La settima edizione della Festa del BIO, che si terrà a Milano sabato 14 dicembre alle ore 15.30, si preannuncia come un evento significativo per il mondo dell’agricoltura sostenibile. Agricoltori biologici e biodinamici si riuniranno per condividere le loro esperienze e il messaggio cruciale: sebbene il clima non possa essere controllato, è possibile prendere misure per mitigare i suoi effetti. Queste storie rappresentano una resistenza collettiva e un grande amore per la terra che caratterizzano la missione di chi pratica un’agricoltura che abbandona l’uso di sostanze chimiche, abbracciando invece metodi naturali e sostenibili.
L’esperienza di Giuseppe Goio: valorizzazione delle varietà di riso
Giuseppe Goio, titolare di un’azienda agricola situata nel Biodistretto del Riso Piemontese, è un esempio di come la passione per la terra possa manifestarsi in pratiche agricole che rispettano l’ambiente. La sua azienda si specializza nella valorizzazione di antiche varietà di riso, utilizzando tecniche come la “pacciamatura verde”. Questa pratica consiste nell’uso di materiale vegetale per coprire il terreno, creando una barriera naturale che riduce l’evaporazione dell’acqua e l’insorgenza di erbe infestanti, contribuendo così alla salute del suolo e alla biodiversità.
Goio ha scelto di convertire la sua azienda al biologico, riscoprendo il legame profondo con la terra. Questo passaggio non ha solo migliorato la qualità dei suoi prodotti, ma ha anche rafforzato la sua connessione con l’ecosistema circostante. La scelta di abbandonare i prodotti chimici di sintesi ha un impatto duraturo sulla fertilità del suolo, permettendo una maggiore resilienza agli eventi climatici sempre più incerti. Le tecniche sostenibili implementate da Goio rappresentano un modello da seguire per chi desidera intraprendere un percorso simile, dimostrando che l’agricoltura responsabile è una risposta concreta alle sfide del cambiamento climatico.
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La sfida dell’agricoltura al riscaldamento globale: l’azienda Rovasenda Biandrate Maria
Seppur giovane, l’azienda agricola Rovasenda Biandrate Maria, situata anch’essa nel Biodistretto del Riso Piemontese, ha saputo guadagnarsi un posto di rilievo nel panorama dell’agricoltura biologica. Fondata negli anni ’70 nelle colline biellesi, la realtà di questo territorio è gestita da Stefano Tiraboschi, un agronomo che ha compiuto una transizione significativa: nel 2016 ha deciso di abbandonare i prodotti chimici per dedicarsi esclusivamente a pratiche biologiche.
Tiraboschi condivide l’importanza di rispettare i ritmi della natura, enfatizzando la necessità della diversificazione colturale. Utilizza rotazioni colturali e pacciamatura verde, che non solo ottimizzano la resa agricola, ma preservano anche l’integrità degli ecosistemi locali. La sua testimonianza all’evento di Milano evidenzia come l’agricoltura possa diventare un alleato fondamentale nella lotta contro gli effetti del riscaldamento globale e nella promozione di un ambiente sano e diversificato.
Cortobio: un modello di cooperazione e sostenibilità
Jurij Bonomo è fondatore della Cortobio Società Agricola Cooperativa, un esempio emblematico di come la cooperazione tra agricoltori possa trasformare le pratiche agricole. Cortobio, infatti, opera come un gruppo di acquisto solidale che offre cassette di frutta e verdura biologica a filiera corta, puntando a ridurre gli sprechi. Questo approccio etico e responsabile permette di valorizzare anche i prodotti con imperfezioni, una scelta che non solo garantisce qualità, ma abbraccia anche la sostenibilità.
