Fatturato del comparto molitorio italiano in calo dell'11,4% nel 2024, cresce però l'export

Fatturato del comparto molitorio italiano in calo dell’11,4% nel 2024, cresce però l’export

Il molitorio italiano nel 2024 registra un fatturato in calo a 4,7 miliardi di euro, con crescita nelle farine per panificazione, pizza e export; Vincenzo Martinelli nuovo presidente di Italmopa.
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Nel 2024 il settore molitorio italiano ha registrato un fatturato di 4,7 miliardi di euro, in calo dell'11,4% rispetto al 2023, con segnali positivi in segmenti come farine per panificazione, pizza, export e pasta fresca. - Gaeta.it

Il settore molitorio italiano ha registrato un fatturato complessivo di 4,7 miliardi di euro nel 2024, segnando una contrazione significativa rispetto ai 5,3 miliardi del 2023. L’andamento economico è emerso durante l’assemblea generale di Italmopa, associazione che rappresenta gli industriali mugnai italiani, dove è stato eletto il nuovo presidente Vincenzo Martinelli. Nonostante il segno meno complessivo, alcuni segmenti mostrano segnali positivi con variazioni interessanti nei volumi e nei canali di destinazione.

Evoluzione del fatturato e contesto generale del 2024

Nel 2024 il fatturato del comparto molitorio italiano si è ridotto del 11,4% rispetto all’anno precedente. Questa diminuzione prende spunto sia dagli indicatori dei prezzi che dai livelli di produzione delle farine e dei sottoprodotti derivanti dalla macinazione. Il calo va letto come una risposta a diversi fattori economici e di mercato che hanno intaccato in particolare i ricavi complessivi.

L’assemblea di Italmopa ha rappresentato il contesto nel quale sono stati diffusi i dati aggiornati del settore. Qui Vincenzo Martinelli ha preso il posto di Andrea Valente come presidente per il prossimo biennio. L’evento ha evidenziato uno scenario complessivamente a metà strada tra luci ed ombre: alcuni segmenti crescono, altri invece subiscono una battuta d’arresto importante. Il calo generale non nasconde infatti la presenza di trend differenziati in base alla destinazione dei prodotti.

Fra le cause del calo rientra una dinamica di mercato complessa, segnata da politiche di prezzo e variazioni nella domanda, specie nel canale retail. L’andamento del 2024 fa seguito a una fase governata da forti acquisti durante l’emergenza sanitaria, che aveva modificato il consumo e l’accaparramento degli sfarinati da parte della clientela. Rispetto a quella fase si è dunque assistito a un riassestamento che ha inciso in modo netto sui volumi venduti al dettaglio.

Segmenti in crescita: farine per panificazione e prodotti per la grande distribuzione

Nonostante il calo complessivo, il settore ha mostrato segnali di miglioramento in diverse direzioni. La produzione di farine destinate alla panificazione e a prodotti sostitutivi è cresciuta del 5,5%. Questo incremento è stato spinto in particolare dalla domanda della grande distribuzione, che ha ampliato la propria offerta con prodotti più diversificati.

La diversificazione dell’offerta ha risposto a nuove esigenze dei consumatori, modificando il profilo della domanda e favorendo segmenti specifici del mercato. Le farine dedicate alla panificazione industriale hanno così beneficiato di una ripresa robusta, mostrando come l’industria si sia adeguata al mutato scenario di consumo.

Questi risultati indicano un adattamento importante da parte del comparto molitorio, capace di proporre prodotti che incontrano meglio le preferenze moderne del pubblico. In effetti la disponibilità di nuove tipologie di farine ha permesso alle aziende di ampliare il loro portafoglio, allontanandosi da segmenti penalizzati dal calo generale.

Conferma dei trend positivi per pizza, pasta fresca e export

Altri segmenti che mantengono un segno positivo riguardano le farine destinate alla produzione di pizza, sia fresca che surgelata. La richiesta in questi canali è aumentata oltre il 3%, consolidando una trend sviluppatosi negli ultimi anni. La preferenza per la pizza, specie in ambito domestico ma anche nella ristorazione, sostiene così una nicchia che continua a crescere.

Anche l’export ha fatto registrare una variazione importante, con un aumento vicino al 12%. Questo rialzo conferma l’attrattiva dei prodotti italiani nel mercato internazionale. Il comparto molitorio si mostra quindi aperto verso l’estero, trovando sbocchi interessanti che compensano le difficoltà nel mercato interno.

Infine, un lieve incremento ha riguardato le farine per la pasta fresca, quantificato in circa il 2% di crescita nei volumi. Il dato conferma una domanda che si mantiene, garantendo continuità a questo utilizzo specifico delle farine. Allo stesso tempo, la produzione per il comparto dolciario ha subito una leggera flessione dello 0,9%, segnalando però una sostanziale stabilità.

Volumi complessivi della produzione di farine e sottoprodotti nel 2024

Nel corso del 2024, l’industria molitoria italiana ha prodotto più di 8,3 milioni di tonnellate di sfarinati, segnando un aumento del 2,1% rispetto all’anno precedente. Questo dato riguarda solo i volumi di farine e non include i sottoprodotti della macinazione.

Se si considerano anche questi ultimi, il totale della produzione sfiora gli 11,8 milioni di tonnellate, leggermente superiore agli 11,6 milioni del 2023. Ciò indica che i quantitativi complessivi di prodotto, inclusi i residui e derivati, sono rimasti sostanzialmente stabili con una leggera crescita.

I sottoprodotti rappresentano una parte importante del settore molitorio, usati a loro volta in ambiti diversi come l’alimentazione animale. La conferma di questi livelli produttivi fornisce indicazioni sulla capacità di mantenere un certo ritmo industriale, pur in un contesto di mercato non semplice.

Questi numeri evidenziano come, nonostante le difficoltà sul fronte economico, la produzione di farine e derivati mantenga una dimensione elevata. Il settore conserva così il suo ruolo nel sistema agroalimentare nazionale, anche se davanti a nuove sfide che riguardano la domanda e i prezzi.

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