A Jesi, in provincia di Ancona, la nascita dei tre falchetti figli di Federico e Ginevra, coppia di falchi pellegrini selvatici, ha catturato l’interesse della comunità locale. I piccoli rapaci, nati sulle antiche mura della torre campanaria di san Floriano in piazza Federico II, hanno iniziato a muovere i primi passi nel cielo cittadino. I nomi più diffusi per identificarli sono federica, sveva costanza seconda e pellegrino, in omaggio alla tradizione storica che lega questi volatili all’imperatore Federico II.
L’origine della famiglia di falchi pellegrini nel centro storico di jesi
La famiglia di falchi vive proprio sopra piazza Federico II, luogo di rilievo storico perché qui, il 26 dicembre 1194, nacque l’imperatore svevo Federico II chiamato “Stupor Mundi”. L’imperatore è noto anche per aver redatto uno dei primi trattati importanti sulla falconeria, disciplina che studia l’addestramento e la cattura dei rapaci. Questi falchi pellegrini, soprannominati “i falchi dell’imperatore”, rappresentano un legame diretto tra il patrimonio naturale e quello storico della città.
Un nido sopra la torre campanaria di san Floriano
I piccoli sono cresciuti sulla torre campanaria di san Floriano, un sito scelto da Federico e Ginevra liberamente, non come parte di una reintroduzione forzata in natura. Loro stessa selezionano i loro spazi e prevedono di lasciare la città dopo la stagione degli allevamenti. La presenza di questo nido nel centro urbano è frutto di un adattamento spontaneo di questa specie di rapaci alla vita tra gli edifici storici.
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I primi voli e la vita quotidiana dei falchetti sul campanile
I falchetti hanno schiuso le uova proprio nel giorno di Pasqua e da allora si sono avventurati nei primi voli, sotto gli occhi vigili della comunità locale. Federica, la più audace dei tre, si è mossa per prima dalla torre campanaria, mentre gli altri due uccelli sono rimasti più cauti sul cornicione adiacente. Proprio sulle alte mura del campanile, la falchetta più coraggiosa si è riposata prima di spiccare il volo vero la vicina cattedrale.
Alimentazione e monitoraggio tramite webcam
Questi rapaci vengono nutriti naturalmente con prede come gazze e piccioni, catturati durante le loro battute di caccia. La loro crescita è stata seguita minuti per minuti dalla cittadinanza attraverso una webcam installata nel campanile di san Floriano. Questo sistema ha permesso a chiunque, tramite il sito ufficiale del Comune, di osservare da vicino lo sviluppo e il comportamento della famiglia di falchi senza disturbarli nella loro vita selvatica.
L’osservazione scientifica e gli aspetti della convivenza urbana
La coppia di falchi pellegrini non è inserita in alcun progetto diretto di reintroduzione, quindi la loro permanenza sul territorio di Jesi rappresenta un fenomeno spontaneo. Questo ha catturato l’attenzione di studiosi e appassionati, che vedono nella loro presenza un esempio raro di adattamento e sopravvivenza in un contesto urbano. Federico, Ginevra e i piccoli falchi scelgono autonomamente il loro ambiente e si procurano il cibo liberamente.
Monitoraggio e tutela
Gianluca Tiroli, veterinario esperto in rapaci, insieme al documentarista Michel Giaccaglia, ha provveduto ad allestire la webcam e a garantire un monitoraggio rispettoso della specie. L’obiettivo è solo fornire loro un sito per nidificare, lasciando però totalmente naturale il loro ciclo di vita. Nessun tipo di alimento viene fornito dall’uomo, anzi la dieta deriva esclusivamente dalle prede catturate durante le pause di caccia.
Questo caso continua a generare interesse nel mondo scientifico, perché mostra come specie che normalmente vivono in ambienti isolati possano adattarsi e convivere anche in spazi urbani storici, mantenendo però un comportamento del tutto naturale e istintivo. La comunità di Jesi resta così accompagnata giorno dopo giorno nella crescita di questi rapaci che guardano al passato imperiale ma vivono nel presente cittadino.