Durante la Festa del BIO, Bonomo presenterà come il suo modello di business possa fungere da motore di sviluppo sostenibile nella comunità. L’iniziativa di Cortobio rappresenta un passo importante verso un sistema alimentare in cui il rispetto per la natura e il benessere dei consumatori sono in primo piano. L’esperienza di Bonomo dimostra che, integrando pratiche ecologiche e supporto alla comunità, è possibile affrontare le sfide economiche e sociali legate al settore agricolo.
Sostenibilità e innovazione: il lavoro di Paolo Di Francesco
Paolo Di Francesco, fondatore dello Studio Agronomico SATA, si è affermato nel campo dell’agricoltura biologica di qualità. Il suo studio è un punto di riferimento per molte aziende agricole che aspirano a mantenere alte le proprie performance nel rispetto dell’ambiente. Durante l’evento, Di Francesco mostrerà le metodologie che ha sviluppato per l’analisi del suolo e la gestione delle colture, dimostrando come l’innovazione possa andare di pari passo con la sostenibilità.
La sua esperienza è quella di un agronomo che sa coniugare tradizione e risorse moderne. Le sue tecniche non solo mirano a ottimizzare la produzione, ma si pongono anche l’obiettivo di preservare l’ecosistema. Questo approccio evidenzia come l’agricoltura possa trarre vantaggio da pratiche ecologiche, affrontando le difficoltà del cambiamento climatico con soluzioni innovative.
Eccellenze enologiche e biodiversità: l’azienda vitivinicola Ortelli Desenzano
Nel contesto della Festa del BIO, è impossibile non citare l’Azienda Vitivinicola Ortelli Desenzano, in cui Giuliano Milesi enfatizza l’importanza del rispetto per i cicli naturali del terreno. Situata nel suggestivo scenario delle colline moreniche del Lago di Garda, l’azienda di Milesi si distingue per i suoi venti ettari di produzione vitivinicola. Attraverso il mantenimento della biodiversità e l’integrazione di pratiche sostenibili, Ortelli Desenzano dimostra che è possibile produrre vini di alta qualità senza compromettere l’ambiente.
La filosofia del viticoltore si basa sull’armonia tra tradizione e attenzione per il territorio, dimostrando che un impegno serio verso la sostenibilità può generare risultati apprezzabili anche nel settore vinicolo, creando così un modello di eccellenza da seguire. Il suo operato racchiude il messaggio che proteggere l’ambiente è fondamentale per garantire il futuro dell’agricoltura.
Cascine Orsine: la biodinamicità in rete
Tra le prime realtà italiane a sperimentare l’agricoltura biodinamica, l’azienda Cascine Orsine rappresenta un faro di innovazione. Fondata da Giulia Maria Crespi, cofondatrice del FAI, l’azienda è gestita da Marco Paravicini, suo nipote, il quale è presente per illustrare come la biodinamica possa contribuire alla conservazione della biodiversità. Situata nel Parco del Ticino, Cascine Orsine è dedicata alla cura della terra, preservando trecento ettari di bosco, habitat naturale per molte specie.
La pratica agronomica biodinamica, adottata in questo contesto, si distingue per il rispetto della natura e per la promozione di un ambiente dove natura e agricoltura si integrano in un equilibrio perfetto. Le esperienze raccontate da Paravicini mettono in luce l’importanza di adottare strategie agricole che proteggano gli ecosistemi e la biodiversità, un messaggio fondamentale nella lotta contro il cambiamento climatico.
Il talk: testimonianze e risposte concrete alla crisi climatica
Il talk “La parola ai testimoni: come affrontiamo la crisi climatica a colpi di bio” sarà una delle tappe significative durante la Festa del BIO. Questa iniziativa fa parte della campagna “Being Organic in EU”, promossa da FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziata dall’Unione Europea. Le testimonianze degli agricoltori presenti contribuiranno a chiarire come le pratiche biologiche non siano solo un’alternativa, ma un imperativo per un futuro sostenibile. Le storie condivise diventeranno un’importante occasione di riflessione e di stimolo per un cambiamento reale e necessario.