La crisi della nazionale italiana si è manifestata in modo evidente con l’esonero di luciano spalletti, avvenuto dopo un avvio di qualificazioni mondiali deludente. Fabio capello, ex allenatore degli Azzurri, ha espresso giudizi duri sulla situazione attuale, mettendo in luce problemi profondi che vanno oltre i risultati sul campo. Questa analisi arriva proprio nei giorni in cui l’Italia si prepara a giocare contro la Moldavia per il secondo turno del gruppo I, con lo spettro della mancata qualificazione ai mondiali 2026 sempre più concreto.
Spalletti lascia la panchina azzurra dopo il tracollo con la norvegia
La nazionale italiana ha iniziato il percorso verso i mondiali in stato confusionale, con una pesante sconfitta per 2-0 in Norvegia che ha convinto la federazione a cambiare guida tecnica. Luciano spalletti ha diretto la squadra per l’ultima volta in occasione della gara contro la Moldavia, un match fondamentale per mantenere qualche speranza di qualificazione. L’addio del tecnico romano non ha sorpreso, viste le difficoltà emerse in campo e fuori.
La disfatta di Oslo ha evidenziato errori tattici e una mancanza d’impegno da parte di alcuni giocatori, che sembrano aver perso la voglia di rappresentare l’Italia. La rapidità con cui è stato preso il provvedimento di esonero dimostra la gravità della situazione e la richiesta di un cambio deciso, soprattutto in vista degli imminenti impegni. Spalletti non è riuscito a trasmettere alla squadra un’identità chiara, né a motivare un gruppo che mostra segni di disunione.
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I problemi più profondi individuati da fabio capello
Fabio capello ha ricordato in un’intervista radiofonica che le difficoltà tecniche sono solo la punta dell’iceberg. Il problema, secondo lui, riguarda soprattutto l’atteggiamento dei giocatori, che spesso sembrano restii a mettersi a disposizione della nazionale. Alcuni esempi concreti come il caso di calafiori, che ha dato la disponibilità alla nazionale ma poi si è detto indisposto, o le parole di acerbi sulla sua età non gradita dal tecnico, mostrano una mancanza di coesione e di rispetto verso la maglia azzurra.
Capello ha sottolineato come questa assenza d’amore per la divisa italiana rappresenti un fattore di crisi importante, capace di minare qualsiasi progetto tecnico. L’ex allenatore non si è risparmiato nel criticare la passività mostrata nella partita con la Norvegia, definendola “una cosa bruttissima” che lascia poche scuse o giustificazioni. La squadra, spiega, deve tornare a correre, lottare e aiutare i compagni con energia, aspetti venuti meno negli ultimi tempi.
Lacune tattiche e il fallimento del progetto spalletti
Sul piano tecnico, capello ha evidenziato le difficoltà di spalletti nel far assimilare il proprio modello di gioco agli Azzurri. In campi internazionali, come gli europei in Germania, si è vista una squadra senza idee, incapace di sviluppare un gioco strutturato e incisivo. Quell’esperienza è stata, per capello, imbarazzante e ha confermato una crisi di identità tecnica.
Spalletti ha provato a imporre schemi precisi, ma i giocatori non hanno risposto al piano tattico. Questo ha generato contrasti interni e disarmonia. Secondo capello, non è facile andare avanti con risultati e atteggiamenti del genere. Il tecnico non è riuscito a dare alla squadra ciò che serviva per competere a certi livelli e questo ha portato inevitabilmente alla rottura.
Riccardo ranieri indicato come possibile sostituto
Fabio capello ha anche detto la sua sul nuovo allenatore che potrebbe raccogliere l’eredità di spalletti. Il nome più indicato per lui è quello di claudio ranieri, tecnico che ha dimostrato il suo valore nel riportare la Roma in carreggiata e nel gestire situazioni complicate. Ranieri ha esperienza, conoscenza degli Azzurri e capacità di entrare in sintonia con i giocatori, elementi che in questo momento contano molto.
L’ipotesi ranieri sembra convincere l’ex ct per il profilo umano e la solidità tattica che può offrire. Mettere al centro il gruppo e recuperare lo spirito della nazionale sono i primi passi da fare per invertire la rotta. Ranieri, favorito dalla sua esperienza, potrebbe quindi rappresentare un’opportunità per rimettere ordine nell’Italia del calcio.