La telefonata trapelata in questi giorni ha acceso un acceso dibattito attorno al presidente della Lazio, Claudio Lotito. Fabio Fabiani, direttore sportivo della società biancoceleste, ha risposto pubblicamente nel prepartita della gara con l’Empoli, sottolineando le dinamiche dietro alla registrazione e alla diffusione della conversazione. Le sue parole rivelano un contesto fatto di tensioni e accuse delicate, soprattutto riguardo alla natura dell’episodio.
Il contenuto e la diffusione della telefonata: un gesto che si configura come reato
Fabiani ha preso le difese di Lotito parlando innanzitutto della manipolazione possibile di registrazioni fatte durante conversazioni telefoniche. «Oggi insegnano che da un insieme di telefonate si possono estrapolare parole e farle sembrare altro», ha detto ai microfoni di Dazn. Il punto centrale che il dirigente ha voluto evidenziare riguarda la divulgazione: registrare una conversazione, secondo lui, non è reato di per sé, ma diffonderla senza permesso lo è.
Il direttore sportivo ha definito l’atto «ignobile» e «vile», sottolineando che la persona che ha fatto trapelare le parole dovrà rispondere davanti alle autorità competenti. L’obiettivo di chi ha agito sarebbe quello di creare un danno, mescolando frasi e situazioni per creare confusione, come succede spesso in questi casi nel mondo del calcio. Il concetto di manipolazione del contenuto audio è diventato motivo di preoccupazione oltre l’aspetto tecnico, toccando direttamente la reputazione di Lotito e la sua posizione all’interno del club.
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La denuncia implicita di fabiani: registrazioni e minacce interne a formello
Fabiani ha raccontato un episodio accaduto a lui direttamente. Ha spiegato che anche lui è stato registrato informalmente all’interno di Formello, il centro sportivo della Lazio, da Juan Bernabè, una figura nota come «il falconiere». Questo episodio, secondo il ds, conferma che registrare di nascosto succede, ma resta un comportamento inaccettabile, specialmente se poi diventano strumenti per ricatti o altre pressioni. Fabiani ha espressamente definito il gesto «ignorante» e dannoso per l’ambiente.
Con queste parole ha anche spiegato che chiunque abbia informazione ha il dovere di denunciare subito. Nel suo discorso, ha ricordato che proprio la mancanza di questa denuncia è la prova che dietro la diffusione dei materiali audio si nasconde un intento poco chiaro, forse addirittura un tentativo di estorsione. Il dirigente ha ribadito che non è una questione di rapporti personali interrotti, che pure si sono verificati, ma la gravità del gesto va misurata nella richiesta di ottenere qualcosa tramite la minaccia di pubblicazione o divulgazione non autorizzata.
Il contesto delle tensioni in casa lazio alla vigilia della partita con empoli
Queste accuse e difese arrivano in un momento delicato per la Lazio, poco prima della sfida contro l’Empoli del 2025, partita che si giocava in una atmosfera tesa, tra lo scontro mediatico e le dinamiche interne al club. Fabiani ha scelto di parlare con i media in diretta per chiarire la posizione del club e del suo presidente e per respingere ogni tentativo di minare la stabilità del gruppo.
L’episodio della telefonata ha portato alla luce tensioni interne che, in un ambiente sportivo come quello di una squadra di serie A, potrebbero influire sul rendimento, ma anche sulla percezione pubblica di tutta la società. Le accuse di estorsione fanno riferimento a tentativi di ottenere un vantaggio indebito o di creare problemi al presidente attraverso mezzi illegittimi. Fabiani si è mostrato netto nel respingere ogni ipotesi avanzata contro Lotito, mettendo invece al centro l’illegalità della pubblicazione e l’urgenza di agire per proteggere le persone coinvolte.
Conseguenze legali e reazioni attese dopo la diffusione della telefonata
Fabiani ha sottolineato che chi ha diffuso la registrazione dovrà rispondere davanti alle sedi giudiziarie competenti. Si tratta di un chiaro riferimento a possibili azioni legali sia penali, per la divulgazione senza autorizzazione, sia civili, per danni morali e di immagine causati. Il ds fa riferimento a norme che tutelano la privacy e puniscono la pubblicazione di conversazioni private senza consenso, soprattutto se distorte.
Nel panorama del calcio italiano, dove gestioni societarie, media e rapporti interpersonali sono sempre sotto la lente, episodi del genere possono creare grandi tensioni. La reazione di Fabiani lascia intendere che la Lazio intende muoversi con fermezza per evitare che quanto successo diventi abituale, minacciando la serenità degli spazi di lavoro. È atteso l’esito delle indagini e delle eventuali denunce, così come l’impatto che queste vicende avranno sull’ambiente biancoceleste nelle prossime settimane.