Famiglie anconetane sfollate dal sisma 2022 ancora in attesa del contributo Cas a maggio 2025

Famiglie anconetane sfollate dal sisma 2022 ancora in attesa del contributo Cas a maggio 2025

Il contributo di autonoma sistemazione per circa 25 famiglie di Ancona colpite dal sisma del 2022 è ancora bloccato a causa di ritardi burocratici legati alla fine dello stato di emergenza, mentre il Comitato 707 chiede certezze sul sostegno fino al 2025.
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A Ancona, circa 25 famiglie sfollate dal sisma del 2022 attendono ancora il contributo di autonoma sistemazione (Cas), bloccato per ritardi burocratici legati alla fine dello stato di emergenza, nonostante le rassicurazioni delle autorità sulla ripresa dei pagamenti. - Gaeta.it

L’attesa del contributo di autonoma sistemazione riguarda ancora una ventina di famiglie ad Ancona che hanno perso la propria casa durante il sisma del novembre 2022. Nonostante le rassicurazioni delle autorità, il pagamento non è arrivato nel mese di maggio. La questione si incastra nelle procedure burocratiche legate alla fine dello stato di emergenza, e solleva preoccupazioni sulla continuità del sostegno economico ai nuclei colpiti.

Situazione delle famiglie sfollate dopo il terremoto di ancona

Sono circa 25 le famiglie anconetane che devono ancora ricevere il Cas, ovvero il contributo economico che permette loro di mantenere una sistemazione alternativa, visto che le abitazioni originarie sono inagibili. Franco Dubbini, rappresentante del Comitato 707, ha spiegato che tutte queste famiglie hanno dovuto cercare nuove case dopo i danni provocati dal sisma. Il Cas rappresenta per loro una risorsa indispensabile per sostenere le spese legate a questo trasferimento forzato.

Questi nuclei familiari, quindi, vivono da quasi due anni lontano dalle loro abitazioni, con la prospettiva di ignorare se la continuità del supporto finanziario sarà garantita fino a fine 2025. La situazione ha generato un clima di incertezza e disagio, perché il contributo costituisce l’unico mezzo per affrontare i costi della nuova sistemazione e garantire una parvenza di normalità quotidiana.

Il Comitato 707 porta avanti una voce critica sulle tempistiche e sulla trasparenza della procedura per l’erogazione dei fondi, mettendo sotto pressione le istituzioni affinché trovino una soluzione definitiva e stabile, senza il rischio che a fine anno tutto possa fermarsi di nuovo.

Gli aspetti burocratici dietro la mancata erogazione del contributo cas a maggio

La sospensione del contributo nel mese di maggio deriva dalla cessazione dello stato di emergenza legato al sisma del 2016, che includeva anche le zone colpite nel 2022. Le risorse del Cas sono gestite dalla Protezione civile, ma con la chiusura di quello stato di emergenza è stato necessario adottare nuove disposizioni per proseguire con l’erogazione dei fondi.

Guido Castelli, commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione relativa al sisma, ha spiegato che per garantire la prosecuzione del Cas è stata emanata un’ordinanza a firma del capo della Protezione civile Fabio Ciciliano. L’atto, elaborato con il coinvolgimento diretto di Castelli, è stato inviato al Ministero dell’economia e delle finanze per la cosiddetta “bollinatura”, ovvero la fase di controllo e autorizzazione necessaria per l’uso delle risorse pubbliche.

Questo passaggio amministrativo ha rallentato il versamento del Cas, creando un periodo ponte in cui le famiglie non hanno ricevuto il contributo. Secondo Castelli, però, si tratta di pochi giorni prima che la procedura venga completata e i pagamenti riprendano regolarmente.

Rassicurazioni istituzionali e timori delle famiglie sull’erogazione futura

Il commissario insiste nel ribadire ai cittadini coinvolti che le risorse arriveranno senza ombra di dubbio. Ha sottolineato di aver già sollecitato personalmente il Mef per abbreviare i tempi burocratici alla base del ritardo. L’ordinanza che prevede la prosecuzione del Cas è valida fino al 31 dicembre 2025, data che dovrebbe garantire il sostegno economico fino alla fine dell’anno.

Nonostante le rassicurazioni, però, il Comitato 707 esprime preoccupazione per il clima di incertezza che si prolunga da mesi. Il timore è che, una volta raggiunta la scadenza di dicembre, si ripresentino nuovi problemi con la burocrazia e le risorse diventino nuovamente inaccessibili. Le famiglie chiedono quindi certezze più solide e una comunicazione più chiara, per evitare che situazioni di blocco o ritardo si ripetano.

Un nodo fondamentale per il territorio di ancona

La presenza di un sistema affidabile per gestire l’assistenza finanziaria ai terremotati resta un nodo fondamentale per il territorio di Ancona, soprattutto per chi continua a vivere lontano dalla propria casa da quasi tre anni. Gli sviluppi nei prossimi mesi saranno decisivi per stabilire tempi e modalità di risoluzione di questa emergenza sociale.

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