Fabio fognini sempre più vicino al ritiro dopo l'eliminazione al Roland Garros 2025

Fabio fognini sempre più vicino al ritiro dopo l’eliminazione al Roland Garros 2025

Fabio Fognini affronta un momento difficile dopo l’eliminazione al Roland Garros 2025, con segnali di calo fisico e mentale che fanno ipotizzare un possibile ritiro imminente dal circuito maggiore.
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Fabio Fognini, storico tennista italiano, sta attraversando una fase di calo fisico e tecnico che rende incerto il suo futuro nel circuito, con il ritiro sempre più vicino dopo l’eliminazione alle qualificazioni del Roland Garros 2025. - Gaeta.it

Fabio Fognini, uno dei tennisti italiani più noti degli ultimi anni, affronta un momento delicato nella sua carriera. Dopo l’eliminazione nelle qualificazioni del Roland Garros 2025, torneo che si è svolto a Parigi dal 25 maggio all’8 giugno, il futuro nel circuito maggiore appare incerto. L’ex top 10 ha subito una sconfitta in due set dal giovane statunitense Nicolas Moreno de Alboran, classificato 152° nel ranking mondiale. Questo risultato, insieme ad altre difficoltà recenti, suggerisce che il ritiro potrebbe essere più vicino di quanto si pensasse fino a pochi mesi fa.

La sconfitta al roland garros e il segnale di un cambio di passo

Fognini ha perso 6-3, 6-2 contro Moreno de Alboran nel turno di qualificazione per il Roland Garros, una battuta d’arresto che riflette bene le difficoltà che il ligure sta attraversando in questo momento della sua carriera. La presenza di un giovane tennista emergente come l’americano, spesso spietato con chi sta attraversando un momento di flessione, ha evidenziato un divario tecnico e anche di motivazione.

Il Roland Garros rappresenta uno dei tornei più importanti della stagione e non a caso era uno dei momenti chiave per Fognini, che aveva già annunciato che avrebbe giocato l’ultima edizione degli Internazionali d’Italia poche settimane prima. La sua eliminazione precoce evidenzia non soltanto una difficoltà a mantenere un livello competitivo costante, ma anche l’impatto di problemi fisici e dell’età, che inevitabilmente pesano sulle prestazioni. È chiaro che il tennista stia vivendo una fase di calo non solo atletico ma anche mentale.

Questi segnali non si limitano a una singola partita: tra dolori e infortuni, trovare la motivazione per affrontare allenamenti e gare quotidiane diventa una sfida crescente. Una carriera iniziata nel circuito professionistico dal 2004 si sta avvicinando a una conclusione, senza un annuncio ufficiale ma con segnali di un percorso ormai che sta volgendo al termine.

L’opinione di paolo bertolucci sulla fase finale della carriera di fognini

Paolo Bertolucci, ex giocatore e voce esperta del tennis italiano, ha commentato la situazione di Fabio Fognini in un’intervista rilasciata all’agenzia Adnkronos. Bertolucci ha sottolineato come, dopo una carriera così lunga, sia giusto che a decidere il ritiro sia proprio il tennista, che deve scegliere il momento più adatto per lasciare il circuito.

Bertolucci ha definito Fognini il vero riferimento del tennis italiano in un periodo complicato. Ha ricordato come il ligure sia stato il primo azzurro a rientrare tra i primi dieci giocatori del mondo dopo molto tempo, prendendosi sulle spalle una responsabilità importante. Nonostante il decadimento delle prestazioni fisiologico con l’età, Bertolucci ha voluto evidenziare la dignità di un atleta che ha portato avanti da solo battaglie dentro e fuori dal campo.

L’ex tennista ha anche raccontato come il distacco dallo sport non sia mai immediato, e abbia vissuto in prima persona un processo lento e graduale. Ha fatto riferimento ai momenti in cui alzarsi per allenarsi diventa un peso, ai dolori fisici che complicano anche la preparazione della borsa da viaggio. Bertolucci infine ha accennato all’ipotesi di una carriera nel doppio, ma ha escluso che possa essere una strada percorribile per Fognini in questa fase. La sua esperienza in doppio è già stata rilevante, ma non pare intenzionato a concentrarsi solo su questa disciplina.

Il punto di vista di corrado barazzutti sui risultati attuali di fognini

Corrado Barazzutti, un altro storico tennista italiano e allenatore che ha seguito Fabio per molto tempo, ha espresso la sua lettura della situazione affrontando sia i risultati sia lo stato di forma di Fognini. Intervistato da Adnkronos, ha spiegato che in questo momento il tennista non accusa particolari problemi fisici che possano giustificare le prestazioni, ma semplicemente il livello offerto attualmente non corrisponde alle sue capacità abituali.

Barazzutti ha messo in evidenza un andamento altalenante che si riflette in risultati deludenti, diversissimi da quelli che gli appassionati avevano imparato a riconoscere. Il 24 maggio Fognini ha compiuto 38 anni, un’età che per uno sportivo di alto livello pesa non poco. L’allenatore ha sottolineato come il ligure sia persona sveglia, capace di capire quando è il momento di fermarsi, senza cedere a pressioni esterne. Non crede che vorrà ritirarsi giocando solo il doppio perché il tennista cerca di confermare la sua competitività anche in singolare. Un desiderio comprensibile di lasciare quando la prestazione in campo non sarà più all’altezza delle aspettative di pubblico e tennisti stessi.

Barazzutti concorda con la necessità che la decisione finale spetti a Fognini e ritiene che la sua intelligenza e consapevolezza lo guideranno nel prendere la scelta giusta. Il futuro resta incerto, ma la sua esperienza e il percorso fin qui tracciato mostrano un atleta che vuole onorare ogni match fino all’ultimo momento possibile.

Il peso dell’età e dei dolori fisici sulla carriera di fabio fognini

Fabio Fognini ha costruito una carriera brillante, con vittorie importanti e momenti memorabili, ma come tutti gli sportivi si trova a fare i conti con il passare degli anni. L’avanzare dell’età porta inevitabilmente a un aumento delle difficoltà fisiche, con dolori e fastidi che complicano anche le routine quotidiane come l’allenamento e il recupero.

Nei tornei più recenti sono emersi segnali evidenti di questa condizione. Dolori articolari, carichi muscolari più difficili da sostenere e i piccoli infortuni che tendono a diventare più frequenti hanno limitato la preparazione e la performance in campo. A 38 anni il fisico non risponde più come un tempo e questo influenza anche la testa del giocatore che, oltre a risentire del corpo, deve affrontare lo stress psicologico legato a risultati deludenti.

Questa combinazione spesso porta a un calo della motivazione che si traduce in prestazioni meno incisive. Il peso dei dolori può aumentare la fatica mentale e spegnere gradualmente l’entusiasmo per la competizione. Anche persone esperte come Bertolucci hanno evidenziato come per un atleta sia fondamentale mantenere l’amore per il gioco per continuare a lottare a certi livelli.

Il ritiro quindi sembra una questione che riguarda non solo la forma fisica, ma tutto un insieme di fattori che condizionano l’impegno e la continuità. Lo scenario attuale di Fognini mostra proprio questa situazione complessa, fatta di alti e bassi che fotografano una carriera vissuta fino all’ultimo punto ma ormai prossima a chiudere un capitolo importante per il tennis italiano.

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