False partite Iva: l'agenzia delle entrate segnala duemila chiusure nel 2025 e controlli sulle big tech

False partite Iva: l’agenzia delle entrate segnala duemila chiusure nel 2025 e controlli sulle big tech

L’Agenzia delle Entrate intensifica nel 2025 i controlli su partite Iva false e big tech, con migliaia di posizioni sospese e oltre due miliardi di euro recuperati per garantire equità fiscale in Italia.
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Nel 2025 l’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli su partite IVA false e grandi aziende tecnologiche, per combattere evasione fiscale, tutelare la concorrenza e garantire un mercato equo. - Gaeta.it

Nel 2025 l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate sulle partite Iva irregolari resta alta. Solo fino al 30 aprile sono state individuate e sospese duemila posizioni nate per sottrarre contributi e imposte. Il fenomeno riguarda soggetti che aprono un’attività solo per brevi periodi, chiudendo la partita Iva dopo pochi mesi, con ripercussioni anche sulla concorrenza nel mercato. Parallelamente, l’agenzia mantiene il controllo sulle grandi aziende tecnologiche straniere, con recuperi fiscali sostanziosi e verifiche in corso per garantire il rispetto delle norme italiane.

Il fenomeno delle false partite Iva tra frode e concorrenza sleale

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Vincenzo Carbone, ha fornito dati sui risultati ottenuti nel contrasto alle false partite Iva. Da inizio 2023 sono state intercettate circa diecimila posizioni fittizie, duemila delle quali solo nei primi quattro mesi del 2025. Questi “falsi imprenditori” aprono un’attività con l’obiettivo di eludere il fisco e si cancellano rapidamente, spesso dopo pochi mesi.

Questa pratica ha effetti diretti sul mercato perché crea condizioni sleali per le aziende che operano in modo regolare. Ad esempio, un libero professionista che lavora senza partita Iva o con posizioni regolari si trova a competere con soggetti che sfruttano l’esenzione da oneri tributari e contributivi. Questo distorce la concorrenza, soprattutto in settori dove le prestazioni sono di breve durata o a basso margine.

Operazioni mirate e obiettivi di contrasto

Le operazioni dell’Agenzia delle Entrate sono mirate a smascherare chi usa la partita Iva in modo fraudolento. Gli interventi si concentrano non solo su verifiche formali, ma anche sull’analisi dei comportamenti economici e delle tempistiche di apertura e chiusura di partita. L’obiettivo è colpire chi avvia un’attività solo con fini evasivi, impedendo che la posizione si utilizzi come strumento per frodare il sistema tributario.

Carbone ha sottolineato che questa attività continuerà a essere prioritaria nel 2025, con risorse destinate a intensificare i controlli e le verifiche su tutto il territorio italiano. Il contrasto a queste pratiche contribuisce a tutelare le risorse pubbliche e garantire un mercato più equo senza distorsioni.

Big tech e fisco: l’italia tra i primi paesi a intervenire per la tassazione corretta

L’Agenzia delle Entrate mantiene la propria attenzione anche sulle grandi aziende tecnologiche che operano nel mercato italiano. Secondo Carbone, l’Italia è uno dei primi paesi ad aver avviato controlli approfonditi su questo settore, strategico per l’economia digitale e l’innovazione.

Negli ultimi anni sono stati recuperati circa due miliardi e mezzo di euro di tasse con azioni volte a contrastare pratiche elusive da parte di piattaforme e multinazionali online. Questo recupero si riferisce a imposte dovute ma non versate, riconducibili a ricavi prodotti in Italia ma dichiarati altrove per approfittare di regimi fiscali più favorevoli.

Trasparenza e correttezza fiscale

Il direttore ha precisato che l’obiettivo non è impedire gli investimenti di queste aziende nel paese. Anzi, l’intenzione è favorire che esse operino in modo trasparente, assumano personale in Italia e contribuiscano alla crescita economica. Ma c’è la richiesta chiara che paghino le tasse dovute secondo le regole italiane.

Questo approccio permette anche di contrastare la concorrenza sleale tra imprese italiane e multinazionali, garantendo che tutte le imprese rispettino le stesse condizioni fiscali. Le verifiche proseguono con attenzione sulle operazioni di vendita, servizi digitali e transazioni che coinvolgono realtà internazionali.

La strategia dell’agenzia delle entrate per il 2025 e oltre

I risultati già raggiunti nelle due aree di intervento – lotta alle partite Iva false e controllo fiscale sulle big tech – segnano un percorso che l’Agenzia delle Entrate vuole consolidare anche nei prossimi mesi. Il rafforzamento delle verifiche passa per strumenti di monitoraggio più avanzati e un’azione coordinata sul territorio.

L’attenzione su questi ambiti è funzionale a contrastare fenomeni di frode che causano perdite importanti per le casse pubbliche e compromettono la regolarità del mercato. Il dialogo con altre istituzioni e con le autorità internazionali supporta l’attività di controllo, soprattutto per le imprese che operano oltreoceano.

Carbone ha ribadito che la lotta a queste forme di evasione fiscale non si fermerà nel 2025, anzi diventerà sempre più incisiva. Il presidio sulle posizioni fiscali fittizie e sulle società multinazionali è centrale per tutelare equità e correttezza nel sistema tributario italiano. Gli interventi andranno a coprire diversi settori, anche quelli emergenti, in modo da adattarsi ai cambiamenti del mercato e alle nuove modalità di lavoro e commercio.

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