In occasione della Festa del sacrificio, circa quattromila fedeli musulmani hanno trovato spazio per la preghiera collettiva in due campi sportivi di Staranzano e Monfalcone, comuni in provincia di Gorizia. Questa scelta si è resa necessaria perché i luoghi di culto ufficiali erano insufficienti a ospitare tutti i partecipanti. L’ospitalità raccolta dalle parrocchie locali, pur accolta con gratitudine dai musulmani, ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto da parte di Anna Maria Cisint, europarlamentare della Lega, che si è mostrata fortemente critica verso questa apertura.
La festa del sacrificio e la preghiera collettiva ospitata nelle parrocchie
La Festa del sacrificio, evento tra i più significativi per la comunità musulmana, richiede una preghiera collettiva su larga scala alla quale partecipano centinaia o migliaia di fedeli. Quest’anno, la necessità di trovare spazi adeguati ha condotto gli organizzatori a utilizzare i campi sportivi messi a disposizione dalle parrocchie di Staranzano e Monfalcone. Già in passato, per la fine del Ramadan, era stata trovata una soluzione simile nelle medesime aree.
Durante la celebrazione odierna, erano presenti circa quattromila uomini, provenienti da diverse parti del territorio. I fedeli hanno espresso gratitudine verso le parrocchie che hanno aperto gli spazi e verso le amministrazioni locali. Il sindaco di Staranzano, Marco Fragiacomo, ha partecipato brevemente portando un saluto ai presenti, gesto molto apprezzato dagli organizzatori. La scelta di ospitare la preghiera in strutture laiche e gestite da istituzioni cristiane ha voluto rappresentare un segnale di apertura e convivenza pacifica tra culture differenti.
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La reazione dell’europarlamentare anna maria cisint e i punti di critica
Anna Maria Cisint, già sindaca di Monfalcone ed esponente della Lega, ha manifestato forte opposizione alla concessione degli spazi per la preghiera musulmana. Cisint ha definito quello che è accaduto un «fatto inaccettabile», esprimendo preoccupazione soprattutto per l’impatto culturale e religioso sulla comunità locale. La stessa è stata protagonista in passato di iniziative che hanno condotto il caso fino al Consiglio di Stato, che aveva imposto la chiusura dei luoghi di culto collettivi islamici considerati irregolari.
Le motivazioni della sua disapprovazione sono sostanzialmente due. La prima riguarda la disponibilità dei campi delle parrocchie per l’evento islamico, ritenuta una concessione sbagliata, perché a suo avviso l’Italia dovrebbe «riportare le persone nelle chiese» invece che permettere alla religione musulmana di occupare spazi pubblici o religiosi. La seconda riguarda una fotografia segnalata da Cisint. In essa si vede una statua di Cristo coperta da un telo, dettaglio che la politica ha giudicato «grave e inaccettabile», interpretandolo come un segno di mancanza di rispetto verso i simboli cristiani.
Risposta della chiesa e situazione sul territorio dopo l’episodio
Di fronte alla polemica scoppiata attorno alla fotografia della statua coperta, don Flavio, parroco della Beata Vergine Marcelliana di Panzano, ha dichiarato di voler verificare la situazione. Ha precisato che, qualora si fosse verificato quanto mostrato in quella immagine, nessuno avrebbe dovuto compiere un gesto del genere. L’intervento del parroco è apparso volto a rassicurare la comunità cristiana e a stemperare i toni dello scontro.
Il caso riflette una tensione più ampia nel territorio fra la necessità di accogliere le comunità di fede diverse e le resistenze di alcune rappresentanze politiche locali. La politica militante di chi, come Cisint, cerca di difendere la prevalenza della cultura cristiana tradizionale, entra in contrasto con le pratiche di convivenza aperta adottate da alcune amministrazioni o istituzioni religiose. Nel contesto di Gorizia e provincia, questi episodi fanno emergere la complessità della gestione dei rapporti interculturali e religiosi. Non è casuale che episoti simili non siano rari in altre parti d’Italia dove la presenza musulmana è significativa.
Attenzione mediatica e il dibattito pubblico
L’attenzione mediatica sollevata dall’evento aiuta a mantenere attivo il dibattito pubblico. Tocca però ai territori trovare un equilibrio tra rispetto delle minoranze e tutela delle tradizioni consolidate, senza soccombere a estremismi da entrambe le parti. In questa partita entrano anche gli enti locali, che con azioni che spaziano dall’organizzazione degli eventi alla concessione di spazi, cercano di non isolare nessuna componente della popolazione. A Staranzano come a Monfalcone la partita su questi temi sta ancora vivendo tappe importanti.