Ferrovie dello Stato cambia registro nella comunicazione e punta a un racconto più umano e personale. La recente campagna istituzionale “L’emozione di essere italiani” mette in primo piano chi ogni giorno mantiene in movimento il sistema ferroviario nazionale, più che i numeri o le infrastrutture. Tecnici, operai, macchinisti e ingegneri diventano così protagonisti di un messaggio che mette al centro il lavoro concreto e le storie di chi compone questa realtà.
La campagna “l’emozione di essere italiani”: un racconto di persone e impegno quotidiano
Lanciata il 23 giugno a Roma, in piazza di Pietra, la campagna di Ferrovie dello Stato evita un tono celebrativo classico. Lo spot punta a una narrazione identitaria dove il lavoro di ogni giorno diventa simbolo di resistenza, collaborazione e impegno collettivo. La voce narrante di Adriano Giannini accompagna immagini che mostrano le mani e i volti di chi garantisce il funzionamento della rete ferroviaria.
Al centro non ci sono solo i grandi numeri o le infrastrutture ma le persone che dietro le quinte si occupano di ogni dettaglio operativo. La musica originale che apre e chiude lo spot è “Polvere e gloria”, cantata da Andrea Bocelli, che si fa anche breve figura nello spot con un cameo significativo. Durante la presentazione erano presenti i vertici del gruppo, insieme a rappresentanti istituzionali come il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, testimoniando la rilevanza dell’iniziativa a livello nazionale.
Leggi anche:
I vertici del gruppo fs e la visione dietro la campagna
Il presidente di Ferrovie dello Stato, Tommaso Tanzilli, ha spiegato le ragioni della scelta comunicativa: dare voce al lavoro autentico e discreto delle donne e degli uomini che sono la vera spina dorsale dell’azienda. Tanzilli ha sottolineato come la visione strategica del gruppo, che spesso emerge solo nei risultati, si basi proprio sull’impegno di questi professionisti.
Il compito di FS non si limita a creare collegamenti fisici tra città e regioni, ma coinvolge anche aspetti sociali e culturali. Riunire territori e ridurre le disparità italiane è una missione che passa anche attraverso cantieri presenti quotidianamente su tutto il territorio nazionale, più di 1.200 attivi ogni giorno. Un investimento enorme, un piano da 100 miliardi di euro entro il 2035, che, come precisato dall’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma, rappresenta la trasformazione infrastrutturale più grande degli ultimi decenni in Italia.
Un piano di trasformazione che punta alla mobilità sostenibile e integrata
L’amministratore delegato Donnarumma ha messo in evidenza come il progetto non riguardi solo i binari o i treni, ma una nuova concezione della mobilità. Il piano punta a rendere i trasporti più moderni e capaci di integrarsi con altre forme di spostamento sostenibile, in linea con le sfide ambientali e sociali del paese.
Questa strategia si traduce anche in un cambiamento nel modo di lavorare e di comunicare, con un’attenzione rinnovata a chi quotidianamente si occupa del sistema ferroviario, sia nei cantieri sia nelle attività operative. Lo sviluppo mira a collegare non solo luoghi, ma comunità e persone, migliorando il tessuto sociale ed economico italiano.
Il valore delle persone dietro ogni grande opera
Il responsabile comunicazione Giuseppe Inchingolo ha chiuso la presentazione ricordando che dietro ogni grande opera ci sono volti e mani di persone. «Non celebriamo un marchio, ma il lavoro di chi costruisce ogni giorno, spesso nell’ombra», ha detto. Il “popolo di ferro” evocato nell’iniziativa rappresenta un’Italia che lavora, resiste e avanza verso nuove sfide di mobilità e connettività.