Fenicotteri invadono le risaie di Ferrara: agricoltori lanciano l’allarme per i raccolti devastati

Fenicotteri invadono le risaie di Ferrara: agricoltori lanciano l’allarme per i raccolti devastati

Fenicotteri invadono le risaie di Ferrara nel delta del Po, causando danni gravi alla coltivazione del riso; agricoltori organizzano ronde notturne e chiedono risarcimenti per salvare l’attività agricola e il territorio.
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Le risaie di Ferrara sono minacciate dai fenicotteri, che danneggiano gravemente le coltivazioni di riso, causando perdite fino all’80%. Agricoltori e ambiente si trovano in conflitto, con richieste di maggiori risarcimenti e interventi per tutelare sia l’agricoltura sia la fauna locale. - Gaeta.it

Le risaie intorno a Ferrara sono diventate terreno di scontro tra fenicotteri e agricoltori. Gli uccelli, attratti dalla zona umida del delta del Po, stanno causando danni consistenti alle coltivazioni di riso, con conseguenze pesanti per chi da generazioni porta avanti questa coltura. Gli agricoltori hanno reagito organizzando ronde notturne per cercare di allontanare i fenicotteri, ma la situazione resta critica. In gioco c’è non solo il raccolto ma il futuro stesso delle risaie ferraresi.

L’invasione dei fenicotteri nelle risaie di ferrara e i danni alla coltivazione

Negli ultimi mesi, una presenza massiccia di fenicotteri ha interessato le risaie nel territorio ferrarese, creando seri problemi agli agricoltori locali. Questi uccelli si nutrono di molluschi, insetti e piccoli crostacei che trovano nel fondo delle risaie. Durante la ricerca del cibo, però, danneggiano le piantine di riso, scoprendo e smuovendo il terreno, compromettendo così l’intera coltura.

Emergenza agricola e impatto economico

Giampaolo Cenacchi, risicoltore e presidente regionale dei risicoltori di Confagricoltura, ha sottolineato che molti stanno vivendo una vera emergenza agricola. Le stime parlano di una perdita dell’80% del raccolto in alcune zone. Questo dato riflette un danno gravissimo che va al di là del semplice disagio economico, arrivando a mettere in discussione la sopravvivenza stessa della coltivazione del riso nel delta del Po.

La situazione negativa si aggiunge ad altri problemi climatici, come la siccità e gli eventi meteorologici intensi che hanno colpito la zona negli ultimi anni, aggravando ulteriormente le condizioni delle risaie. I fenicotteri, in questo quadro, rappresentano un ulteriore fattore di rischio che gli agricoltori non si aspettavano. L’equilibrio tra ambiente e produzione agricola si è rotto, con ripercussioni serie per l’economia locale.

Le strategie adottate dagli agricoltori per proteggere le risaie

Per far fronte all’emergenza causata dai fenicotteri, gli agricoltori ferraresi hanno dovuto mettere in campo una serie di strategie di protezione delle risaie, che coinvolgono interventi diretti per allontanare gli uccelli. Vengono organizzate ronde soprattutto durante le ore notturne e nelle prime ore del mattino, momenti in cui i fenicotteri si dimostrano più presenti nelle coltivazioni.

Le ronde notturne e i metodi di difesa

I contadini salgono in auto per perlustrare i campi, attivano fari, suonano clacson e usano scacciacani per spaventare gli uccelli e costringerli a decollare. Questi accorgimenti hanno un effetto temporaneo, ma non garantiscono protezione costante. Le azioni notturne creano anche disagi ai residenti, che spesso protestano per il rumore e i botti provocati dai dispositivi usati per la difesa delle coltivazioni.

Cenacchi parla di notti insonni e di un impegno costante da parte degli agricoltori che si svegliano prima dell’alba per controllare le risaie. Si cerca di fare il massimo rumore possibile per evitare che i fenicotteri si stabiliscano nelle aree coltivate. A volte si ricorre anche all’uso di cannoncini che esplodono per spaventare gli uccelli, ma l’effetto è limitato e di breve durata. L’attività così intensa e faticosa nasce da un’esigenza urgente di salvare i raccolti e il proprio lavoro.

Fenicotteri e turismo: le sfide di una convivenza difficile nel delta del po

La presenza dei fenicotteri nel delta del Po rappresenta anche un fenomeno naturale di interesse ambientale e turistico. Questi uccelli sono una rarità che attira visitatori da tutta Italia e dall’estero. La loro caratteristica colorazione rosa e i movimenti eleganti suscitano ammirazione, tanto che il territorio ha costruito attorno a questa fauna un’attrattiva turistica rilevante.

Turismo e tutela dell’ambiente

Claudia Guidi, vicepresidente di Confagricoltura Ferrara, ricorda che il fenicottero simboleggia un’attrazione naturale e culturale preziosa per la regione. Tuttavia, sottolinea la necessità di tutelare sia il turismo legato alla fauna selvatica sia l’agricoltura, che ha bisogno di proteggere le proprie coltivazioni per restare viva. Le esigenze di biodiversità e di lavoro agricolo si trovano in contrasto e vanno bilanciate con interventi adeguati.

La questione sollevata riguarda una compensazione economica giusta ai risicoltori danneggiati. I fondi attuali della regione per i risarcimenti risultano insufficienti rispetto all’entità dei danni. Una riduzione drastica delle superfici coltivate al riso sarebbe un danno per l’intera area, sia dal punto di vista ambientale sia economico. Serve una politica pubblica che immagini soluzioni per mantenere l’attività agricola accanto alla presenza di specie protette come il fenicottero.

Appello degli agricoltori per sostegno e risarcimenti adeguati

Gli agricoltori ferraresi lanciano un appello a chi governa il territorio per riconoscere la gravità della situazione nelle risaie e intervenire con misure concrete. La richiesta principale riguarda stanziamenti più consistenti destinati a rimborsare le perdite causate dai fenicotteri e a sostenere chi continua a coltivare riso nonostante le difficoltà ambientali.

Nel maggio, periodo critico per la crescita del riso, l’arrivo degli uccelli si traduce in una distruzione del lavoro fatto mesi prima. I danni non sono soltanto economici ma rischiano di compromettere la sopravvivenza della tradizione agricola locale, che si tramanda da generazioni. La riduzione delle superfici coltivate ha già segnato un declino significativo in pochi anni.

Gli agricoltori chiedono alla regione di assumersi una responsabilità che vada oltre il semplice rimborso per semi persi. Serve un impegno articolato per tutelare una coltura che implica un legame stretto con il territorio e l’identità di Ferrara. Senza questo sostegno, il rischio di abbandono delle risaie diventa sempre più reale, portando con sé ripercussioni su lavoro, economia e paesaggio rurale.

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