Negli ultimi mesi, circolano con frequenza video falsi in cui medici noti vengono mostrati mentre consigliano rimedi improbabili per varie malattie. Tra i più colpiti c’è alberto zangrillo, prorettore all’università Vita-Salute San Raffaele e primario del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale San Raffaele di Milano. Questi video, realizzati con tecnologie di intelligenza artificiale, mostrano il medico come testimonial di cure inefficaci, aumentando la confusione e mettendo a rischio la fiducia del pubblico.
La diffusione dei video fake con alberto zangrillo
Alberto zangrillo ha spiegato che ogni giorno riceve numerose segnalazioni di video in cui compare suo volto o voce, ma che lui non ha mai autorizzato. Il caso più recente riguarda un video che lo mostra mentre sponsorizza un prodotto miracoloso contro l’impotenza. Non è la prima volta che sulle piattaforme social spuntano messaggi simili riferiti a patologie diverse, dall’ipertensione ai disturbi vascolari.
La manipolazione delle immagini e dei suoni conferisce ai video un’apparenza convincente, soprattutto a chi li guarda distrattamente. Questi contenuti spesso nascono per attirare clic o per diffondere disinformazione medica senza alcun controllo. Zangrillo ha fatto presente la difficoltà a contrastare queste frodi: il suo legale ha presentato molte denunce per tutelare la sua immagine, senza però ottenere risultati concreti. Questo lascia spazio alla persistenza del fenomeno, che colpisce altri professionisti della salute, da nutrizionisti a virologi.
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La rapidità di diffusione e le difficoltà di intervento
La velocità con cui questi video si propagano rende difficile intervenire tempestivamente. Spesso vengono rimossi solo dopo che hanno già raggiunto un vasto pubblico. L’assenza di regole stringenti sulle piattaforme rende facile la diffusione di questo tipo di contenuti malevoli. Chi li produce usa l’intelligenza artificiale per ricostruire voci e movimenti facciali, facendo sembrare i messaggi autentici.
Come riconoscere i video manipolati e le trappole della disinformazione
Chi guarda questi video deve fare attenzione a segnali che smascherano la loro falsità. In molti casi, il labiale non corrisponde in modo preciso alla voce, creando uno sfasamento evidente. Il montaggio appare spesso strano, con tagli bruschi o scene fuori contesto. Sono frequenti sottofondi musicali discordanti o effetti che non coincidono con uno spot professionale.
Le immagini realizzate con intelligenza artificiale non riescono ancora a imitare perfettamente le espressioni naturali e i tempi di una conversazione genuina. Questi dettagli, se osservati con attenzione, permettono di riconoscere i video costruiti artificialmente. È poi importante diffidare di messaggi che promettono cure rapide e sicure per malattie complesse, specialmente se provengono da fonti non ufficiali.
Il punto di vista di zangrillo
Zangrillo stesso ha sottolineato che i medici seri non ricorrono ai social per promuovere rimedi miracolosi o la loro immagine personale. La pratica della medicina avviene solo attraverso visite dirette e studi specializzati, non con video parola a cazzo né offerte di prodotti miracolosi. Chi cerca informazioni dovrebbe rivolgersi esclusivamente a professionisti riconosciuti e ambienti sanitari ufficiali.
L’impatto della disinformazione medica sui social nel 2025
Nel 2025 la presenza dell’intelligenza artificiale nella comunicazione digitale ha aumentato la diffusione di notizie false e di contenuti manipolati. Nel campo della salute, questo fenomeno mette in pericolo la credibilità della medicina e la sicurezza di chi cerca aiuto. I video alterati sfruttano la fiducia verso i medici noti e spingono persone a tentare cure inefficaci o dannose.
Le piattaforme social non hanno ancora trovato un sistema efficace per arginare la circolazione di queste fake news. Le segnalazioni di medici come zangrillo restano spesso senza seguito, e i contenuti rimangono accessibili a migliaia di utenti. Il rischio è che una fetta di popolazione con scarsa alfabetizzazione digitale finisca per fidarsi di messaggi fuorvianti.
Invito a responsabilità e verifica delle fonti
Per questo, esperti e istituzioni continuano a invitare a verificare sempre le fonti e a chiedere informazioni solo a operatori sanitari qualificati. La prevenzione passa anche dal conoscere alcuni dettagli tecnici che permettono di smascherare i video falsi. Non solo, serve un impegno costante per aggiornare le regole sulla diffusione dei contenuti e responsabilizzare chi gestisce queste piattaforme.
Le difficoltà nel bloccare il fenomeno dimostrano quanto sia complesso il rapporto tra tecnologia e comunicazione pubblica oggi, specie in settori sensibili come la salute pubblica. Il caso di alberto zangrillo e dei video fake è solo uno dei tanti segnali che indicano come resti urgente lavorare su strumenti concreti per proteggere i cittadini dalla disinformazione medica.