Gli ultimi dati sulle esportazioni dei distretti industriali del Mezzogiorno registrano un leggero aumento nel 2024, ma con andamenti differenti tra comparti tradizionali e poli tecnologici. Il contesto macroeconomico incide sulle vendite estere, con oscillazioni trimestrali evidenziate in molte regioni e settori produttivi. Il report del research department di Intesa Sanpaolo fornisce un quadro dettagliato di questa realtà complessa e articolata.
Andamento complessivo delle esportazioni nei distretti tradizionali
Nel corso del 2024, i distretti tradizionali del Mezzogiorno hanno esportato merci per un valore pari a quasi 9,9 miliardi di euro, segnando un aumento dello 0,4% rispetto all’anno precedente. Questo dato si colloca al di sotto della media nazionale che ha registrato un incremento dello 0,9%. Il primo trimestre ha mostrato una diminuzione del 2,2% nelle esportazioni, dato che ha spinto molti osservatori a una certa cautela. Tuttavia, nel secondo e nel terzo trimestre si sono registrate riprese positive rispettivamente pari al 3,6% e al 4%, prima che il quarto trimestre tornasse a segnare una flessione del 3,2%.
Questi numeri testimoniano una situazione instabile e caratterizzata da una domanda internazionale ancora fragile. In particolare, la lentezza nel recupero dei consumi delle famiglie pesa sull’andamento delle vendite all’estero, complice anche il ridotto potere d’acquisto determinato dall’inflazione riscontrata nel biennio 2022-2023. Nonostante ciò, alcuni comparti sono riusciti a mantenere una certa tenuta, grazie alla specializzazione e a una certa capacità di risposta tipica delle filiere produttive locali.
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La crescita e gli ostacoli dei poli tecnologici nel mezzogiorno
I poli tecnologici del Sud Italia nel 2024 hanno fatto registrare un incremento delle esportazioni più deciso, pari all’8,9% nell’arco dell’anno. Nonostante il risultato finale positivo, nel secondo semestre si è notato un rallentamento, culminato in una contrazione del 9,3% nel trimestre ottobre-dicembre. Questo andamento riflette le difficoltà legate a una domanda internazionale che resta debole e alle incertezze economiche globali.
Le filiere tecnologiche riescono tuttavia a far fronte alle difficoltà meglio di altri settori, in particolare grazie alle specializzazioni produttive che caratterizzano il Mezzogiorno. Queste capacità hanno permesso di limitare l’impatto negativo delle condizioni esterne e di adattarsi alle richieste di un mercato complesso e volatile. Alcuni segmenti, come le industrie legate all’automazione e all’aerospazio, stanno lavorando per destinare i loro prodotti a nuovi mercati e incrementare la propria presenza internazionale.
Differenze territoriali e settoriali nelle esportazioni del mezzogiorno
Il quadro 2024 delle esportazioni nel Mezzogiorno mostra notevoli differenze tra le sei regioni principali e tra le diverse filiere produttive. Abruzzo si distingue per una crescita dell’8,9%, grazie soprattutto al forte aumento delle vendite all’estero dei vini di Montepulciano d’Abruzzo e della pasta di Fara . Diversa è la situazione in Basilicata, dove si registra un calo del 20,7%, trascinato dalle difficoltà del settore del mobile imbottito nella zona della Murgia.
Campania e Puglia hanno mantenuto andamenti stabili, mentre Sicilia e Sardegna hanno mostrato variazioni più contenute, rispettivamente con un +1,1% e un lieve -0,1%. Quest’ultima regione ha beneficiato della crescita del lattiero-caseario , ma ha subito la contrazione del sughero a Calangianus .
Tra gli altri distretti si osservano andamenti molto eterogenei. Il comparto dell’olio e della pasta del barese ha ottenuto un aumento del 24,5%, sostenuto dalle esportazioni verso Germania, Stati Uniti e Canada. Incrementi si riscontrano anche nell’ortofrutta di Catania e nel caffè napoletano . Al contrario, alcuni segmenti tessili e calzaturieri mostrano cali significativi: per esempio, le calzature di Casarano sono diminuite del 18,2%, mentre l’abbigliamento del napoletano ha perso il 3,1%. Alcuni comparti alimentari, come le conserve di Nocera, sono rimasti stabili, altri hanno accusato lievi o marcate flessioni.
Difficoltà e strategie della meccatronica nel barese
La meccatronica del barese non rientra tra i comparti principali del Mezzogiorno, ma rappresenta un settore industriale rilevante che, nel 2024, ha subìto un calo delle esportazioni pari al 5,1%. Il fenomeno è legato soprattutto al brusco arresto delle vendite in Germania, il principale mercato di riferimento, dove le esportazioni sono scese del 20,7%.
Questa riduzione deriva dal rallentamento dell’industria automotive a livello europeo e dalla minore propensione alle acquisizioni di macchinari e componenti da parte delle imprese. In un contesto di forte incertezza, le aziende del distretto si stanno impegnando per diversificare le destinazioni di vendita e trovare nuove applicazioni dei loro prodotti, in particolare nei settori dell’automazione industriale e dell’aerospazio. Lo sviluppo di nuove competenze e mercati appare dunque una scelta obbligata per mantenere la competitività internazionale.