Ex sindaco di roma gianni alemanno scrive al ministro nordio per l’emergenza sovraffollamento carceri

Ex sindaco di roma gianni alemanno scrive al ministro nordio per l’emergenza sovraffollamento carceri

La lettera di Gianni Alemanno e Fabio Faldo denuncia il sovraffollamento, le carenze sanitarie e l’abuso della custodia cautelare nelle carceri italiane, con appelli al ministro Carlo Nordio per interventi urgenti.
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L'ex sindaco Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia, denuncia con una lettera al ministro Nordio il grave sovraffollamento, le carenze sanitarie e le violazioni dei diritti nelle carceri italiane, chiedendo urgenti interventi per migliorare le condizioni e rispettare la normativa vigente. - Gaeta.it

La difficile condizione delle carceri italiane torna sotto i riflettori grazie a una lettera inviata dall’ex sindaco di roma Gianni Alemanno, detenuto a Rebibbia. Il documento è stato spedito il 30 aprile al ministro della giustizia Carlo Nordio, e racconta una situazione definita insostenibile da chi la vive tutti i giorni. Alemanno ha redatto la lettera insieme a Fabio Faldo, un altro detenuto noto come “Lo Scrivano di Rebibbia”. Dal carcere romano arrivano testimonianze dirette sulle difficoltà all’interno delle strutture penitenziarie, con richiami precisi alla Costituzione e a specifiche sentenze europee.

Sovraffollamento e diritti violati nelle carceri romane

Il tema principale della lettera riguarda il sovraffollamento che colpisce numerosi istituti di detenzione in italia, tra cui Rebibbia. Lo spazio insufficiente mina la dignità delle persone detenute e il principio della rieducazione indicato dall’articolo 27 della Costituzione. Non a caso, nella missiva si parla di una percentuale di riempimento oltre il 150%, una cifra che rende impossibile garantire condizioni accettabili. Questo fenomeno aggrava ogni aspetto della vita quotidiana degli internati, dalle celle troppo piccole alla mancanza di attività che favoriscano il recupero sociale. Oltre ai disagi fisici, il sovraffollamento alimenta tensioni e situazioni di conflitto.

Riferimento alla sentenza torreggiani

Al centro della segnalazione c’è anche la mancata applicazione della sentenza Torreggiani, una decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo che impone allo stato di intervenire contro l’affollamento carcerario. Il mancato rispetto di questa sentenza non solo lascia ferme le condizioni critiche, ma provoca anche procedimenti legali e risarcimenti milionari, come testimoniano gli oltre 27 milioni di euro versati in risarcimenti per casi di detenzione ingiusta.

Carenze sanitarie e condizioni di salute precarie

Alemanno e Faldo sottolineano la mancanza di personale medico e infermieristico che peggiora lo stato di salute dei detenuti. Le strutture spesso non riescono a garantire diagnosi accurate né cure adeguate, con conseguenze gravi soprattutto per chi ha patologie croniche o necessita di interventi urgenti. L’emergenza sanitaria si combina con la scarsità di risorse e con un sistema di assistenza che fatica a rispondere alle richieste. Questi problemi non sono limitati a Rebibbia ma riguardano la maggior parte dei carceri italiani.

Attenzione agli anziani nelle carceri

La situazione è particolarmente preoccupante per gli anziani, come raccontano i detenuti, visto che resta negata spesso la detenzione domiciliare per chi supera i settant’anni. Il trattamento riservato a questa fascia della popolazione carceraria evidenzia una mancanza di attenzione verso condizioni di salute e fragilità che dovrebbero spingere a misure alternative alla permanenza in carcere.

Negazione dei permessi premio e abuso della custodia cautelare

Nella lettera si denunciano anche altre criticità che incidono sulla vita degli arrestati e che rendono lo stato delle carceri ancora più difficile da sopportare. Tra queste spicca la negazione dei permessi premio, concessi di solito come riconoscimento per comportamenti corretti durante la detenzione. Nonostante condotte esemplari, molti internati vedono negare questo diritto, il che può provocare un senso di ingiustizia e scoraggiamento.

Custodia cautelare e detenzione ingiusta

In più c’è il problema dell’abuso della custodia cautelare. Secondo la lettera, in italia si registrano più di 1.180 casi di ingiusta detenzione preventiva, situazioni in cui persone restano in carcere senza una reale motivazione o dopo un accertamento errato. Questi episodi si traducono in risarcimenti economici ma lasciano aperte molte questioni di equità e di rispetto dei diritti fondamentali.

Le richieste al ministero e la risposta attesa

La lettera non si limita a descrivere criticità, ma rappresenta un appello chiaro rivolto al ministro Carlo Nordio e, più in generale, alle istituzioni preposte. La situazione denunciata va affrontata con interventi che ristabiliscano il rispetto dei diritti umani e costituzionali all’interno delle carceri. Tra le richieste, un aumento del personale sanitario, il rispetto delle sentenze internazionali e una gestione più giusta della detenzione, con maggiore attenzione agli anziani e ai casi di custodia cautelare.

Non ci sono ancora risposte ufficiali dal ministero, ma l’attenzione su questi temi resta alta, anche grazie alle parole dirette di chi vive le difficoltà ogni giorno. Rebibbia torna al centro del dibattito nazionale sulle condizioni delle carceri e sul sistema penitenziario che, da anni, sconta problemi strutturali e gestionali di ampia portata.

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