Nel Sannio si accende una questione delicata riguardo ai servizi di emergenza sanitaria 118. La federazione cimo fesmed, rappresentante dei medici dirigenti, ha presentato un esposto contro la asl di Benevento alla procura della repubblica. L’azione parte da una presunta interpretazione errata delle norme che regolano le prestazioni aggiuntive dei medici. I riflessi di questa situazione sarebbero sotto osservazione per capire il grado di impatto sulla qualità del servizio e sulla sicurezza degli utenti.
La controversia sulla normativa e il limite delle ore di lavoro aggiuntivo
Al centro dell’esposto vi è la presunta errata lettura da parte della asl del decreto legislativo 66/2003, la norma che regola l’orario di lavoro e i limiti per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario. La asl avrebbe fissato un limite massimo di 48 ore mensili per le prestazioni extra dei medici. In realtà, secondo la federazione cimo fesmed, il decreto parla di un massimo di 48 ore settimanali, includendo straordinari e altre prestazioni aggiuntive.
Questa diversità di interpretazione ha bloccato l’uso pieno delle ore di lavoro aggiuntivo da parte dei medici. Migliaia di ore, che avrebbero potuto supportare il sistema, non sono state autorizzate, aggravando la carenza di personale già presente. La vicenda mette in luce come un dettaglio tecnico sulla regolamentazione possa ripercuotersi sulla gestione quotidiana del servizio di emergenza.
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Impatto sulla qualità del servizio 118 e rischi per la sicurezza
Le conseguenze di questa gestione si sono tradotte in turni del servizio 118 spesso svolti senza la presenza di un medico a bordo. Le ambulanze hanno operato con infermieri e autisti soccorritori ma senza medico, definendo una modalità “demedicalizzata”. Questo ha generato preoccupazioni riguardo alla capacità di intervento in casi critici, dove la presenza di un medico può fare la differenza.
Il mancato utilizzo completo delle ore lavorative mediche ha pesato sulla capacità di copertura dei turni, riducendo la risposta d’emergenza. Migliaia di servizi essenziali sono stati svolti senza personale medico qualificato, una situazione poco comune per un sistema di emergenza pubblica. Chi si occupa di sicurezza sanitaria osserva con attenzione questo scenario, in cui la normativa e la gestione amministrativa hanno un impatto diretto sui cittadini.
La posizione della federazione cimo fesmed e le attese sulle verifiche
Il sindacato cimo fesmed, attraverso il segretario aziendale emilio tazza, ha chiesto alla procura di approfondire i fatti e di chiarire definitivamente la situazione. Il rischio è che una falla nella gestione normativa possa compromettere il servizio pubblico di emergenza, già sotto pressione per la carenza di personale e le richieste crescenti.
La federazione ha evidenziato la necessità di avere disposizioni chiare e corrette per permettere ai medici di svolgere tutte le ore consentite dalla legge. Questo serve a garantire la presenza di figure mediche nei turni 118, evitando modalità ridotte che possono mettere a rischio la qualità dell’assistenza.
Attese per le decisioni degli organismi competenti
Sono attese le decisioni degli organismi competenti per accertare se l’interpretazione adottata dalla asl sia corretta o se si debba intervenire per rimuovere eventuali ostacoli. Il futuro del servizio 118 nel Sannio dipende da queste valutazioni, insieme alla capacità delle istituzioni di assicurare un sistema di emergenza efficace e sicuro.