Il 2025 si apre con una fase positiva per le esportazioni italiane, che mostrano incrementi in tutto il territorio nazionale. Le rilevazioni dell’Istat evidenziano come le variazioni congiunturali seguano però andamenti diversi a seconda delle aree geografiche. L’analisi regionale mette in luce settori e territori protagonisti di questa dinamica, con differenze rilevanti tra Europa e mercati extra Ue.
Andamento complessivo delle esportazioni trimestrali nelle diverse ripartizioni territoriali
Secondo il rapporto Istat relativo ai primi tre mesi del 2025, tutte le aree territoriali italiane hanno manifestato una crescita nel valore delle esportazioni rispetto al trimestre precedente. Il Sud e le isole hanno registrato il balzo più consistente, con un +9,8%, seguiti dal Centro con una crescita del 5,4%. Nel Nord-est la crescita si attesta al 2,8%, mentre nel Nord-ovest si rileva un incremento più contenuto, pari all’1,4%.
Questi dati indicano una ripresa diffusa, anche se la variazione congiunturale positiva non ha la stessa intensità ovunque. La dinamica del Sud indica un rilancio delle attività commerciali con l’estero che potrebbe riflettere investimenti o nuove strategie di internazionalizzazione. Al contempo, l’andamento più modesto del Nord-ovest suggerisce un mercato già consolidato o una certa stabilizzazione delle esportazioni.
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La distribuzione degli incrementi mostra come l’Italia, pur mantenendo il suo ruolo di protagonista tra le economie europee nell’export, stia evolvendo in modo differenziato nelle sue aree regionali.
Dettagli delle performance della Campania e confronto con altri territori chiave
Una regione che spicca per i dati registrati nel periodo è la Campania, che però presenta una doppia realtà a seconda del mercato di riferimento. Per quanto riguarda le esportazioni verso i paesi Ue27, la regione segna una diminuzione del 6,7% rispetto al trimestre precedente. Questa contrazione sul mercato europeo appare però compensata da un aumento del 3,9% nei Paesi extra Ue27.
Il contributo della Campania, insieme a regioni come Toscana, Lazio, Lombardia e Abruzzo, è particolarmente rilevante nell’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici. Questi prodotti infatti spiegano 2,6 punti percentuali della crescita totale nazionale su base annua. È dunque evidente come la filiera farmaceutica stia trainando l’export italiano, anche attraverso lo sviluppo di settori chimici avanzati.
Questa focalizzazione industriale indica l’esistenza di settori specifici che funzionano come motori dell’economia regionale e nazionale, anche attraversando quei mercati esteri che si aprono oltre i confini dell’Unione europea.
Settori ed esportazioni in calo: petroliferi, autoveicoli e l’impatto sulle vendite totali
Non tutte le tipologie di prodotti hanno invece beneficiato della ripresa. L’Istat segnala che le esportazioni di coke e prodotti petroliferi raffinati calano soprattutto in Sicilia e Sardegna, dov’è più pesante la dipendenza da questi settori. Questo ridimensionamento contribuisce a frenare la dinamica positiva complessiva delle esportazioni.
Un’ulteriore contrazione riguarda il comparto degli autoveicoli, in particolare in Piemonte, Campania e Abruzzo. La flessione delle vendite di veicoli verso l’estero pesa sulla dinamica tendenziale e rappresenta un elemento che ha sottratto circa 1,3 punti percentuali alla crescita complessiva delle esportazioni italiane nel primo trimestre 2025.
Questi decrementi mostrano come certi settori industriali restino esposti a fluttuazioni di mercato che condizionano le performance complessive delle regioni in cui sono concentrati. Il ruolo di settori tradizionali come quello petrolifero e dell’automotive rimane quindi cruciale ma non immune da variazioni brusche.
I segnali per il futuro delle esportazioni italiane e i trend regionali da seguire
Le cifre dai primi mesi del 2025 delineano un quadro di ripresa commerciale eterogenea. L’ampia crescita nel Sud suggerisce nuove potenzialità, legate a un miglioramento dell’industria locale o a nuovi sbocchi commerciali. I risultati positivi nei prodotti farmaceutici trainano il miglioramento complessivo e rappresentano un settore su cui molti territori si stanno indirizzando.
In parallelo, i cali nei comparti legati al petrolchimico e all’automotive segnalano aree di incertezza e fragilità. Sarà importante osservare come queste dinamiche evolveranno nel corso dell’anno, sia in relazione all’andamento dei mercati globali, sia rispetto alle politiche di sostegno all’export messe in campo a livello nazionale e regionale.
Una lettura attenta delle performance delle singole regioni aiuta a capire le reali prospettive di crescita e a identificare quei segmenti che potrebbero guidare la ripresa o rallentare il processo. Nel corso del 2025, le esportazioni italiane continueranno a dipendere da questo equilibrio fragile tra settori innovativi e comparti tradizionali.