Farmindustria lancia l'allarme: serve una svolta nella legislazione farmaceutica europea per non perdere innovazione

Farmindustria lancia l’allarme: serve una svolta nella legislazione farmaceutica europea per non perdere innovazione

Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, sollecita una revisione urgente delle normative farmaceutiche europee per sostenere innovazione, ricerca clinica e competitività italiana nel contesto globale.
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Nel 2025, Marcello Cattani di Farmindustria ha sollecitato alla Camera dei deputati una rapida revisione delle normative farmaceutiche europee per sostenere innovazione, ricerca clinica e competitività, evidenziando l’urgenza di riforme su brevetti, payback e semplificazione burocratica. - Gaeta.it

Nel corso di un incontro tenutosi alla Camera dei deputati nel 2025, il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, ha ribadito la necessità di una revisione urgente delle normative farmaceutiche europee. Secondo Cattani, senza un cambiamento deciso, l’Europa rischia di perdere terreno nel campo dell’innovazione farmaceutica, un settore cruciale e in rapida evoluzione. Il dibattito si concentra su temi centrali come i brevetti, la ricerca clinica e il payback, elementi che influenzano direttamente la capacità produttiva e la competitività dell’industria italiana ed europea.

Europa e la necessità di un intervento urgente

Marcello Cattani ha spiegato che l’Europa si trova davanti a una scelta delicata: intervenire subito sulla legislazione farmaceutica o rischiare di perdere il primato nel settore innovativo. Il presidente di Farmindustria ricorda che il tema della regolamentazione fu già sollevato nel marzo 2022, quando il governo italiano inviò un position paper alla Commissione europea mettendo in evidenza le criticità generate da posizioni ideologiche. Queste ultime non avevano considerato gli impatti concreti sull’industria, in un momento in cui l’innovazione si stava rivelando essenziale per far fronte a sfide come la pandemia.

Il ruolo strategico del settore farmaceutico

Il settore farmaceutico, negli ultimi anni, ha dimostrato quanto sia strategico. La collaborazione tra industria e università ha permesso di sviluppare vaccini in tempi record e di produrli su scala globale, miliardi di dosi distribuite nel mondo. Questo sforzo ha richiesto capacità produttive complesse e coordinamento intenso. Cattani insiste sul fatto che ora serve una legislazione che sostenga questa evoluzione, riconoscendone la portata e la trasformazione in atto.

Proprietà intellettuale e competizione globale: cosa c’è in gioco

Una delle questioni principali riguarda la proprietà intellettuale. Cattani sottolinea che da tempo si discute del ruolo dell’intellectual property, indicando che gli Stati Uniti hanno già inviato un segnale forte all’Europa, decidendo di proteggere con maggiore rigore i brevetti nel settore farmaceutico. Anche la Cina si sta muovendo sul fronte della ricerca con investimenti stimati in 600 miliardi in dieci anni, allungando la durata dei brevetti e potenziando le competenze disponibili.

Il peso delle risorse e la posizione europea

Di fronte a questi competitor, l’Europa si trova con risorse importanti, tra cui un governo che ormai esprime chiaramente una posizione attiva a Bruxelles. Secondo Cattani, è fondamentale rafforzare questa direzione e procedere con le riforme necessarie, soprattutto per colmare ritardi rispetto ad altri Paesi, come la Spagna. In particolare, va superata la lentezza nell’applicazione di un regolamento sulla ricerca clinica che attendeva da oltre dieci anni, ora finalmente recepito, come ha ricordato ringraziando il ministro Schillaci.

Ricerca clinica e mercato del lavoro in italia

La legislazione europea influenza da vicino il tessuto industriale e occupazionale italiano. Nel settore farmaceutico si registra infatti un aumento significativo dell’occupazione qualificata, in parallelo con la crescita della produzione e dell’export. I dati recenti mostrano un incremento dell’export del 31-32% nei primi mesi del 2025 rispetto all’anno precedente, un segnale positivo non affatto scontato in un contesto economico complesso.

Sfide per attrattività e semplificazione

Nonostante questi risultati brillanti, permangono delle sfide, in particolare in termini di semplificazione e attrattività per la ricerca. Il divario con altri Paesi europei indica che si deve accelerare, eliminare le procedure burocratiche più gravose e offrire condizioni più favorevoli allo sviluppo di nuovi studi clinici. Cattani spiega che agire su questi punti è fondamentale per mantenere la competitività italiana nel campo farmaceutico a livello europeo e mondiale.

Payback e le richieste di revisione economica nel settore

Un tema che crea tensioni all’interno dell’industria riguarda il meccanismo del payback, ovvero il sistema che regola il recupero economico da parte dello Stato in relazione alle spese sostenute per farmaci innovativi. Cattani segnala che il payback è poco apprezzato, causa spesso incertezze e difficoltà nel programmare investimenti a lungo termine.

Verso una gestione più efficace delle risorse pubbliche

L’invito è a rivedere questo strumento, armonizzandolo per stabilizzare le risorse e inserirlo in un disegno più ampio che metta al centro la ricerca e lo sviluppo. Per il presidente di Farmindustria, serve una visione chiara che consenta di gestire al meglio i fondi pubblici e di valorizzare gli interventi sanitari nel loro complesso. La misurazione del valore di un farmaco, o di un vaccino, dovrebbe considerare anche gli effetti sulla prevenzione e sulle altre prestazioni sanitarie, non solo gli aspetti clinici. L’industria, racconta Cattani, ha già accumulato esperienza in questo campo e punta a rendere più efficace il dialogo con le istituzioni per una distribuzione equa e sostenibile delle risorse economiche.

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