La festa della mamma offre un’occasione per riflettere sulle difficoltà che molte donne incontrano nel mantenere un equilibrio tra lavoro e famiglia. In Italia, circa una donna su due abbandona la carriera dopo il secondo figlio. Questo fenomeno si lega a problemi concreti: mancanza di infrastrutture per l’infanzia e investimenti pubblici ridotti rispetto ad altri paesi europei. Oggi più che mai serve un’attenzione concreta verso la maternità come elemento chiave per la società e l’economia.
La maternità come valore sociale e costo economico per l’Italia
Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D, evidenzia una realtà poco affrontata. “La maternità non riguarda solo l’esperienza privata, ma ha un peso determinante per l’intero sistema produttivo italiano.” Il dato confermato da ricerche recenti mostra che una donna su due lascia il lavoro dopo il secondo figlio. L’abbandono lavorativo deriva da difficoltà nel conciliare tempi familiari e professionali.
Le cause principali sono la mancanza di servizi dedicati, come asili nido con orari estesi e la scarsità di misure pubbliche a sostegno delle famiglie. L’Italia spende meno di tutti i paesi europei in questo settore, aggravando il problema. Il risultato è una perdita significativa di capitale umano e di competenze nel mondo del lavoro, con ripercussioni dirette sul tessuto economico nazionale.
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L’impatto economico dell’abbandono lavorativo
Il costo di questa situazione pesa non solo sulle singole famiglie, ma sull’intera economia. Quando le donne escono dal mercato del lavoro, diminuiscono le risorse fiscali e aumenta la spesa sociale. Senza un cambio di rotta, il sistema rischia un declino in termini di competitività e inclusione.
Il ruolo delle imprese nell’anticipare il cambiamento culturale
In questo scenario, il settore privato gioca un ruolo centrale. Numerose imprese italiane hanno iniziato a intervenire per sostenere le famiglie con azioni pratiche e modelli di lavoro più flessibili. La diffusione di politiche che promuovono la condivisione del carico genitoriale con i padri aiuta a superare stereotipi ancora radicati nel nostro paese.
Alcune aziende hanno introdotto piani per estendere i congedi parentali o diversificare gli orari di lavoro, in modo da permettere ai genitori di gestire meglio le esigenze familiari. Queste iniziative favoriscono la permanenza e la crescita delle donne nel mondo del lavoro, riducendo abbandoni e assenze.
Collaborazione tra imprese e istituzioni
Tuttavia, la sola azione delle imprese non basta. Serve un coordinamento tra volontà private e interventi pubblici. “Senza un supporto efficace dallo stato, molte di queste pratiche restano limitate e poco estese.” Il vero cambiamento passa per una ridefinizione delle politiche di welfare mirate a rendere sostenibile l’esperienza della maternità per tutte.
Misure pubbliche necessarie per migliorare la conciliazione famiglia-lavoro
Barbara Falcomer sottolinea alcune vie fondamentali per migliorare la situazione. Prima tra tutte, il potenziamento degli asili nido pubblici. I servizi devono aumentare di numero e adattarsi alle esigenze reali delle famiglie, con orari più lunghi e flessibili.
Un’altra misura riguarda i tempi scolastici. Allineare il calendario delle scuole con quello del lavoro consentirebbe ai genitori di organizzare meglio il tempo e ridurre il ricorso a soluzioni informali o precarie. Questi cambiamenti favorirebbero anche la partecipazione attiva delle donne nella vita professionale.
Investimenti e spesa pubblica a confronto con l’Europa
Infine, servono interventi strutturali sul fronte del welfare, con investimenti chiari e continui. La spesa pubblica per le famiglie italiana deve raggiungere livelli più vicini alla media europea per evitare che la maternità resti un ostacolo alla carriera per molte donne. Solo così la società può riconoscere pienamente il valore della maternità.
L’impegno delle imprese e delle istituzioni apre nuove prospettive per una società più equa e inclusiva. I segnali arrivano da diverse iniziative in corso, ma il percorso resta lungo e richiede un’attenzione costante su temi concreti, che riguardano milioni di persone e l’equilibrio economico del paese.