Un episodio di violenza notturna a genova ha portato al fermo di un minorenne tunisino, accusato di aver accoltellato un giovane ucraino durante un’aggressione nella zona centrale della città. I fatti si sono svolti nella notte tra il 26 e il 27 aprile e hanno scosso piazza matteotti, punto focale di una rapina finita in violenza. Questo caso mette in luce la rapidità con cui le forze dell’ordine hanno lavorato per ricostruire l’accaduto e identificare i responsabili.
L’aggressione in piazza matteotti e l’intervento dei carabinieri
Era poco dopo le 3:30 nella notte del 26 aprile quando alcune grida hanno attirato l’attenzione dei carabinieri impegnati in un servizio di controllo della movida nel centro storico di genova. In piazza matteotti i militari hanno trovato un ragazzo ucraino, sanguinante a causa di una coltellata all’addome. La ferita risultava grave, con perforazione del fegato, e ha richiesto un intervento chirurgico immediato presso l’ospedale galliera.
La scoperta del coltello, presumibilmente usato per l’aggressione, è avvenuta durante una rapida perlustrazione dei vicoli circostanti. Lo strumento del delitto era stato nascosto in un vaso di una pianta poco distante dalla scena, a conferma di una fuga precipitosa. La presenza dei carabinieri sul posto ha permesso di mettere in moto una serie di indagini basate anche sulle immagini raccolte da numerosi sistemi di videosorveglianza in zona.
Leggi anche:
La ricostruzione degli eventi e le indagini sui responsabili
Le immagini delle telecamere hanno mostrato momenti precedenti all’aggressione, rivelando il girovagare di un gruppo di giovani tra le strade del centro storico. Tra loro spiccava un ragazzo tunisino di 17 anni, armato di un coltello e impegnato a minacciare i passanti. Le forze dell’ordine hanno collegato il minore agli eventi dopo aver monitorato i suoi spostamenti nei vicoli limitrofi e gli episodi insoliti segnalati in quelle ore.
Gli investigatori hanno inoltre appreso dalla vittima che l’aggressore faceva parte di un gruppo che aveva sottratto il cellulare a un ragazzo appartenente allo stesso gruppo del giovane ucraino. Nel tentativo di recuperare il telefono, la vittima è stata accoltellata e derubata dello zaino. “Queste dichiarazioni hanno rafforzato la pista investigativa, fornendo un quadro più chiaro delle dinamiche tra le due fazioni protagoniste.”
Il fermo e il sequestro di indumenti compatibili con l’aggressione
Dopo una serie di ricerche, il minore accusato è stato individuato in via canneto il lungo, poco lontano dal luogo del fatto. Il giovane si era nascosto insieme ad altri amici in una discoteca del centro, ma è stato individuato grazie all’attività investigativa dei carabinieri del nucleo operativo e della stazione di carignano.
Durante la perquisizione personale e domiciliare sono stati sequestrati degli indumenti e accessori che corrispondevano a quelli indossati dall’aggressore al momento dell’accoltellamento. Questi elementi, uniti ai video e alle testimonianze, hanno permesso di definire il quadro probatorio che ha portato al fermo del 17enne. Il procedimento è stato seguito sotto il coordinamento della procura della repubblica presso il tribunale per i minorenni di genova.
Il trasferimento del minore all’istituto penale minorile
Il giovane tunisino, dopo il fermo eseguito dai carabinieri, è stato trasferito all’istituto penale minorile di torino. Qui resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria mentre proseguono gli accertamenti sul caso. L’iniziativa delle forze dell’ordine si inserisce in una cornice di interventi mirati a contrastare episodi di violenza nelle aree più frequentate del centro cittadino, soprattutto nelle ore notturne.
Il fermo arriva sette giorni dopo l’aggressione e testimonia come, anche in situazioni di emergenza, sia possibile mettere in campo rapidamente risorse investigative per individuare i responsabili, raccogliere prove e agire nel rispetto delle norme che regolano la giustizia minorile. Le indagini potrebbero estendersi per approfondire eventuali responsabilità di altri soggetti presenti durante la rapina e chiarire ulteriormente i ruoli nel gruppo coinvolto nell’alterco.