Fater ha messo in campo una serie di misure pensate per sostenere famiglie e collaboratori in un contesto lavorativo che cambia rapidamente. L’azienda ha esteso a tre mesi il congedo di paternità regolarmente sfruttato da tutti i papà dipendenti, ha introdotto il lavoro ibrido «5 su 5» e ha aperto gli uffici non solo ai figli dei lavoratori ma anche ai loro animali domestici. A queste novità si affiancano programmi di coaching dedicati a madri che rientrano al lavoro e un test per la liberalizzazione delle ferie. Queste scelte, raccontate dal general manager Antonio Fazzari durante l’evento ‘Demografia, un patto fra generazioni’, segnano un impegno chiaro del gruppo nel creare un ambiente più flessibile e inclusivo.
Congedo di paternità esteso e lavoro ibrido: un nuovo equilibrio tra famiglia e lavoro
Uno dei punti cardine della strategia di Fater riguarda il congedo di paternità, portato a tre mesi, una durata che fa dell’azienda un esempio raro nel panorama italiano. In effetti, il 100% dei papà che lavorano in Fater approfitta di questa opportunità, segno che il beneficio è concreto e largamente accettato. L’idea non è solo di concedere più tempo ai neo-genitori, ma di promuovere un vero cambiamento culturale attorno alla presenza dei padri nella cura famigliare.
Il lavoro ibrido «5 su 5» è stato implementato per venire incontro alle esigenze moderne, combinando presenza in ufficio e attività da remoto. Questa formula mantiene gli spazi aperti anche per le famiglie: oltre ai figli dei dipendenti, gli animali domestici possono accedere agli uffici, un dettaglio che sottolinea l’attenzione a creare un ambiente “umano”. L’accento è posto su una maggiore serenità e organizzazione quotidiana, pensando alle esigenze reali delle persone.
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Supporto alle madri e bonus asilo: mancano asili ma non le soluzioni
Contrariamente a quanto si potrebbe aspettare, Fater ha scelto di non installare un asilo nido all’interno dell’azienda, giudicato troppo rigido come soluzione. Al suo posto è stato introdotto un bonus asilo di 250 euro netti al mese per ogni figlio. Il sostegno economico si rivolge direttamente alle famiglie, lasciando loro libertà e flessibilità nel scegliere il servizio più adatto alle proprie necessità.
A questo si aggiungono programmi di coaching specifici pensati per madri che rientrano al lavoro dopo la maternità. L’intervento aiuta a superare eventuali difficoltà di reinserimento, fornendo strumenti e accompagnamento per riprendere il ritmo lavorativo in modo più efficace.
Queste iniziative confermano una visione dell’azienda attenta all’equilibrio tra lavoro e famiglia, con proposte concrete che evitano soluzioni standardizzate imposte dall’alto.
La liberalizzazione delle ferie e gli ambienti di lavoro inclusivi
Fater ha avviato un test per la liberalizzazione delle ferie, dando ai dipendenti la possibilità di prendere più giorni di riposo a patto di coordinarsi con i colleghi. Questa iniziativa punta a un’organizzazione più flessibile e responsabile del tempo di lavoro.
L’idea nasce dalla consapevolezza che una gestione più libera delle ferie non danneggia l’attività aziendale, purché il gruppo mantenga un equilibrio. Quindi, la misura mette al centro la fiducia e la collaborazione tra colleghi, un elemento fondamentale nelle dinamiche di squadra.
Oltre a questo, l’accesso agli uffici per bambini e animali domestici contribuisce a un clima lavorativo meno formale. Queste aperture aiutano a ridurre lo stress e a migliorare la qualità della giornata lavorativa, in modo che il luogo di lavoro diventi meno distante dalla vita personale.
Convivenza di quattro generazioni: mentoring come strumento di integrazione
Antonio Fazzari ha spiegato che in Fater convivono quattro generazioni diverse: baby boomers, generazione x, millennials e generazione Z. Ciascuna porta sensibilità e pregiudizi specifici, rendendo complesso trovare soluzioni che funzionino per tutti. Il ruolo della leadership diventa quindi quello di facilitare il dialogo tra le generazioni.
L’azienda usa il mentoring e il cross mentoring per creare occasioni di incontro. Le persone imparano a conoscersi e ad apprezzare le competenze altrui, distruggendo pregiudizi e costruendo energie nuove. Le dinamiche interne ne escono rafforzate, con una collaborazione più fluida e attenta ai bisogni diversi.
Questa attenzione alle differenze anagrafiche non si limita ad un tema di gestione del personale, ma si riflette anche su come si risponde ai clienti e si sviluppano prodotti o servizi. In questo modo, l’azienda non si chiude in un modello unico ma si arricchisce delle diverse prospettive.
Il bilancio di queste scelte si riflette nei numeri: Fater registra un sesto anno consecutivo di crescita del fatturato, segno che sostenere la vita delle persone e valorizzare le differenze può andare d’accordo con risultati concreti.