza culturale e ambientale del territorio.