Un’esplosione ha devastato una mansarda a roma, causando danni gravi a diversi appartamenti e provocando la morte di un uomo. Gli investigatori seguono piste precise che indicano un incendio doloso, confermato da diverse evidenze raccolte sul luogo del fatto. La vicenda si intreccia con motivazioni di natura personale, portando a sviluppi importanti nelle indagini.
Le conseguenze dell’esplosione sull’edificio e la vittima
L’esplosione ha coinvolto un palazzo nella notte, distruggendo completamente la mansarda posta all’ultimo piano. Il boato ha danneggiato seriamente altri quattro appartamenti sullo stesso piano e su quelli sottostanti. Nel rogo è rimasto ucciso Jacopo Peretti, di 33 anni, che si trovava nella mansarda al momento dell’incendio. L’uomo è stato trovato sotto le macerie, senza segni di tentativo di fuga, mentre dormiva.
I soccorritori, intervenuti tempestivamente, hanno lavorato per ore per mettere in sicurezza la zona e recuperare eventuali altre persone coinvolte. Il danno causato dall’esplosione ha reso inagibili quelle abitazioni, creando disagi tra gli altri inquilini. Le operazioni hanno richiesto la presenza di diversi mezzi e personale specializzato per il dissesto strutturale provocato dalle fiamme.
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Le prove che indicano un incendio doloso
I vigili del fuoco, analizzando i resti delle macerie, hanno individuato tracce riconducibili a un innesco chimico. Questi indizi lasciano poco spazio a dubbi sulla natura dolosa dell’evento. Inoltre, una ricognizione precisa conferma che il rogo è partito dalla mansarda, circostanza che rafforza la tesi di un incendio provocato volontariamente.
Le autorità hanno attivato tutte le procedure investigative in caso di sospetti di incendio doloso, coinvolgendo anche esperti per l’analisi chimica. Questo aspetto è cruciale per guidare l’identificazione del responsabile e capire la dinamica dell’accaduto, escludendo altre ipotesi come guasti accidentali o corto circuiti.
Movimenti sospetti e tracce sul luogo dell’esplosione
Le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza puntano su un uomo di nome Zippo. Le immagini lo mostrano mentre entra nell’edificio poco prima delle 3:10 del mattino, uscendone alcune decine di minuti dopo con segni evidenti di ustioni al volto. La tempistica coincide con l’orario in cui si è verificata l’esplosione.
Questi ultimi movimenti sono confermati anche dal GPS dell’auto di servizio di Zippo, che risulta attivo nell’area nelle ore immediatamente precedenti e successive all’incendio, senza giustificazioni plausibili. Tali dati rafforzano la convinzione delle autorità che egli possa avere un ruolo diretto nell’evento, perlomeno in qualità di sospettato.
Legami personali e possibili motivazioni dell’incendio
Secondo gli inquirenti, Zippo avrebbe agito contro la mansarda dell’ex compagna, con cui aveva recentemente interrotto la relazione sentimentale. L’ipotesi è che l’uomo abbia usato un liquido infiammabile per alimentare le fiamme, come indicano i risultati delle ispezioni e i sintomi delle ustioni al volto. Il gesto avrebbe dunque un movente riconducibile a questioni personali e sentimentali.
Al momento, gli investigatori approfondiscono i rapporti tra Zippo e la vittima, oltre a cercare eventuali altri testimoni o elementi utili a chiarire la dinamica. Non sono esclusi sviluppi giudiziari nel caso emergano ulteriori prove che confermino la responsabilità diretta. Il fatto ha mobilitato le forze dell’ordine, che mantengono alta l’attenzione sul caso e sugli indagati.